politica alla Clouseau nel testamento di Silvio di Curzio Maltese

=1 =1 Politica alla Clouseau nel testamento di Silvio LA CRISI IN TV quasi, che si finge pazzo pur di non pagare il dazio. Ma come sempre in questi casi non si può decrivere tutto, bisogna vedere. Anche nelle scuole. «The best of Silvio» fornisce infatti la miglior lettura storica del governo più inconcludente del secolo: una puntata di Blob diluita in sette mesi. Per ragioni legate ai tempi di produzione la Berlusconi Communication non ha potuto, o voluto?, inserire nel racconto la recente e indimenticabile crisi di governo. Peccato. Sarebbe stato un saggio completo sul senso della Politica Spettacolo. Che consiste nell'usare la Televisione per distrarre il popolo e farsi meglio gli affaracci propri. Durante la crisi hanno fatto vedere alla Gente un altro film. Ricco di colpi di scena: il ribaltone, il golpe bianco e nero, «o Berlusconi o elezioni», «arrivano i comunisti», il via vai di uomini e donne della Provvidenza (Di Pietro for president, l'ascesa di santa Irene), la «rosa finale dei candidati», Pannella e la Consulta, e poi «accendete le candele», «smorzate i fari», scendete in piazza o salite in montagna, fatevi sentire che siete voi i padroni. E la Gente a insultarsi nei bar e nelle case fra ribaltonisti e «lealisti», giocando alla guerra civile. Intanto dietro le quinte, nei retrobottega del Palazzo, impazzava la compravendita di deputati, i traffici di correnti e sottocorrenti, i ricatti incrociati. Finché, consultati il Fondo monetario, l'Opus Dei, le banche e quelle tre o quattro lobby e logge che contano, ecco fatto: Lamberto Dini. Lo voteranno tutti, «golpisti» di qua e «golpisti» di là. E la Gente-che-soloconta, il popolo sovrano? Può sempre cambiare canale. In attesa del prossimo show elettorale. LA ripetizione meccanica, fino all'assurdo, di gesti e parole. Silvio Berlusconi, dopo aver coniato le battute dell'anno («mi consenta» e «lasciatemi lavorare», mutuate da «mi faccia il piacere» e «ghe pensi mi»), si congeda da palazzo Chigi scagliando al pubblico l'ultima cassetta con il riassunto dei sette esilaranti mesi di governo. Il «meglio di». Trenta minuti di divertimento puro destinati a entrare nei classici del genere, fra «Totò a colori» e la serie dell'Ispettor Clouseau. Si tratta di un vero e proprio testamento artistico del Cavaliere, con tutti gli slogan, gli spot, le battute migliori delle precedenti performances, dalle recite in Parlamento e alle tournée all'estero. Soprattutto queste, un catalogo completo da Five viaggi (Corfù, Mosca , Budapest, Aix-en-Provence: tutto gratis) e i gran gala mondiali della chiacchiera detti «vertici internazionali», durante i quali Berlusconi dà il meglio del repertorio: barzellette, citazioni a vanvera, ceroni e doppipetti, sorrisi e baci. Con quegli occhi allegri da italiano in gita che comunicano la perfetta identità di vedute con l'uomo medio, convinto che la politica estera sia un succedersi di luccicanti parate di vip, eleganti buffet, belle signore ingioiellate e laute libagioni in sale settecentesche prima d'andare a letto con chi capita. Ma la peculiarità del governo Berlusconi, rispetto ai precedenti, sta nel combinare la scontata assenza di politica estera con una visione eminentemente turistica dei problemi interni ed economici. E qui s'inserisce l'Italia vista dall'elicottero, con le sue belle magioni e chiese e cupole. E i poveri, i pensionati, i disoccupati: formichine. La Gente, quella vera, sta con lui e applaude davanti alla tv ogni «miracolo». Raro è lo spettacolo di un popolo intero, o ogni tacol ese ìsej Curzio Maltese ìse

Persone citate: Berlusconi, Blob, Di Pietro, Lamberto Dini, Pannella, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Budapest, Corfù, Italia, Mosca