La Nato rinuncia a sanzioni

La Nato rinuncia a sanzioni La Nato rinuncia a sanzioni Ma la Cia lancia Vallarme-golpe BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Boris Eltsin tiene ancora saldamente le redini del potere, e l'Occidente, pur criticando le eccessive violenze da parte delle truppe russe, deve appoggiarlo. E' questa la posizione americana sulla guerra in Cecenia, così come illustrata agli ambasciatori dei Paesi Nato da Probe Talbot, vice segretario di Stato statunitense. Talbot si era appena incontrato con il viceministro degli Esteri russo Gheorghij Mamedov, per preparare la riunione che i capi delle due diplomazie, Warren Christopher ed Andrej Kozyrev, avranno martedì prossimo a Ginevra. Appena due giorni fa, parlando alla Commissione spionaggio del Senato Usa, il direttore della Cia James Woolsey aveva sostenuto invece che «la confusione e il disordine regnano nel governo russo», e che l'intervento arma¬ to in Cecenia «non ha fatto che esacerbare le tensioni negli ambienti militari». Ma tant'è: secondo fonti della Nato, «Talbot ha affermato che pur se vi è stato un certo regresso del processo democratico in Russia, pur se vi sono confusioni all'interno del governo e contraddizioni tra i militari, il potere di Elstin è comunque ancora saldo, e bisogna appoggiarlo». Esprimendo un «relativo ottimismo». Talbot ha infatti ribadito che la guerra in Cecenia «è un affare interno della Russia», ma dietro le insistenze degli ambasciatori danese, norvegese e turco, ha aggiunto che «bisogna richiamare Mosca al rispetto dei diritti umani». A fine riunione il Consiglio atlantico si è quindi limitato ad «auspicare» una rapida «soluzione pacifica negoziata» della crisi, chiedendo che vengano fatti passare gli aiuti umanitari alla popolazione. Il nuovo presidente della Commissione Esteri del Senato Usa, Jcsse Helms, ha affermato ieri che le autorità msse potrebbero perdere gli aiuti economici già promessi eia Washington, se proseguiranno le «brutalità» perpetrate dai russi in Cecenia. Aldilà del raccapriccio pubblicamente espresso per la violenza dei combattimenti, del resto, i leader occidentali sembrano orientati a privilegiare una posizione di attesa. Il cancelliere tedesco Helmut Kohl, ad esempio, ha chiesto ieri a Mosca di «rispettare i principi umanitari», ma dichiarandosi contrario all'adozione di sanzioni economiche contro la Russia. Ed il ministro degli Esteri francese Alain Juppé, attualmente presidente di turno dell'Unione europea, ha condannato la proposta della Commissione europea di bloccare un accordo commerciale provvisorio con la Russia. Fabio Squillante

Persone citate: Andrej Kozyrev, Boris Eltsin, Elstin, Fabio Squillante, Gheorghij Mamedov, Helms, Helmut Kohl, James Woolsey, Warren Christopher