La rivincita della baronessa antimafia

Il ministero dell'Interno apre un'inchiesta dopo le ripetute denunce della donna Il ministero dell'Interno apre un'inchiesta dopo le ripetute denunce della donna La rivincita della baronessa antimafia Calabria, niente tasse sui terreni scippati dai boss SFIDA ALLA 'NDRANGHETA REGGIO CALABRIA O fiducia in questo ministro in eskimo. Mi ha restituito un giusto rapporto con la classe politica, dopo le delusioni che ho subito da quella di Reggio Calabria». Aveva detto così, pochi minuti dopo che Roberto Maroni era uscito dal salotto dove lei, Teresa Cordopatri, il viso reso ancora più affilato dal lungo sciopero della fame, gli aveva raccontato per due ore e più le sofferenze e le umiliazioni che aveva dovuto affrontare. A cominciare dall'uccisione del fratello, Antonio, finito a colpi di pistola quattro anni fa, da un killer, sotto i suoi occhi mentre assieme stavano uscendo da casa. Ieri Maroni ha convocato a Roma i giornalisti per raccontare ciò che gli ispettori del ministero avevano raccolto sulla vicenda della baronessa Cordopatri, con la quale in ottobre era riuscito laddove avevano fallito in molti (a cominciare dalla commissione parlamentare Antimafia) convincendola ad interrompere uno sciopero della fame attuato per lunghe settimane davanti a quel Palazzo di giustizia di Reggio Calabria che l'aveva, tante volte, vista protestare - anche con la presentazione di voluminosi dossier, poi forniti a Maroni, contro i soprusi subiti da parte della 'ndrangheta, da parte della cosca Mammoliti di Castellace di Oppido Mamertina, impossessatasi «manu militari» di terreni da un paio di secoli di proprietà della nobile famiglia reggina. La protesta era stata attuata dalla nobildonna nel momento in cui le erano stati sollecitati i pagamenti di tasse arretrate per quei terreni ormai in mano ai Mammoliti - di cui non aveva più la disponibilità materiale. Maroni, in ottobre, non aveva avuto alcuna esitazione nell'annunziare che avrebbe messo in moto una inchiesta per capire come mai le denunzie di Teresa Cordopatri e del fratello, sebbene gravi, sebbene puntellate da una serie di documenti dal contenuto inequivocabile, fossero cadute praticamente nel vuoto. Ieri il responso, durissimo perché il ministro degli Interni, parlando delle vicende di Teresa Cordopatri, ha riferito di «gravi compromissioni che hanno per¬ messo che ciò accadesse». «Si prenderanno provvedimenti, si cercheranno i responsabili», ha annunziato Maroni facendo correre più d'un brivido lungo la schiena di chi ha visto e saputo e non ha fatto nulla per interrompere una situazione di palese illegalità. Una situazione che, deflagrata in ottobre, non ha inceppato la ottusa macchina della burocrazia statale, tanto che le «teste di legno» che la cosca Mammoliti ha usato per i terreni sottratti con la l'orza della intimidazione alla famiglia Cordopatri fino a novembre hanno percepito aiuti comunitari a sostegno dell'agricoltura. Aiuti nell'ordine delle decine di milioni. Roberto Maroni ha pronta una ricetta: «Girare» le richieste di pagamento delle tasse arretrate da Teresa Cordopatri a quelle persone che hanno realmente beneficiato dei terreni. «Qualcosa si deve fare ha detto il ministro dell'Interno perché è importante dare un segnale forte. Bisogna riparare l'ingiustizia subita. Se qualcuno non lo vuole fare lo costringerò». Diego Minuti La baronessa Teresa Cordopatri

Luoghi citati: Calabria, Oppido Mamertina, Reggio Calabria, Roma