Scalfaro: serve ancora tempo di Fabio Martini

Il Colle sonda Rifondatone che alla fine gli dà una speranza Il Colle sonda Rifondatone che alla fine gli dà una speranza Sculfarot serve ancora tempo L'incognita sono i numeri in Parlamento ROMA. Alle 10 della sera, alla fine di una delle giornate più dilli cili della sua presidenza, Oscar Luigi Scalfaro è comparso sulla soglia dello studio alla Vetrata e ha affidato ai cronisti un doppio messaggio per Silvio Berlusconi: il governo può essere rinviato alle Camere, ma soltanto se ci sono concrete possibilità che ottenga la fiducia, anche perché «la senzazione» del Presidente è che «sulla base dei documenti parlamentari» e delle «firme» di sfiducia, «non ci sia bisogno d'altro». E quanto ad un reincarico al Cavaliere, certo anche questo è possibile, ma «per ragioni costituzionali chi lo propone deve anche indicare una nuova maggioranza» e «al momento non è così». Chiaro il messaggio di Scalfaro a Berlusconi, che in quegli stessi minuti era riunito a palazzo Chigi con i suoi «lealisti»: o il Polo mi dimostra che ha di nuovo la maggioranza in Parlamento grazie ai transfughi leghisti, oppure - come ha ipotizzato il presidente della Camera Irene Pivetti dopo aver parlato con Scalfaro - «si va verso un nuovo incarico». Nella breve chiacchierata alla fine del secondo giro di consultazione, Scalfaro ha parlato soprattutto dell'ultima delle tante ipotesi spuntata ieri. «Questa mattina ha detto il Presidente con una leggerissima smorfia - non saprei in quale sede, è spuntata l'ipotesi di un rinvio alle Camere del governo Berlusconi: un'ipotesi che può essere sempre esaminata», anche se «certo, ci si trova difronte a spon- tanec dimissioni del Presidente del Consiglio, il quale ha constatato dell'esser venuto meno della maggioranza» che lo sosteneva e che, difronte alle mozioni di sfiducia «non ha atteso il voto», certo che si sarebbe «trattato di un voto contrario». Quanto durerà ancora la crisi? «Per fare cose di qualche serietà - ha detto Scalfaro - qualche tempo ci vuole», anche se per oggi «ci sarà certamente qualche notizia». Per Scalfaro una giornata trascorsa in bilico, col Capo dello Stato che nelle stesse ore cercava di capire se esistevano i numeri per un «governo del presidente», ma anche per il suo opposto: per un nuovo governo Berlusconi. Una giornata in bilico perché a Scalfaro non tornavano i conti. E tutto il suo imbarazzo, il Presidente l'ha raccontato alla delegazione dei Federalisti-liberaldemocratici, il nuovo gruppo parlamentare formato dagli ex leghisti di Gubetti, dai liberali di Costa e da Michelini. Un incontro che era iniziato in un clima scherzoso, con Gubetti che aveva esordito: «Presidente, lei ci porta fortuna, al primo giro di consultazioni eravamo in 20 o oggi siamo in 24!». Scalfaro ride e sta al gioco: «Allora farò un terzo giro...». Ma poi Scalfaro si fa più serio: «Eppure, scherzando, lei Gubetti ha messo il dito su un problema serio: io non ho ancora compreso i numeri reali che ci sono in Parlamento». Il terzetto ha alzato le antenne e Scalfaro si è spiegato: «Bossi mi dice che lui può contare su 93 de- putati su 97, Petrini comunica che ha ricevuto 78 fax - e dunque non 93 -. Poi, su un lancio di agenzia leggo Maroni che dice: Petrini è un ottimista. E allora?». Già, e allora? Davanti ai tre che annotano mentalmente ogni sfumatura dello «sfogo», Scalfaro fa scivolare un'altra frase importante: «Qui, in mancanza di numeri certi, potrebbe quasi venire meno il presupposto di questa crisi...». Certo, uno sfogo quello del Presidente, ma anche un messaggio affidato con sapienza a quei messaggeri di Berlusconi, perché Scalfaro sa che sul tavolo della crisi è comparsa una carta nuova: il rinvio di Berlusconi alle Camere, per preparare un nuovo governo del Polo senza Berlusconi, ma allargato ai Popolari. Una giornata in bilico per Scalfaro, anche perché se i numeri della Lega erano incerti, più o meno lo stesso scenario stava maturando in casa di Rifondazione comunista. Di buona mattina, alle 8,30, Scalfaro si era fatto cercare per telefono Fausto Bertinotti e gli aveva chiesto: «Ma Rifondazione comunista che cosa farebbe davanti ad un governo Prodi?». Bertinotti ha calato la saracinesca ma in tarda serata al Quirinale da Rifondazione è arrivata una telefonata dal gruppo del Senato che annunciava novità a Scalfaro: «Due senatori e cinque deputati sono pronti a votare il governo del Presidente e domani il numero è destinato a crescere...». Fabio Martini i IH Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

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