CAPELLO Juve stai attenta ci siamo ancora

Stasera recupero con la Reggiana, l'allenatore rossonero non vuole abdicare Stasera recupero con la Reggiana, l'allenatore rossonero non vuole abdicare CAPELLI Juve stai attenta ni Siam) MILANELLO DAL NOSTRO INVIATO Fa impressione parlare di zona Uefa là dove, sino a poco tempo fa, lo scudetto era un atto dovuto. Così va il mondo. Gli ex Invincibili vivono esperienze affrontate soltanto all'alba del regno, fra crostate proibite ed elicotteri rombanti. La Juve che galoppa, sfiora appena una squadra costretta a dedicarsi al recupero con la Reggiana, per il quale risultano venduti 150 biglietti: meno, molto meno, delle partite di serie A che si appresta a celebrare capitan Baresi (400). Eppure Fabio Capello ci ha ripensato. Non abdica più. Non abdica ancora. Domenica pomeriggio, dopo il rocambolesco pareggio con il Napoli, si era dato per vinto, aveva firmato la resa. A distanza di due giorni, diconsi due, e a parità di distacco (14 punti) e di posizione in classifica (nona), si ribella: o almeno tenta, o almeno finge. Raccoglie l'accorato appello di Simone («duri, finché matematica non ci separi») e tira dritto: «Se la Juve è lassù, vuol dire che ha dei valori. Complimenti: espugnare Parma, come han fatto loro, non è da tutti. Però noi non molliamo. Guai. Il Milan di Torino, il Milan di domenica è un buon Milan, tonico, /spettacolare, al quale non manca che il gol. Verrà».: Capello ha nostalgia dell'aria che si respira in (alta) quota, e invita a guardarsi da tutte le parti, anche in basso, «perché il campionato è anomalo e la situazione fluida, con i tre punti per vittoria possono ancora succedere tante cose, nel bene e nel male». Lippi, aggiunge, non è un novizio, «sa di calcio e di psicologia, non penso, ahimé, che il potere possa dargli alla testa». E' un Capello strano e teso, quello che si offre ai cronisti: evasivo sulla Juve, furibondo per lo stato del terreno di San Siro («un'autentica infamia»), in rotta con il vicepresidente Galliani per l'orario imposto alla partita odierna. Di sicuro, il suo arrendersi di domenica non è piaciuto alla società. Da qui, la brusca virata: rassegnati un corno. Supercoppa d'Europa (con l'Arsenal, il 1° e l'8 febbraio) e Champions League (i quarti a marzo, con il Benfica) devono stimolare. E i giocatori? Vivacchiano. Esternano con pigrizia. Per Dejan Savicevic, «la Juve è cresciuta, il primato è meritato, l'uomo simbolo è Ravanelli. Che io, se devo essere sincero, non avrei mai e poi mai preso, ma visto che fa gol, e che gol, mi inchino riverente». Provochiamo: e quando torna Baggio? Capello sorride, il Genio oscilla fra uno slancio d'amore («è proprio questo essere primi senza Baggio che mi spaventa») e un amletico e poco romantico «non so». «Chi discute il Codino - salta su Di Canio, ex Juve - non capisce niente. Idem chi mette sullo stesso piano Baggio e Del Piero», un papa e un seminarista. «Al suo rientro, spiega Maldini, non ci saranno problemi. Se non per i rivali». E allora? «La Juve - riecco Savicevic - aveva, ha, più fame di noi. E la fame, nello sport, è fondamentale. Però attenzione: non vedo una Juve capace di uccidere il campionato, il Milan ci riuscì». Maldini e Di Canio scelgono Lippi. E' lui l'artefice primo della svolta. Maldini: «La Juve di Trapattoni si accontentava. La Juve di Lippi no, lo testimoniano le rimonte. Noto uno spirito diverso». Di Canio: «L'ho avuto a Napoli, sa tenere il gruppo, trasmette