Dalle Filippine un messaggio via radio «in Cina la voce del Papa»

A Manila lo storico abbraccio tra i cattolici di Taiwan e i sacerdoti della Chiesa «governativa» di Pechino A Manila lo storico abbraccio tra i cattolici di Taiwan e i sacerdoti della Chiesa «governativa» di Pechino In Cina la voce del Papa Dalle Filippine un messaggio via radio MANILA DAL NOSTRO INVIATO La Cina popolare apre uno spiraglio a Papa Wojtyla; germoglia, dopo decenni di paziento lavoro e attesa, il primo segnale di speranza per ricomporre, in tempi tutti da vedere, ma forse non lunghi, la frattura fra la Santa Sede e Pechino. Complice Manila, la Giornata Mondiale della Gioventù e il cardinale Jaime Sin, che ò filippino, ma di origine cinese, e appare sempre di più come il vero tessitore di questa delicata tela, A Manila è imminente l'arrivo di una delegazione della Chiesa patriottica cinese: ventiquattro persone, fra cui alcuni sacerdoti. In Cina esistono due Chiese cattoliche: una «ufficiale», quella «patriottica» - protetta dal governo, e una clandestina, una Chiesa delle catacombe perseguitata e fuori legge. In tutto oltre sei milioni di cattolici. E il Pontefice incontrerà per la prima volta una delegazione della Chiesa ufficiale. Non solo: può essere persino che i preti «patriottici» partecipino alla concelebrazione della grande Messa conclusiva. Le loro ordinazioni, infatti, come ci ha detto ieri il portavoce del Papa, Navarro, «sono illegittime, ma valide. Non si tratta di una Chiesa scismatica», perché i vescovi che li hanno ordinati avevano ricevuto il loro sacramento da vescovi in comunione con Roma; chi ha «imposto le mani» disponeva dell'autorità per compiere quel gesto, anche se avrebbe dovuto, per sancirne la legittimità, essere in accordo con Roma. Dunque per concelebrare basta che i sacerdoti «patriottici» recitino la «professione di fede» prevista dal diritto canonico, di fronte a un testimone (che potrebbe essere lo stesso cardinale Sin). Una delegazione di cattolici patriottici si era recata in Belgio nel giugno '94, per essere presente alla visita papale; ma Giovanni Paolo II ha dovuto rinunciare, per l'operazione all'anca. Questa volta l'appuntamento non è stato deluso; e forse la delegazione sarà ricevuta in privato dal Pontefice. Se un problema di bandiere non farà fallire tutta l'operazione all'ultimo minuto. Infatti i «patriottici» si sono lamentati per la possibile presenza dello stendardo di Taiwan alla Giornata Mondiale della Gioventù. E uno degli scogli più difficili da doppiare, nel contenzioso fra Vaticano e Pechino, sono proprio le relazioni diplomatiche che la Santa Sede mantiene ancora con Formosa, sia pure al livello più basso e al profilo meno disturbante possibile. C'è stata anche una minaccia di partenza immediata, che per ora sembra rientrata, mentre da parte vaticana si cerca di convincere i cinesi continentali che le bandiere non hanno un significato diplomatico, ma servono, in questa manifestazione, solamente a indicare la zona geografica di origine dei partecipanti. 0 tutte e due, o nessuna: questa la posizione finale dell'entourage papale. Ma il clima è disteso, visto che per la prima volta, nel Centro cattolico Pio XII di Manila, cattolici di Taiwan hanno abbracciato quelli della Cina popolare, e preti di Pechino hanno baciato l'anello ai vescovi di Taiwan. Papa Wojtyla comunque farà arrivare - dai microfoni di «Radio Veritas» di Manila - un messaggio particolare alla Cina in cui, ci ha detto ieri sull'aereo per le Filippine, «si dirà tutto quello che si deve dire a questa grande nazione, grandissima nel mondo, e a questa Chiesa che è rimasta fedele alla Santa Sede dopo tanti anni. tanti decenni della clandestinità, della persecuzione». «E' una bella cosa che vengano, vedremo sul posto», ha aggiunto, riferendosi alla delegazione «patriottica». E ai suoi collaboratori più vicini ha confessato il suo sentimento: «Benvenuti, sono i benvenuti, ma dobbiamo agire in tutto nella carità e nella verità». Una posizione che Navarro ha definito «flessibile ed elastica». A Manila ci saranno anche i cinesi «delle catacombe»; due gruppi. Ma non appariranno. Sono riusciti a venire con trucchi di ogni genere, e naturalmente non vogliono correre il rischio di essere le ultime vittime della persecuzione prima del disgelo. Marco Tosatti Per la prima volta il Pontefice incontra una delegazione di preti «patriottici» Migliaia di persone nelle strade Massima sicurezza e due arresti dopo l'allarme attentati «Ho il bastone non per camminare ma per tenere a bada voi giornalisti» Due immagini dell'arrivo del Papa all'aeroporto di Manila Il saluto alla folla sorreggendosi su un bastone Il benvenuto di una bimba con una corona di fiori e un tradizionale cappello filippino

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Jaime Sin, Marco Tosatti, Navarro, Papa Wojtyla, Pio Xii