«Monsignore lei è licenziato»

Francese, si è schierato a favore dei pieni diritti per le coppie omosessuali e del matrimonio fra i preti Francese, si è schierato a favore dei pieni diritti per le coppie omosessuali e del matrimonio fra i preti «Monsignore/ lei è licenziato» 7/ vescovo paladino dei gay perde la diocesi CITTA' DEL VATICANO. Licenziato uno dei più popolari vescovi francesi: è mons. Jacques Gaillot, 59 anni, un personaggio decisamente atipico, sostenitore del matrimonio dei preti e schierato a favore dei pieni diritti civili per le coppie omosessuali. Con un secco annuncio, la Santa Sede ha reso noto che mons. Gaillot è stato «sollevato dal governo pastorale della diocesi» di Evreux per venire «traferito» alla sede titolare di Partenia. In pratica, il linguaggio burocratico significa che mons. Gaillot non ha più dei fedeli a cui badare e dei sacerdoti ma si trova a disposizione della Santa Sede per un eventuale altro incarico. Licenziato, appunto. L'ormai ex vescovo afferma che dal Vaticano gli è arrivato l'invito a dimettersi, che lo ha respinto e quindi si è trovato tra le mani il comunicato con cui d'autorità viene rimosso. Mingherlino ma molto combattivo, mons. Gaillot inizia il suo ingresso nelle cronache nel 1988, anno in cui reso noto che non vedeva niente di male a benedire l'unione delle coppie di omosessuali. Ci fu un grande clamore; poche settimane dopo in un giornale per gay scrisse che «gli omosessuali ci precederanno nel Regno dei cieli». Poi negli anni si ò dichiarato a favore della «pillola del giorno dopo», la RU436, e del matrimonio dei preti; ha rifiutato di partecipare alle campagne a difesa della scuola privata cattolica e nell'aprile scorso si è fatto vedere a fianco del teologo tedesco Eugen Drewermann, sospeso dal sacerdozio a causa delle sue teorie giudicate non ortodosse. A capo della diocesi di Evreux, nella Normandia, dal 1982, il suo attivismo gli è valso aspri scontri all'interno dell'episcopato francese e grande seguito tra i settori progressisti. Il Vaticano fa sapere che per tre volte, nel 1987, nel 1992 e pochi giorni fa, gli ha rivolto inviti pressanti alla moderazione, a non dare scandalo, insomma ad «allinearsi», ma invano e da qui ha origine la punizione. Le fonti ufficiali tacciono del clima di veleni e di complotto attorno al caso Gaillot. Una ricostruzione dietro le quinte viene fornita dalla rivista «Golias», organo di un gruppo di cattolici di Lione che negli anni si sono distinti per le loro posizioni progressiste. Christian Terras, direttore della rivista, in un libro dedicato al vescovo di Evreux, documenta che proprio il numero due della diocesi, padre Jean-Francois Berjonneau, è autore di un dossier contro il suo vescovo fatto per incarico diretto del Vaticano; si rivela inoltre, nel libro, che per discutere di un personaggio così scomodo, all'inizio dell'anno scorso si sarebbero incontrati il ministro dell'Interno Char- les Pasqua con il «ministro degli Esteri» della Santa Sede, mons. Jean-Louis Tauran. Di Gaillot infatti il governo non avrebbe gradito le uscite a favore degli immigrati. «La xenofobia - disse una volta - è nata da un'economia malata e lo straniero diventa il capro espiatorio della crisi economico-sociale. Per «Golias» c'è un altro retroscena, più inquietante: la rimozione sarebbe stata fortemente voluta dalla rinascente destra tradizionalista che ha come perno movimenti politico-sociali quali «Famigl-e di Francia» e 1 «Associazione famiglie cattoliche», che con duecentomila aderenti e 600 circoli formano una «lobby» con a disposizione radio e giornali, oltre ad un forte ascolto in Parlamento. Tali gruppi sono stati accesi sostenitori dell'articolo 227 del nuovo codice penale, approvato in primavera, che prevede serie limitazioni alla libertà di stampa, fino alla censura, per tutelare i diritti dei minori. I movimenti progressisti che si sono opposti all'articolo hanno sostenuto che la vaghezza del testo si presta a interpretazioni ampie e pericolose. Mons. Gaillot ha combattuto un'accesa battaglia a favore della libertà di espressione e per questo impegno le associazioni di destra avrebbero giurato di fargliela pagare, tanto da ottenere udienza a Roma dal cardinale Lopez Trujillo, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Falliti tutti i tentativi di riportare all'ovile il vescovo ribelle, il 24 marzo andava a vuoto anche un colloquio con il presidente dei vescovi francesi mons. Joseph Duval di Rouen e da qui la decisione di passare alle sanzioni disciplinari. Di solito il Vaticano cerca la via morbida, convincendo l'interessato che è preferibile dare di propria volontà le dimissioni; vista l'irriducibilità si è proceduto d'ufficio mettendo in conto che la vicenda farà grande chiasso. Sandro Berrettoni Conosciuto anche per le sue apparizioni in tv Per tre volte il Vaticano lo invitò a non dare scandalo ■ A destra monsignor Jacques Gaillot, vescovo di Evreux, costretto a lasciare la diocesi A destra Giovanni Paolo II. Negli anni scorsi il Vaticano aveva invitato monsignor Gaillot a moderare gli interventi

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Francia, Lione, Normandia, Roma