L'uomo del colle eroe di Dallas di Curzio Maltese

L'uomo del colle eroe di Dallas LA CRISI IN TV L'uomo del colle eroe di Dallas AL momento non si sa ancora se Berlusconi abbia ottenuto dal Quirinale il quinto 0 sesto (o settimo?) colloquio «decisivo» dal principio della crisi. Se n'è perso il conto, come delle puntate di Dallas. Ma è certo che il pressing del cavaliere, per foga e valori agonistici paragonabile al Milan del trio olandese, ha fatto risaltare l'incredibile tempra di Oscar Luigi Scalfaro. D'accordo che ha fatto la Resistenza. Ma un conto è andare in montagna a vent'anni. Altro è sottoporsi a 76 anni a sei incontri sei con la torrentizia dialettica berlusconiana e uscirne con appena un raffreddore. Messo in dubbio, fra l'altro, dalla metà degli italiani. Secondo 1 risultati di un elegante sondaggio promosso al volo dai rispettosi tg Fininvest: Scalfaro finge o sta male? Perché il presidente Scalfaro, a differenza dei predecessori, non è mai piaciuto troppo alla Televisione. 0 a Berlusconi, che fa lo stesso. C'è stato solo un breve innamoramento quest'estate, quando l'uomo del Quirinale ha nominato Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi senza badare troppo alla noiosa faccenda del conflitto di interessi. Ma è durato lo spazio d'un mattino. Subito dopo sono ripartite sugli organi del cavaliere le campagne minatorie sulla presunta parzialità del Colle e i periodici revival dello scandalo Sisde, secondo quel simpatico stile mafioso che caratterizza l'informazione politica in Italia. E si sono «verificate alcune incomprensioni». Come nel clamoroso caso deÌl'«attacco di Scalfaro ai giudici» montato dal creativo Tg2 in piena bagarre governomagistrati, per il quale il Presidente chiese e ottenne le scuse da Mimun, suscitando in un mirabile gioco di sponda l'indignata reazione di Enrico Mentana. 1 Nulla però al confronto del «falI so» fabbricato mercoledì sera (in diretta!) dai telegiornali Rainvest. All'uscita dalle consultazioni il Presidente si è affacciato alla stampa e subito è partita la domanda della curva: è vero che c'è l'ipotesi di un rinvio di Berlusconi alle Camere? «Il rinvio? E' un'ipotesi fra le altre, spuntata stamattina da chissà dove...» ha cominciato a rispondere il Capo dello Stato. E poi, in un crescendo, a costo di forzare il suo «linguaggio curiale» ha aggiunto: «Berlusconi s'è dimesso spontaneamente, convinto che avrebbe ricevuto un voto contrario e dunque...». Fino alla conclusione: «La sensazione è che non vi sia bisogno d'altro». I tg ultras, tutti, hanno titolato: Scalfaro rinvia Berlusconi alle Camere. Più «falsi tv» di questi, altro che Stranamore e i telequiz. Ma il tifo disperato di Fede & Liguori, Rossella & Mimun per l'uomo della loro provvidenza non basta a spiegare l'inconciliabilità fra il presidente e la Televisione, Scalfaro e lo Spettacolo. Il personaggio di per sé non è serializzatile, come direbbe uno di Publitalia. Significa che, con tutte le sue ambiguità e complessità democratiche e cristiane, per non dire democristiane, Scalfaro non è riducibile a una semplice macchietta come quasi tutti gli altri protagonisti della seconda repubblica. D'altra parte non ha nemmeno saputo o voluto usare il potere di tele esternazione per diventare simpatico-alla-gente come Cossiga. Deludendo in questo le speranze del suo primo sponsor presidenziale, Marco Pannella, che con fiera demagogia l'aveva presentato come «Pertini cattolico». Per questo almeno, non essere diventato un allarmante «Pertini cattolico», i tre o quattro laici italiani debbono al pio Presidente un tenero, commosso ringraziamento Curzio Maltese sse^J

Luoghi citati: Dallas, Italia