«C'è una gang di commercianti d'organi» di Fabio Albanese
«C'è una gang di commercianti d'organi» L'indagine partita dalla denuncia di un giovane asiatico: ho ceduto un rene «C'è una gang di commercianti d'organi» Il giudice: opera in Italia, interventi in India I PREDATORI DEL CORPO OCATANIA UKLLO che era un semplice sospetto adesso si sta rivelando una certezza: in Italia esisterebbe un'organizzazione in grado di assicurare: trapianti di organi a pagamento, eseguiti in India. La conferma arriva da Angelo Busacca, sostituto procuratore presso la pretura di Catania; da due mesi indaga sulla vicenda di un giovane indiano, Khan Layeekulla, che ha denunciato l'uomo a cui dice di aver dato un rene, il catanese Filippo Bonaccorsi. «Abbiamo registrato un notevole flusso di persone - spiega Busacca - che si recano in India per ottenere il trapianto di un organo in cambio di soldi. Ma l'inchiesta non è ancora conclusa». Adesso, infatti, si cerca di capire il metodo con cui vengono selezionati gli aspiranti al trapianto, e si tenta di individuare i responsabili dell'organizzazione che avrebbe una sede centrale, forse a Roma, e alcune «succursali» sparse per la penisola. Nei giorni scorsi è stata interrogata una romana che da tempo vive a Bombay e che sarebbe uno degli intermediari. L'indagine ha già accertato decine di casi di pazienti, in particolare di Roma e Catania, ma anche di altre città. Molti sono casi di gente disperata, che non poteva attendere lunghi tempi per un trapianto in Italia. Malati in gravi condizioni avrebbero perfino venduto 0 ipotecato le proprie case, pur di ottenere il denaro necessario per comprare un rene 0 una cornea. «Almeno 15, 20 mila dollari - spiega il giudice Busacca - che servono per pagare l'organo da trapiantare e il donatore, l'organizzazione che lo ha procurato, i trasferimenti aerei, l'albergo e la retta in una clinica privata di Bombay, oltre che il proprio medico personale per chi non si è fidato completamente di mettersi nelle mani dei medici indiani». L'organizzazione penserebbe a tutto, a cercare gli indiani disposti a cedere un organo e perfino al modo come aggirare la legge indiana che vieta la compravendita di organi umani: il «donatore», solitamente molto povero, firma un atto di cessione dell'organo. In cambio riceve una somma, per giunta modesta. Khan Layeekulla nello scorso novembre si presentò con un avvocato davanti al magistrato, per raccontare la sua storia, molto simile a quella di tanti altri suoi connazionali. Il giovane aveva venduto il suo rene sinistro a Filippo Bonaccorsi, un albergatore di Pedara, in cambio di un posto di lavoro e di una casa in Sicilia. Dopo molte peripezie, Khan riuscì a farsi assumere come cameriere nell'albergo di Bonaccorsi; pochi mesi dopo però fu licenziato e così decise di chiedere al giudice di far onorare quell'incredibile contratto. Fabio Albanese L'indiano Khan Layeekulla
Persone citate: Angelo Busacca, Bonaccorsi, Busacca, Filippo Bonaccorsi, Khan, Khan Layeekulla
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