«Avanti come se fossimo inseguitori»
28 Lippi mette un freno all'euforia e impone le regole per non uscire dalla giusta strada «Avanti come se fossimo inseguitori» Umberto Agnelli e Baggio: nervi saldi, è ancora lunga TORINO. La parola d'ordine ò: minimizzare. Il titolo di campione d'inverno vale poco, la fuga ancora meno. E' una Juve consapevole di essere ritornata forte e bella, ma procede con il freno tirato. Così, dal vertice alla base, tutti sono d'accordo nel non esagerare. Che sia un momento particolare lo si capisce do tanti piccoli dettagli. Per esempio che Umberto Agnelli dopo la partita sia sceso negli spogliatoi a congratularsi con la truppa. Non accadeva da tempo immemorabile. Il Dottore è il primo a invocare prudenza: «Quattro punti di vantaggio sono buoni, ma il campionato è ancora molto lungo. Comunque è stata una bella vittoria, doppiamente importante perché ottenuta contro una Roma molto forte». In tribuna ha visto la partita accanto a Baggio. Il Codino ha annunciato che all'inizio di febbraio tornerà e si è adeguato alla politica del non è successo niente: «Sì, non si può parlare di svolta, quattro punti sono tanti e pochi al tempo stesso. Basta uno scivolone e il gruppo si ricompatta. Ma l'importante era vincere ancora e non è stato facile. Tutta colpa del campo ghiacciato, si vedeva che i miei compagni volevano fare certe cose, ma non ci riuscivano». Grande assente, invece, il dr. Romiti che, dopo aver confessato di essersi innamorato di nuovo della Roma, si ò beccato il rimprovero dei tifosi curvaioli. Con uno striscione gli hanno annunciato: Romiti, i bei tempi son finiti. Ed ora se pensato ad un Lippi euforico, in fase di decollo verso lo scudetto, siete fuori strada. Anche il Marcello vola basso, bassissimo e frena ogni en- tusiasmo. Il suo è un disperato tentativo di arginare l'euforia e per dimostrare che lui per primo non festeggia affatto, si presenta nel dopo partita con l'aria molto seriosa. «Non cambia nulla - dice -. Se ci mettiamo a fare calcoli o a speculare sul vantaggio sbagliamo tutto. Mancano diciotto partite, dobbiamo continuare con lo stesso spirito di quando eravamo noi gli inseguitori. Ai giocatori ho detto: siamo riusciti a dimostrare che siamo bravi, ma per vincere lo scudetto non basta ciò che abbiamo fatto finora. Ci vuole fame di successi per aggiungere un mattone dopo l'altro ed arriva¬ re al traguardo del 28 maggio». Il picconatore di ogni illusione detta le regole per non deragliare: «E' la sesta vittoria contro le grandi, ma grandi si diventa battendo soprattutto le squadre meno importanti. Voglio una Juve che prenda tutto, che non si accontenti mai. Abbiamo costruito questo nostro momento felice con voglia e ardore. Se perdiamo queste prerogative, perdiamo la nostra fisionomia. Ai giocatori non ripeto più di essere concentrati perché mi sembrerebbe offensivo farlo. Ma a tutti dico che non siamo affatto i padroni del campionato soltanto perché siamo primi a metà strada. E segnalo Ravanelli: è lui l'emblemp della Juve che lotta e che vuole vincere tutto». Partita turbolenta, Lippi non si stupisce: «A volte decidono gli episodi, questa volta ò andata bene a noi. Non capisco l'espulsione di Torricelli. Nel secondo tempo ho visto una Juve perfetta in difesa». Viali i spiega le difficoltà di equilibrio sul campo tipo patinoire: ((Abbiamo azzeccato le scarpe giuste e i danni sono stati limitati. E' un passo in avanti importante, anche se basta un po' d'incertezza per rimettere tutto in discussione. I nostri meriti partono da una difesa perfetta, la vittoria è stata co- struita soprattutto là dietro. Campioni d'inverno? La strada è lunga, ci sono inseguitrici con un potenziale notevole. Non abbiamo ucciso il campionato come ha fatto il Milan l'anno scorso, è ancora tutto molto incerto». Applausi alla difesa arrivano anche da Sousa: «Hanno vinto loro la partita. Il campo era impossibile, si andava avanti cercando l'errore dell'avversario. I tre punti sono importanti perché ottenuti contro un avversario diretto, ma se non vinciamo a Cagliari è tutto inutile». Capito che aria tira fra i primi della classe? Fabio Vergnano Il tecnico: «Abbiamo dimostrato di essere bravi contro i forti ma lo scudetto si vince battendo anche i rivali meno celebri» Il contatto fra il guardalinee e Aldair: dalla rimessa nascerà il primo gol di Ravanelli. A fianco, le contestazioni alle espulsioni di Cervone e Torricelli
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