Opera di Roma Un «Cellini» miliardario e si rinasce

Opera di Roma Opera di Roma Un «Cellini» miliardario e si rinasce ROMA. Soltanto l'anello di Clemente VIII che Giorgio Giuseppini porterà in scena nelle vesti del Papa non costerà (è un prestito): il resto, per l'allestimento del «Benvenuto Cellini», farà sborsare all'Opera di Roma 2 imbardi e 320 mUioni. «E' giusto scegliere un'opera spettacolarmente grandiosa, che richiede la presenza in scena di oltre 200 persone e la confezione di 370 costumi, per l'apertura di un teatro lirico dal bilancio sempre in rosso?». Su questa domanda sono nate le polemiche della vigilia dell'inaugurazione della stagione dell'Opera, prevista per sabato prossimo, con il «Benvenuto Cellini» di Berlioz, messo in scena da Gigi Proietti con la direzione dell'orchestra affidata a John Nelson. «Per l'avvenire dell'Opera di Roma - confessa il nuovo sovrintendente Giorgio Vidusso nel rispondere alle critiche questa scelta è la prova del nove. Per interessare il pubblico giovane occorre ricorrere ad opere con temi legati alla psicologia moderna. E ho scelto "Benvenuto Cellini" perché è una delle poche opere che consentiva tra l'altro di valorizzare le residue forze di questo ente lirico afflitto da parecchie controversie interne». Sabato sera siederanno nel palco di Vidusso, il collega Carlo Fontana della Scala di Milano e il direttore artistico del Covent Garden di Londra, interessati a trasferire nei loro teatri questo allestimento. Vidusso è ottimista sul successo di questa sua «operazione immagine». Dice: «Ho rifiutato l'ovvio, non mi sono lasciato conquistare dalle mode dell'effimero. Non ci saranno le star, ma non sono indispensabili. Le nostre scelte non sono più affidate alle agenzie». [e. b.j

Luoghi citati: Londra, Milano, Roma