Raffaello in marcia con gli Alleati

«Sotto le stelle del '44»: al Palazzo delle Esposizioni le immagini di sei mesi drammatici e cruciali «Sotto le stelle del '44»: al Palazzo delle Esposizioni le immagini di sei mesi drammatici e cruciali Raffaello in marcia con gli Alleati Arte e spettacolo nella Roma della Liberazione SROMA OTTO le stelle del '44», fino al 28 febbraio al Palazzo delle Esposizioni, ; 1 nasce da un esperimento interdisciplinare che mira ad evocare un momento cruciale e drammatico della storia della città: metà anno passato sotto l'incubo dell'occupazione tedesca, della repressione nazifascista e del fronte di Anzio a pochi chilometri; l'altra metà caratterizzato da un'esplosione libertaria, nelle arti, nelle lettere, ma anche nel costume, nell'intrattenimento, nel cinema. Questi ultimi vissuti sotto la scatenata impronta dei «liberatori» statunitensi della V Armata. E certo nasce dalla trasparente volontà di recupero di una memoria storica che di questi tempi appare fortemente offuscata. Come avviene nel caso di operazioni di questo tipo, il compito è bene assolto dal catalogo delle Edizioni Zefiro: nelle pagine di cronaca e storia di Miriam Mafai e Lucio Villari; sul mondo letterario di Enzo Siciliano («Ho il ricordo di una città compressa da un cielo sempre grigio, e illuminata di notte dal giallo dei bengala... Avevo otto anni»); e nel testo di Alessio Vlad sul mondo musicale, assai vivace nonostante tutto, e a tutti i livelli; di Tullio Kezich e Alessandra Levantesi sulla programmazione cinema- tografica, straordinariamente emblematica del prima e dopo Liberazione (dell' 1 gennaio è L'ultima carrozzella di Mattoli con Fabrizi e la Magnani, sceneggiatura di «Federico» e La vita è bella con Marika Rock; del 26 giugno II sergente York di Hawks, con Gary Cooper, sottotitolato; seguirà in agosto Non sei mai stata così bella con Fred Astaire e Rita Hayworth; nei primi giorni della Liberazione De Sica terminava La porta del cielo, iniziata in marzo nei sotterranei della chiesa di San Saturnino per conto del Centro Cattolico Cinematografico di Luigi Gedda). E le cronache: il 22 marzo è recuperata la salma di Petrolini fra le tombe bombardate al Verano; il 6 aprile va in scena all'Eliseo Quartetto pazzo, con Cervi, la Pagnani, la Morelli, Stoppa; il 7 luglio sono in scena Totò e la Magnani al Valle, Macario all'Odescalchi e Rascel al Quattro Fontane. Il giorno dopo, a Palazzo Venezia si apre una «Mostra del Rinascimento» con Masaccio, Filippo Lippi, Botticelli, Piero della Francesca, Raffaello, Ti- ziano, Tintoretto, Caravaggio (prò restauro da danni bellici), mentre alla Galleria del Secolo in via Veneto espongono De Pisis, De Chirico, Carrà, Mafai, Tosi, Fazzini, Franchina. Il labirintico impianto a diversi livelli di Maurizio Di Puo- lo, violentemente scenico, che invade e sconvolge il piano inferiore, fra legni grezzi e bidoni rossi usati con sostegni e rievocanti quelli con cui gli alleati distribuivano l'acqua ad una Roma stralunata di fame e di sete, è tutto sommato consonante con l'aura di un mondo sconvolto. Di esso le arti offrono un'immagine vitale, drammatica anche nella tragedia nazifascista finale, emergente dal grottesco delle Fantasie di Mafai, dallo sconvolto espressionismo delle grandi opere apoca¬ littiche di Ferrazzi, non prive dell'inguaribile retorica che aveva improntato anni prima i suoi fasti corporativi, dalla rossa violenza delle Battaglie di Guttuso. Fra i fitti gruppi di opere in cui è suddivisa la parte figurativa nella struttura, drammaticamente frammentata, dell'allestimento (volto di Roma, ritratti e autoritratti di artisti e letterati, le mostre nelle gallerie, il collezionismo, la violenza apocalittica, la mostra «Arte contro la barbarie» inaugurata il 23 agosto 1944) sono naturalmente gli ultimi due a evidenziare al massimo lo sconvolgimento. Ma in tutti i gruppi di opere è evidente il fatto che l'urgenza dei tempi ha decretato, nel tessuto sempre più diramato della «Scuola romana», il prevalere del linguaggio dell'ala espressionista, con le esperienze estreme di Guttusn, di Scialoja e di Stradone e Sadun letteralmente plagiari di Soutine, sulle morbidezze dei «tonalisti». In questo clima, trionfa l'altissima qualità dell'intro¬ versione di Fausto Pirandello, delle ceramiche «urlate» di Leoncillo, della scultura della Raphael. Una felice parentesi, sia pure con la sua aura un poco bizantina e decadente da basso Impero, è il recupero da parte di Irene de Guitry e Maria Paola Maino della bottega artigiana di Enrico Galassi, con i cartoni e i mosaici di De Chirico, di Savinio, di Tamburi, di Mazzacurati e le ceramiche decorative di Leoncillo. Marco Rosei Tra le esperienze di Guttuso e di De Chirico prevaleva il linguaggio degli espressionisti A sinistra, particolare di «Massacro», quadro di Renato Guttuso del 1943. A destra «I dirigenti» da «La Fantasia» di Mario Mafai La locandina del film «Roma città aperta»

Luoghi citati: Anzio, Roma, Venezia