L'ira di papà Kassam

Lira di papà Kassam Lira di papà Kassam «E' solo un arrogante Non gli dobbiamo nulla» TEMPIO PAUSANIA. La «verità» di Graziano Mesina, le pesanti accuse che gli ha lanciato contro nel corso dell'interrogatorio in tribunale, non hanno turbato il padre del piccolo Farouk. Al microfono del telefono cellulare, Fateh Kassam parla con calma, nelle sue parole si intravede un filo d'ironia, di distacco, persino di superiorità e di rancore nei confronti dell'illustre detenuto. «Davvero - domanda - ha detto tutte queste cose? Che un miliardo del riscatto è stato pagato dalla "polizia? Che gli altri soldi li ha messi lui? Sono davanti alla tv, attendo di vederlo nei telegiornali, per rendermi conto», spiega. Non pensa di replicare alle sue affermazioni? «Mesina non merita una mia risposta. E neanche una valutazione su quanto ha detto». Quindi ha raccontato soltanto menzogne? «Per quanto poco, la gente conosce il mio e il suo passato, è in grado di distinguere, di farsi un'opinione, può giungere da sola alle conclusioni e stabilire chi dice la verità». La polizia, quindi, non ha svolto un ruolo determinante nella liberazione di suo figlio? «No, l'ho detto tante volte, non vale quasi più la pena di ripeterlo». Ma Mesina sostiene di aver procurato personalmente un miliardo per consentirle di riabbracciare il bambino. «Se ha detto questo, credo che il fisco dovrebbe svolgere controlli nei suoi confronti. Dovrebbero verificare, per esempio, se ha pagato le tasse su quei quattrini, visto che sostiene di averne avuti tanti a disposizione». Perché Mesina dovrebbe mentire? «Non so dare una spiegazione precisa. Mesina è sempre stato un arrogante, fin dall'inizio di questa storia. Forse stava cercando qualcosa che gli consentisse di riabilitarsi, di tagliare i ponti con una realtà, quella della colla, nella quale ha quasi sempre vissuto e nella quale rischiava di ripiombare». Farouk e lei non gli dovete nulla? «Niente, spero solo che torni dove (in carcere, n.d.r.) è e che ci rimanga proprio a lungo. Più a lungo di quanto per ora ò stabilito». Fateh Kassam non ha altro da dire. D'altronde non avrebbe potuto essere più chiaro e duro nei confronti di chi sostiene d'essersi prodigato per restituire alla famiglia il figlioletto e di aver pagato un prezzo molto salato per la sua disponibilità. Restano le due verità, che appaiono inconciliabili. E' uno dei tanti misteri della Prima Repubblica che si trascinano anche nella Seconda, [c, g.l

Persone citate: Fateh Kassam, Graziano Mesina, Kassam, Mesina

Luoghi citati: Tempio Pausania