Per la lira un martedì da brividi

L'Ecu sfonda quota 2000. Piazza Affari non rallenta la discesa (-1,48%) L'Ecu sfonda quota 2000. Piazza Affari non rallenta la discesa (-1,48%) Per la lira un martedì da brividi // marco vola a 1061, tassi sotto pressione ROMA. «Muro contro muro» uguale capitali che scappano, uguale paura di crisi finanziaria; e di conseguenza nuovi record di ribasso per la lira. Con il marco tedesco la perdita è stata di oltre l'l% in un solo giorno, un evento raro. Si è sfiorata quota 1060, si è arrivati fino a 1061 a New York; in serata si era un po' oltre 1057. Va giù anche la Borsa, con l'indice Mibtel in calo dell' 1,48%. Sui mercati europei sono sotto tiro le monete dei Paesi dove è difficile governare, e l'Italia è in testa. Ma ieri operatori finanziari, banchieri, industriali, si domandavano soprattutto se la Banca d'Italia aumenterà il tasso di sconto. Dopo le parole pronunciate lunedì dal governatore Antonio Fazio a Basilea, i campanelli d'allarme hanno suonato nella tarda mattinata di ieri. I tassi di interesse a breve sui mercati, complicata bussola di ogni banchiere centrale, sono «usciti dal binario», sono alla soglia massima (8,5%) coerente con l'attuale tasso di sconto del 7,5%. Il denaro più caro, lo sanno tutti, rallenterebbe una ripresa economica che già di per sé non sta creando nuovi posti di lavoro. Voci di un rialzo imminente hanno cominciato a circolare incontrollate. C'era chi lo dava per la serata di ieri. Poi non è successo nulla. No. Fonti ben informate ritengono che nell'immediato il tasso di sconto non aumenterà. Ma Fazio ha voluto avvertire gli operatori: non avrà ritegno ad alzarlo. Lo strumento è lì, può essere usato doloroso ma utile - per frenare le speculazioni, per riguadagnare fiducia. Chi raffigura la Banca d'Italia ormai paralizzata, incapace di districarsi tra i vincoli contraddit¬ tori che stringono l'economia italiana, ha torto. Il rialzo dei tassi di mercato registrato ieri vuol dire per l'appunto, secondo gli interpreti del pensiero del governatore, che il messaggio è stato ricevuto, è stato ritenuto credibile. Ma intanto l'instabilità politica continua a spingere l'Italia in una spirale di aspettative negative. Per chi si diletta a collezionarli, gli effimeri record negativi sono svaria- ti: non solo il marco a 1057,06 (il precedente massimo era 1048,97 il 20 dicembre) ma l'Ecu per la prima volta sopra duemila lire, il franco francese sopra 305, lo scellino austriaco sopra 150. I tassi di interesse a lungo termine, quelli che Fazio spera di abbassare e non di alzare, quelli che minacciano di rendere insostenibile il nostro debito pubblico, sono ancora cresciuti. Ieri ha toccato i 5 punti il divario con la Germania che i tecnici misurano sui rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni. E' questo l'indice consueto del «rischio Italia», sceso in tempi migliori fino a due punti e mezzo. «Scenderebbe di due punti con un governo forte, con dentro persone come Dini, Prodi e Monti», sostiene l'economista Fabrizio Onida, prorettore della università Bocconi. «Fazio ha ragione, e ce ne vorrebbero cento come lui a spiegare queste cose: corriamo veramente il rischio di perdere il controllo dell'economia», dice Giancarlo Pagliarini (Lega), ministro del Bilancio uscente. Il ritorno dell'inflazione, che il governatore teme e che l'eventuale rialzo del tasso di sconto servirebbe a combattere, spingerebbe i sindacati ad abbandonare quel contenimento dei salari che è uno dei capisaldi della ripresa. Lo ha segnalato ieri la Cgil. Ma nelle parole del segretario generale aggiunto Guglielmo Epifani c'è un'importante novità: nell'interesse comune della lotta all'inflazione il sindacato accetterebbe una immediata manovra economica-bis. Su questa urgenza, ormai, concordano tutti. Un nuovo governo formato rapidamente che intervenisse con estrema prontezza potrebbe evitare l'aumento del tasso di sconto. «Non c'è nessuna cospirazione contro l'Italia - sostiene l'esperto di Moody's, la famosa agenzia internazionale di valutazione dei crediti - è che tutti hanno capito quanto sia difficile una politica di austerità». E intanto la lira crolla. Gli economisti in allarme La Cgil dice sì a una manovra-bis 1.060 1.058 1.056 1.054 1.052 1.0501 1.048 1.046 1.044 1.042 1.040 20 DICEMBRE INIZIO DIBATTITO ALIA CAMERA SUL GOVERNO J 1.048,97 22 DIC. DIMISSIONI GOVERNO 1.041,28 Antonio Fazio Il suo allarme sui tassi trova riscontri nei mercati

Persone citate: Antonio Fazio, Dini, Fabrizio Onida, Fonti, Giancarlo Pagliarini, Guglielmo Epifani, Prodi

Luoghi citati: Alia, Basilea, Germania, Italia, New York, Roma