Dalla vendetta d'amore alla fuga dal rifugio di R. Cri.
Dalla vendetta d'amore alla fuga dal rifugio Dalla vendetta d'amore alla fuga dal rifugio co». Un gesto che non gli costerà nulla: per la legge non è più punibile perché, per quell'accusa, è già stato assolto in via definitiva. Pentiti, ma non sempre redenti. Per esempio Salvatore Coniglio che, nell'aprile del 1992, nonostante si trovase già da due anni sotto scorta, organizzò un attentato ai danni della sua convivente, che non voleva più saperne di lui. Solo per un caso non ci scappò il morto. Oppure il giovanissimo Sebastiano Mazzeo, figlio di un boss catanese, che scappò agli uomini dell'allora alto commissario antimafia Domenico Sica per tornare a Catania, e lì farsi ammazzare. Mazzeo, a Roma, lontano dalla famiglia, conduceva una vita quasi monastica. Una sera chiese di andare in discoteca. Un'eccezione: si poteva non concedergliela? devono aver pensato i suoi «angeli custodi». E infatti gliela concessero. E lui fuggì, approfittando della confusione. Come in un film, si eclissò dalla finestra del bagno. Non ne poteva proprio più. E, come era prevedibile, andò a morire. Ma la storia che forse più si avvicina a quella di Verona, è stata scritta sulle colline delle Langhe un giorno di novembre di quattro anni fa. Pentito la vittima, pentiti gli assassini. Pietro Randelli, ex boss del clan dei catanesi e sua moglie, Nunzia Strano, vennero uccisi davanti a un caffè, nella cucina della loro casa, a Serralunga d'Alba, dove avevano cercato riparo alla vendetta della mafia. Infatti non furono gli uomini delle cosche a freddarli, ma due pentiti. Due «picciotti» che come Randelli avevano deciso «di saltare il fosso» e arruolarsi nell'esercito dei «collaboratori di giustizia». Erano amici, Randelli e i suoi assassini. Ma poi quella notte, qualcosa andò di traverso. Una lite; e spuntarono le armi: il testimone cardine del maxi-processo al clan dei catanesi, sbarcato a Torino, finì stecchito sotto i colpi degli ex amici e neo collaboratori di giustizia. Pentiti, appunto, ma non redenti. [r. cri.]
Persone citate: Domenico Sica, Nunzia Strano, Pietro Randelli, Salvatore Coniglio, Sebastiano Mazzeo
Luoghi citati: Catania, Roma, Serralunga, Torino, Verona
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