serenità ma anche baldanza. E poi impiega i giocatori al loro posto, non come qualcun altro». Trasparente, e velenosa, l'allusione al Trap. Fu vera gloria? Di Canio: «Il Parma soffre di vertigini, le milanesi non ingranano e le romane vanno a sprazzi. La Juve, che finalmente ha messo su una buona squadra, si ritrova lì anche perché la concorrenza latita». Maldini non crede a tare psicologiche, ora che la banda Vialli si è riportata al comando: «L'ansia viene a chi insegue, mai a chi guida. E poi, per tradizione, la Juve ci è abituata. Il Milan? Sento parlare di zona Uefa in pericolo. Calma e sangue freddo. In pericolo c'è, se mai, lo scudetto. Avremo anche la pancia piena, ma le raccomando la jella. Non vincere una partita come quella con il Napoli, è stato il massimo. Io non mi dimetto». Il Milan non vince a San Siro dal 2 ottobre (1-0 al Brescia, rete di Simone). «Per come stiamo giocando - si ribella Capello - Jun prima o poi i risultati ci daranno ragione». Da giocatore, con la Juve di scudetti ne conquistò addirittura tre. Tanti quanti gliene ha strappati da allenatore. Di solito, fra gennaio e febbraio, il suo Milan si allacciava le cinture e spiccava il volo. Quella Juve lassù, così spavalda, così milanista nella scorza, suscita rimpianti e invidia. Cicli che vanno, cicli che vengono. Galliani insegue un attaccante di sfondamento e un difensore. Soltanto Brescia e Reggiana hanno segnato meno del Milan (11 reti, 9 fra pali e traverse). Berlusconi chiama sempre. Ma nulla, o quasi, è più come prima. Eranio brontola, Lentini mugugna, Van Basten deambula corrucciato. Il freddo è dentro, non fuori. Roberto Beccantini Savicevic ammette: «La Juve ha più fame di noi, ma non riesco a credere che il suo simbolo sia Ravanelli». Di Canio, frecciata al Trap: «Ora c'è Lippi che mette i giocatori al posto giusto» o? Capello lla fra uno roprio quenza Baggio un amletico on so». «Chi ta su Di Caapisce niensullo stesso ero», un paa. «Al suo dini, non ci e non per i - riecco Sapiù fame di port, è fonnzione: non e di uccidel Milan ci Canio scelefice primo : «La Juve contentava. lo testimoo uno spiri «L'ho avue il gruppo, Fabio Capello è seccato con il Milan che ha voluto giocare in notturna il recupero contro la Reggiana. Il tecnico applaude il primato della Juventus: «Ha dei valori, tuttavia a noi manca soltanto il gol, lo troveremo e per questo non vogliamo mollare». I campioni sono convinti che i maggiori meriti nei successi bianconeri siano di Lippi. «La vecchia Juve - dice Maldini si accontentava, questa non lo fa mai» Savicevic ammette: «La Juve ha più fame di noi, ma non riesco a credere che il suo simbolo sia Ravanelli». Di Canio, frecciata al Trap: «Ora c'è Lippi che mette i giocatori al posto giusto»CAPELLI Juve stai attenta ni Siam) Fabio Capello è seccato con il Milan che ha voluto giocare in notturna il recupero contro la Reggiana. Il tecnico applaude il primato della Juventus: «Ha dei valori, tuttavia a noi manca soltanto il gol, lo troveremo e per questo non vogliamo mollare». I campioni sono convinti che i maggiori meriti nei successi bianconeri siano di Lippi. «La vecchia Juve - dice Maldini si accontentava, questa non lo fa mai» ■ Franco Baresi, a fianco, festeggia oggi la 400a presenza in serie A Un traguardo che soltanto 37 giocatori hanno finora raggiunto Nel Milan il capitano ha inoltre collezionato altre 61 gare in serie B

Luoghi citati: Brescia, Europa, Lentini, Napoli, Parma, Torino