Faccia a faccia Scalfaro-Berlusconi di Alberto Rapisarda

Giornata decisiva per la crisi, perde quota il governo del Presidente. L'incognita della Lega Giornata decisiva per la crisi, perde quota il governo del Presidente. L'incognita della Lega Faccia a faccia Scalfaro-Berlusconi Forza Italia cerca di agganciare ipopolari al Polo ROMA. Oggi è la giornata decisiva che orienterà le scelte del presidente della Repubblica. Il secondo giro di consultazioni ufficiali comincerà solo domani ma Scalfaro ha convocato per questo pomeriggio al Quirinale Berlusconi. Dall'andamento del colloquio col presidente del Consiglio dimissionario dipenderà in larga parte la soluzione della crisi: «governo del Presidente» (Dini, Monti, Scognamiglio?) che fa la manovra finanziaria bis, alcune riforme e raccoglie voti a favore o astensioni che gli danno una maggioranza in Parlamento. Oppure, governo «tecnico-politico» (Dini, Urbani di Forza Italia?) con elezioni previste a giugno, che i mediatori centristi, del Polo e non, stanno disperatamente cercando di mettere in piedi, per evitare che Buttiglione si schieri alle elezioni a fianco di D'Alema contro Berlusconi-Fini. Oppure, ma al momento è pura ipotesi da manuale, un «mandato vincolante» a Berlusconi (secondo una prassi utilizzata da Saragat) con l'impegno a presentare al capo dello Stato una maggioranza chiara e precisa. Altrimenti, fuori dalla scena e avanti un altro. Un «vertice» della maggioranza era fissato per questa mattina a Palazzo Chigi ma è stato rinviato alle 19, quando Berlusconi sarà sceso dal Quirinale. In preparazione dell'incontro con Berlusconi, il capo dello Stato avrebbe chiesto ieri a Bossi di dirgli nella mattinata di oggi quanti sono i voti leghisti sui quali lui può contare. Il capo della Lega ha annunciato che farà immediatamente la conta perché «i parlamentari della Lega mi debbono dire sì o no al governo del Presidente». In modo che, par di capire, Scalfaro possa presentare a Berlusconi, in modo credibile, questa ipotesi che è indebolita proprio dalle incertezze provocate dai leghisti «ribelli» al loro segretario. Scalfaro pensa a Scognamiglio, presidente del Senato, per il suo governo e oggi vorrà sapere a Berlusconi se ha pregiudiziali contro e perché. Ma non c'è più aria di scontro in giro. Forse l'esortazione di Scalfa¬ ro a tutti a fare un passo indietro sta dando i suoi frutti. Forse Berlusconi ha ottenuto le garanzie che cercava per le sue tv (dovrebbe rinunziare solo ad una) e per il suo indebitamento con le banche. Da sabato si è abbassato il tono delle polemiche. Da ieri c'è anche un abbozzo di governo senza Berlusconi illustrato dal coordinatore di Forza Italia, Casare Previti. Cioè, da uno che anticipa la scelta che Berlusconi potrebbe presentare oggi a Scalfaro. E', in buona parte, la via indicata da mediatori e «colombe» che sono impegnati in una girandola di incontri. Il nuovo governo, spiega Previti, dovrà trovare la sua maggioranza in Parlamento nell'ambito del Polo, m.? allargata ai popolari. Altrimenti si va subito alle elezioni. Questo governo dovrebbe portare ad elezioni antici¬ pate «in tempi brevissimi sulla base di un programma incentrato su tre punti: manovra economica bis, legge elettorale regionale, regole per le trasmissioni televisive durante la campagna elettorale». In pratica, sarebbe un governo che dovrebbe far votare i referendum, che la Corte costituzionale ammetterà domani, per portare il Paese alle elezioni in giugno. La guida che Berlusconi avrebbe in mente sarebbe affidata all'attuale ministro del Tesoro, Dini. Ma non bisogna escludere Prodi (che è del ppi). Un qualcosa che potrebbe somigliare al «governo di salute pubblica economica» di cui parlava ieri il capo dei deputati popolari, Andreatta. Di fatto, Berlusconi rinunzierebbe all'aut-aut: o me o le elezioni. In cambio, Scalfaro dovrebbe rinunciare al progettato «governo del presidente». «Un passo per ciascuno può sciogliere equivoci e porre le premesse per una grande alleanza moderata» aveva detto Casini, alleato di Berlusconi ma ora deciso ad alzar la voce pur di mantenere il contatto con i popolari di Buttiglione: «Su questo problema non siamo disposti ad accettare aut-aut che servono solo a sospingere verso D'Alema parte del centro politico». E oggi Casini si incontrerà con Buttiglione. Da dove viene a Casini tanta energia? Pannella è insospettito e vede «interferenze ecclesiastiche nella politica quotidiana del nostro Paese». Alberto Rapisarda

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