Per i «guru» di Wall Street rischiamo la retrocessione
Per i «guru» di Wall Street rischiamo la retrocessione Per i «guru» di Wall Street rischiamo la retrocessione E PAGELLE u N paio di mesi, questo il tempo massimo che Standard & Poor's concede all'Italia prima di riconsiderarne la valutazione del debito pubblico. Se il prossimo governo non darà un deciso colpo di timone per ridurre il disavanzo la conseguenza sarà la revisione al ribasso del voto di «AA» che l'agenzia di rating statunitense assegna attualmente al nostro Paese. Per fare in modo che il «rating Italia» resti così come è ora non c'è che una via: quella di realizzare in fretta progressi concreti sul fronte delle finanze pubbliche, delle privatizzazioni e della riforma del sistema pensionistico. «Non abbiamo intenzione di stare alla finestra aspettando che succeda qualcosa - avverte Konrad Reuss, che dirige la se¬ de londinese di Standard & Poor's -, il rating attualmente assegnato all'Italia sconta già i problemi delle finanze pubbliche e dell'instabilità finanziaria. In ogni caso, prima di ogni eventuale modifica delle nostre valutazioni, studieremo attentamente la situazione, valuteremo con pignoleria ogni progresso ma, soprattutto, terremo d'occhio l'arena politica». Per l'Italia potrebbe scattare quindi il «creditwatch», lo stato di osservazione che deve essere deciso da un apposito comitato dell'agenzia Usa. «Comunque sottolinea da New York Guido Cipriani, responsabile per l'Italia di "S&-P" - ciò che abbiamo riscontrato finora non rende necessaria alcuna azione da parte nostra. Adesso vogliamo vedere quale sarà la nuova lea¬ dership, se aggredirà il deficit, o se perlomeno ne fermerà il peggioramento, e riuscirà a creare un clima di fiducia sui tempi di riduzione del disavanzo. Insomma, aspettiamo che il fumo svanisca per vedere quali sono le prospettive». Sia da Londra, sia da New York il messaggio che giunge è chiaro: a determinare ogni cosa saranno il nuovo assetto di governo e le prossime mosse sul terreno del debito pubblico. «Il peggio - secondo Reuss - sarebbe arrivare ad elezioni anticipate che lascino trascorrere un altro anno senza soluzioni. La cosa migliore, invece, un governo di tecnici che, come primo obiettivo, affronti con determinazione il problema delle finanze pubbliche». E Cipriani sottoscrive: «Ai loro tempi i go¬ verni di tecnocrati guidati da Amato e Ciampi sono riusciti a fare molto». Tutto questo, però, tenendo presente che, nel 1994, le turbolenze politiche non hanno avuto influenze negative sulla ripresa italiana. L'economia reale del Paese si è dimostrata resistente. Perfettamente in linea con la diagnosi di «SS-P» sono le previsioni di un altro grande arbitro della finanza internazionale, la banca d'affari americana Salomon Brothers: il rischio di ulteriori difficoltà continuerà a gravare sui mercati finanziari italiani fino a che non verrà indicato un chiaro impegno a risolvere i problemi della finanza pubblica. Inoltre elezioni immediate, anche se portassero ad un governo più stabile, ostacolerebbero i possibili miglio¬ ramenti del deficit. Attualmente la situazione è di stallo, affermano gli analisti della Salomon Brothers, poiché un governo elettorale non riuscirebbe a introdurre misure fiscali significative prima che si andasse alle urne e un governo tecnico potrebbe avere difficoltà nell'ottenere in Parlamento l'appoggio necessario per far passare importanti riforme. La chiave dell'impasse saranno gli sviluppi politici dei prossimi giorni. Nessuna variazione di rating per il debito pubblico italiano, invece, nei programmi di Moody's. Ma la notizia è solo in apparenza positiva, visto che la valutazione è di «Al», ossia inferiore a quella di «AA» attribuita da Standard & Poor's. A tirare le conclusioni è il Wall Street Journal: il mercato italiano, pur potendo contare su un'economia valida, inizia a scoraggiare anche gli investitori più audaci, così come avviene per Spagna e Svezia. Piazza Affari, continua la «Bibbia» di Wall Street, è sulla lista delle Borse ad alto rendimento e a rischio altrettanto alto. Vanni Cornerò
Persone citate: Ciampi, Cipriani, Konrad Reuss, Reuss, Vanni Cornerò
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