«Sono come Giovanna d'Arco non ho paura della Chiesa» di Gabriella Bosco
«Sono come Giovanna d'Arco non ho paura della Chiesa» «Sono come Giovanna d'Arco non ho paura della Chiesa» LA REPLICA DI GAILLOT PARIGI ON si sono fatte attendere le reazioni di monsignor Gaillot. Noto come il vescovo più mediatizzate di Francia, ha reso onore al vero indicendo subito una conferenza slampa per divulgare il suo malumore e, assiduo del video, è intervenuto ieri ai principali telegiornali. Se lo aspettava, ha detto, di venir silurato. «Le minacce che pesavano su di me da un certo tempo sono state messe in atto. La mannaia è caduta. Mi è stato significato che la mia carica mi veniva ritirata e che la sede di Evreux sarebbe stata dichiarata vacante a partire da mezzogiorno del 13 gennaio». «Adesso mi sento un po' escluso», ha aggiunto. «Cercherò di servire la Chiesa insieme ad altri esclusi». Ha così risposto al primo ovvio interrogativo, le sue intenzioni rispetto all'istituzione ecclesiale. «La Chiesa resta la mia famiglia. Per prima cosa prenderò congedo dalla mia diocesi di Evreux, poi mi ritirerò un po' in disparte, per riflettere un po' e pregare in un monastero e poi in seguito vedrò come servire in altra maniera». Sulle ragioni che possono aver determinato la decisione del Papa, monsignor Gaillot ha detto che delle tante - non sa quale abbia prevalso. «Mi è stato riferito che da molto tempo c'erano cose che non andavano, che troppo era troppo e che era tempo di dimettermi dalle mie funzioni». «Mentre mi annunciavano la notizia - ha aggiunto il vescovo di Evreux - ho pensato a tutti coloro, uomini e donne, che sono in stretto rapporto con la Chiesa e che resteranno sconcertati». In effetti, le reazioni di solidarietà a monsignor Gaillot sono state immediatamente numerose. Numerosissime da parte del mondo laico, ma di rammarico anche da parte di rappresentanti dell'episcopato francese, come il cardinale arcivescovo di Bordeaux, monsignor Pierre Eyt, il quale ha dichiarato di aver tentato una mediazione con Roma, insieme con il presidente della Conferenza dei vescovi di Francia, monsignor Joseph Duval, arcivescovo di Rouen. «Spero che quanto mi succede oggi mi aiuti a essere più libero», ha ancora detto in conferenza stampa il vescovo di Evreux, «e a disposizione degli altri. Spero di conservare la mia gioia di vivere e la libertà di parola che ho imparato nella mia diocesi». Libertà di parola subito dopo utilizzata: «Sono stato fatto comparire dinanzi a un triumvirato - ha detto evocando la dinamica dei fatti in Vaticano - per una mezz'ora durante la quale non c'è stato dialogo. La decisione era già stata presa. Mi hanno chiesto di dare le dimissioni. Se avessi accettato, mi è stato promesso che sarei stato nominato vescovo emerito di Evreux». La conclusione è decisa: «Ho imparato a non aver paura della Chiesa. Sono andato senza paura alla convocazione. Ne sono uscito con pena, sofferenza, ma anche un sentimento di liberazione, perché non dovrò più fare certe cose. Ma questo ò un sistema che non rende servizio alla Chiesa. Ero un po' come Giovanna d'Arco davanti ai suoi giudici». «L'esperienza dell'esclusione mi mancava - ha infine detto il monsignore -. Chiederò consiglio all'abbé Pierre». Gabriella Bosco A sinistra monsignor Marcel Lefebvre. La sua rottura con il Vaticano finì con una scomunica
Persone citate: Gaillot, Giovanna D'arco, Joseph Duval, Marcel Lefebvre, Pierre Eyt
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