« Israele tradisce l'Olocausto »
Choc e indignazione contro il governo Abolita la visita obbligatoria al museo Yad Vashem per gli ospiti, «non siamo uno Stato bolscevico» « Israele tradisce l'Olocausto » Choc e indignazione contro il governo GERUSALEMME. Il museo dell'Olocausto Yad Vashem, dedicato ai sei milioni di ebrei uccisi nei campi di sterminio nazisti, non è più luogo di visita obbligata per gli ospiti dello Stato ebraico, per decisione del ministero degli Esteri. Non lo sono neppure più le alture del Golan occupato e le rovine di Masada, antica fortezza erodiana e luogo dove nel 73 dopo Cristo avvenne il suicidio collettivo di circa un migliaio di zeloti ebrei, che preferirono la morte alla prigionia a Roma. La controversa decisione, soprattutto per quanto riguarda il museo Yad Vashem, ha suscitato da diverse parti aspre reazioni e severe critiche, in particolare nei confronti del viceministro degli Esteri Yosi Beilin, che, secondo la stampa locale, è stato il promotore della decisione. Beilin, a quanto è stato riferito, l'ha motivata affermando: «Non siamo più uno Stato bolscevico che impone ai suoi ospiti i posti da visitare». Un portavoce governativo ha detto che d'ora in poi il ministero degli Esteri si limiterà soltanto a «raccomandare» la visita allo Yad Vashem a chi giunge per la prima volta in Israele perché «fa parte della consuetudine». La decisione ha fatto infuriare il presidente della Knesset, Shevah Weiss - sopravvissuto ai campi di sterminio che l'ha definita «incomprensibile perché lo Yad Vashem è la carta d'identità del nostro popolo». Altri hanno giudicato la decisione «vergognosa» e hanno osservato che le testimonianze del genocidio ebraico raccolte nel museo costituiscono un forte argomento a sostegno di chi vede Israele anche come uno Stato rifugio per le vittime di persecuzioni antisemite. La visita al museo e la deposizione di una corona di fiori nel loculo dove arde la fiamma perenne in ricordo degli ebrei uccisi nei campi di sterminio è stata finora d'obbligo per ogni personalità di governo straniera ospite di Israele. Alcuni mesi fa l'iniziale rifiuto del ministro degli Esteri egiziano Arar Mussa di visitare Yad Vashem aveva suscitato aspre reazioni in Israele, tanto da costringere lo stesso Mussa a ritornare sulla decisione. L'incidente aveva tuttavia lasciato un'impressione negativa. Per quanto riguarda le alture del Golan, sarà l'ospite, a quanto pare, a dover manifestare il suo interesse a visitarle. Secondo fonti informate il nuovo atteggiamento a proposito del Golan - occupato nel conflitto del 1967 e di fatto annesso da Israele nel 1981 - è dovuto alla disponibilità dell'attuale governo israeliano a restituire alla Siria, nel contesto di un accordo di pace, se non tutto, almeno una parte, di questo territorio. [e. st.] Il Presidente della Knesset s'infuria «Vergogna Era la carta di identità del popolo ebraico» L'esterno e l'interno (in particolare la sala con le foto di alcune vittime dei lager nazisti) del museo Yad Vashem dedicato alla Shoah come gli israeliani chiamano l'Olocausto
Persone citate: Beilin, Golan, Shevah Weiss, Yosi Beilin
Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Roma, Siria
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