Un drappello di donne nei territori del country

Un drappello di donne nei territori del country I DISCHI Un drappello di donne nei territori del country ULLA via acustica che rivisita i territori del folk c'è una folla di donne. A parte ;1 recinto maschilista del country, l'attenzione alle origini musicali della propria terra sembra dominata dal tocco femminile. Sarà per maggiori sensibilità o per quel ruolo di conservazione da sempre delegato alle donne? Qualunque sia la ragione, oggi la tendenza resta ben solida, se non rafforzata. I due dischi migliori offerti dalla recente produzione discografica si specchiano sulle due rive opposte dell'oceano Atlantico. Una leggera predilezione per la proposta più matura e variegata, quella di Maire Brennan con «Misty eyed adventures» (Bmg, 1 Cd). Uscita dai Clannad, la Brennan continua a distillare profumi d'Irlanda alternando con sapienza ritmi e riflessioni sull'amore e il senso della vita. All'interno dei temi melodici e delle scelte strumentali però Maire Brennan cerca di vestire di modernità, con qualche tocco esotico, le sue composizioni profondamente legate alla tradizione. L'inizio del disco è una brillante danza («The days of the dancing») dove il ritornello è un ripetuto, coinvolgente coro offerto dalle voci delle tre sorelle di Maire. La quale poi passa alle melanconiche nenie gaeliche condite dai colori creati da uileann pipes e whistle, dobro e fisarmoniche. Da questa base la voce elastica e dolce della Brennan insegue, asseconda, controbilancia suoni e ritmi ricreati con strumenti elettrici ed elettronici ma provenienti da Africa, India, Europa dell'Est. Contrasti e as1 sonanze costringono l'ascoltaI tore a un incuriosito insegui¬ mento. Sempre premiato da una rara qualità ideativa e di registrazione. La canzone che dà il titolo al disco è una dolce nenia composta per il neonato figlio di Maire, mentre «The mighty one» è ispirata dall'impresa del primo gruppo di alpinisti irlandesi saliti sulla vetta dell'Everest. «Big yellow taxi» si avvale invece del suono più aspro impresso del gruppo dei Blue Nile. Delicata e raffinata arriva invece dal Canada Jann Arden con il suo elegante «Living under June» (A&M, 1 Cd). Rock venato di country, ballate al sapore di jazz, temi musicali per notti solitarie a sognare un compagno per correre nei giorni del futuro. Canzoni con il sorriso per la loro dolce bellezza. Molto bello e anche commovente il duetto con Jackson Browne in «Unloved». Una seconda prova discografica pienamente riuscita per questa cantautrice dalla voce calda e potente: ha migliorato il fascino già espresso con «Time for mercy», che ha fruttato dischi d'oro e la laurea di miglior solista esordiente. Apprezzata pittrice, Joni Milchell dà testimonianza di questa sua seconda doto arti¬ stica nel libretto che accompagna «Turbolent indigo» (Reprise, 1 Cd). Immagini di natura montana canadese - con vari riferimenti stilistici, da van Gogh nell'autoritratto a Kokoschka e a paesaggisti francesi dell'800 - che si ritrovano poi nelle dieci canzoni del disco. Un disco omogeneo e raffinato con una musica da idilli che contrastano con le amare scenette di vita descritte con un linguaggio ricco di visioni. Ricco anche di celebri partecipazioni: Wayne Shorter al sax, Bill Dillon e Michael Landau alle chitarre, Seal nel coro di «How do you stop». «Yvette in english» poi è stata scritta con David Crosby che la inserì nel suo album «Thousand roads». «Turbolent indigo» è un salto all'indietro di 20 anni nella carriera della Mitchell, quando amava il jazz. Un disco che emana un grande calore. E ora un salto ùi Valle Padana, per ricordare una vera folksinger, semplice, di gran qualità: Giovanna Daffini. Dall'archivio di Roberto Leydi arriva «L'amata genitrice» (I dischi del mulo, 1 Cd) dove la Daffini con la sua voce orgogliosa, di gola, tagliente e sapida interpreta lo spirito popolare con canti di lavoro, d'amore, filastrocche d'ironia e ballate politiche dell'Emilia rossa. Una chicca la «Bella ciao» autentica, quel canto di mondine (come lo fu la Daffini) con padroni e un lavoro ingrato. Oltretutto eseguito con l'accenno di gorgheggio tipico di uno stile antico. Quattordici canzoni per chitarra e voce (due con in piìi un violino) che sono un piccolo libro di storia padana vista dal basso. Alessandro Rosa >sa^

Luoghi citati: Africa, Canada, Emilia, Europa Dell'est, India, Irlanda