Vieni a cena cretino E appare Beruschi di Osvaldo Guerrieri

Con Pambieri a Torino nella pièce di Veber Con Pambieri a Torino nella pièce di Veber Vieni a cena cretino E appare Beruschi TORINO. E bravo Beruschi. La nostra pigrizia classificatoria lo aveva confinato fra i monologanti e i telefarsari. E invece, che stoffa di comico, che attore attento, preciso, perfetto nei tempi, mobile nell'espressione. Enrico Beruschi è coprotagonista all'Alfieri (fino al 15) di quel formidabile pezzo di teatro che è «La cena dei cretini», commedia di Francis Veber già famosa in Francia e in prockito di sbarcare in Inghilterra e in America, dove sarà messa in scena da Mei Brooks. Da noi è arrivata nella versione di Sergio Jacquier e con la regia scrupolosissima di Filippo Crivelli. In questo copione divertente e ben congegnato, figlio diretto delle «pochades» e dei «vaudevilles», Beruschi è (naturalmente) il cretino del titolo. Fa da contraltare e da inciampo all'«intelligente» Giuseppe Pambieri, editore ricco e crudele che, con gli amici, ha escogitato una singolarissima forma di divertimento (rubandola storicamente ai surrealisti): a turno invitano a cena un cretino per trarne tutto lo spasso e il dileggio possibili. Quando arriva la volta di Beruschi, le cose non vanno secondo abitudine. L'editore è stato colpito da una lombaggine e ha litigato con la moglie. Vedersi piombare in casa l'imbecille non gli facilita la situazione. Anzi. L'ospite sembra un suscitatore spontaneo di avversità. La sua dabbenaggine provoca perfino la rottura d'un matrimonio. Ma nella commedia, si sa, ogni male ha in sé il suo rimedio. E mentre Inintelligente» precipita sempre di più nell'angoscia e nel panico, il «cretino» rivela straordinarie doti di recupero, creando momenti di autentico spasso. Prendete la scena centrale del second'atto. La moglie dell'editore sembra definitivamente scomparsa. Potrebbe essersi rifugiata nella garsonnière di un rapace seduttore, ma come scoprirlo? Ci pensa il cretino: convoca un suo collega del ministero delle Finanze, un vero mastino anti evasore, che, grazie alle sue Uste persecutorie, sbroglia la matassa. Non vi diciamo quel che in realtà succede per non guastarvi la festa, ma questo inciso è fra i momenti più irresistibili dello spettacolo. Merito anche di Vittorio Viviani e della sua gustosissima caratterizzazione. Insomma uno spettacolo divertente e del tutto privo di tempi morti. Veber è perfetto, il suo meccanismo comico ha una fluidità magnifica e si avvita su se stesso fino all'ultimo istante. Nella bella scena di Alberto Verso (un salotto lussuoso con quadri d'autore, pochi libri e molti reperti archeologici) Pambieri e Beruschi duettano come clown siamesi. Con loro, e oltre al citato Viviani, contribuiscono al successo della serata Augusto Zucchi, Sofia Spada, Marina Biondi e Mario Marchi. Osvaldo Guerrieri Enrico Beruschi

Luoghi citati: America, Francia, Inghilterra, Torino