«Il Presidente è sempre lui»

«Il Presidente è sempre lui» PIPPO FRANCO: IO E LA POLITICA «Il Presidente è sempre lui» «Ecco perché si scherza su Berlusconi » ROMA. «Noi fiancheggiatori di Forza Italia? Ma quando mai». Pippo Franco nega, il giorno dopo il debutto. «Champagne», il varietà di satira politica di Pier Francesco Pingitore, ha fruttato a Canale 5 un ascolto record: 10 milioni e 826 mila gli spettatori, pari al 45,04% di share. Eppure, Franco, lei ha continuato a dare a Berlusconi del «presidente)). Non s'era accorto che non lo è più? «No, guardi, noi l'abbiamo chiamato molte volte anche cavaliere. E comunque, nella deontologia lessicale tutti coloro che nella vita sono stati presidenti del Consiglio almeno una volta hanno diritto a essere chiamati così a vita». Però in platea Forza Italia contava un bel numero di rappresentanti. «In platea c'erano i big della Fininvest, e qualche politico. Mi pare D'Onofrio, Michelini...». E Previti, il coordinatore di Forza Italia. «E Previti. Ma io all'inizio proprio a lui ho chiesto: "Cosa state combinando? Vedremo se fate ridere di più voi o noi". Vede che non fiancheggiamo nulla». Libertà d'opinione, dunque? «Sì, e di satira. Che io ritengo essere assolutamente apolitica. L'ironia deve canzonare il potente e non il debole, e non è mai maramaldesca. D'altra parte in platea al Salone Margherita il Bagaglino ha sempre avuto tanti politici, di tutti i colori, da Andreotti alla sinistra. Se sabato sera c'erano quelli di Forza Italia, bene: era un'abitudine che s'era perduta. Con Tangentopoli erano spariti tutti, chi all'estero, chi in carcere...». Ma scusi, Franco, perché nominare Dini solo una volta e a fine programma? «Perché così è stato anche nella realtà, che noi abbiamo puntualmente messo in scena. Dim ancora non sa cosa dire, è saltato fuori all'ultimo momento, non ce lo aspettavamo: la nostra è stata una scelta cronologica. L'abbiamo messo in fondo, perché sulla scena politica è arrivato per ultimo». Pensa che il «governo di tecnici» di Dini vi ispirerà, come comici? «1 nostri politici sono così imprevedibili e così battaglieri che credo ci daranno grandi spunti. In fondo la sceneggiatura dei nostri show la fanno loro». Ma lei per chi ha votato? «Questo non glielo dirò mai. E neppure per chi voterei adesso: d'altronde non lo so nemmeno...». A Mentana, nel Tg5, lei ha affermato che «finalmente» il gruppo del Bagaglino era passato dalla Rai alla Fininvest. «Dicevo "finalmente" per la Fininvest, che ci aveva corteggiato per anni. E comunque la Rai non è stata mai tempestiva con noi, ci ha sempre considerato una pro- stituta di cui vergognarsi». Alla Fininvest si trova bene? «Sì, la libertà è totale, non riceviamo nessuna pressione, nessuna forma censoria. E d'altra parte col Bagaglino abbiamo sempre fatto ciò che volevamo. Noi si prendeva in giro il Caf da tempo, facevamo la caricatura di Craxi quando lui era presidente del Consiglio». Berlusconi però, in «Champagne» lo fate stare muto. Una forma di prudenza? «Ma no. E' che il suo sosia parla con un accento impossibile, che rovinerebbe tutta la somiglianza. Non è un attore, nella vita di lavoro fa le scarpe. Comunque sabato una parola l'ha detta: "certamente"». Presto gli insegnerete a dire bene anche "mi consenta"? «Spero di sì. E mi auguro anche che prima o poi impari a fare un discorso intero». Cristina Caccia «Ma siamo tutt'altro che fiancheggiatori di Forza Italia» / L'attore e presentatore Pippo Franco

Luoghi citati: Mentana, Roma