Onu esordio italiano fra i Grandi di Franco Pantarelli

Il ministro dimissionario inaugura il seggio al Consiglio di sicurezza: «I nostri Caschi blu di nuovo in Somalia» Il ministro dimissionario inaugura il seggio al Consiglio di sicurezza: «I nostri Caschi blu di nuovo in Somalia» Onu, esordio italiano fra i Grandi Martino: stessa linea politica con me o senza NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Per la prima volta al Consiglio di Sicurezza, cioè al primo dibattito che vede di nuovo l'Italia fra i membri non permanenti, il ministro degli Esteri Antonio Martino ha deciso di venire personalmente a New York. Fra i quindici Paesi che costituiscono il «governo del mondo», l'Italia è stata l'unico a essere rappresentato dal ministro degli Esteri e non dal proprio ambasciatore al Palazzo di Vetro, come prova, ha detto Martino poco prima parlando con i giornalisti, «di quanta considerazione abbia il nostro Paese per le Na¬ zioni Unite». E per dimostrare ancora di più quella considerazione Martino è arrivato con il decreto approvato in extremis l'altro ieri che consente la partecipazione italiana all'operazione «United Shield», vale a dire la protezione degli ultimi Caschi blu in Somalia, in procinto di abbandonarla. Con due navi, due mezzi da sbarco, 17 elicotteri e un totale di 850 uomini, «la nostra partecipazione è seconda solo a quella degli Stati Uniti», ha detto Martino con fierezza, non nascondendo che con questa decisione (entro f 8 febbraio dovrà essere sottoposta al Parlamento) si è voluto caratterizzare nel modo più «qualificato» l'avventura italiana al Consiglio di Sicurezza nei prossimi due anni. Naturalmente c'è il piccolo particolare che lui è venuto a rappresentare un governo dimissionario, ma questo secondo Martino non costituisce un problema per almeno due ragioni. La prima: che la continuità della politica estera italiana è stata tradizionalmente «staccata» dalle vicende politiche interne, in particolare per quanto riguarda l'Onu. La seconda: che adesso più che mai, grazie alla fine della guerra fredda, esistono in politica estera le condizioni di una vera «bipartisanship», vale a dire di una linea in cui si possono facilmente riconoscere governo e opposizione. «Del resto questo è indispen¬ sabile - ha aggiunto il ministro - perché i tempi della politica estera sono molto più dilatati di quelli della nostra politica interna». Una prova? «In questo periodo, preso come sono dalle vicende internazionali, praticamente non ho avuto il tempo di seguire le confusissime cose nostre». Vuol dire questo, gli chiedono, che Martino potrebbe conservare il suo posto nel caso di un governo dei tecnici? «No, vuol dire solo che l'eventuale nuovo ministro farebbe più o meno le stesse cose che faccio io». Franco Pantarelli

Persone citate: Antonio Martino, Grandi Martino, Shield

Luoghi citati: Italia, New York, Somalia, Stati Uniti