La cultura del verde

ACCADEMIA DEI GEORGOFILI ACCADEMIA DEI GEORGOFILI La cultura del verde Alberi: una gioia per gli occhi, oltre che LW Accademia dei Georgofili, una delle più prestigiose istituzioni scientifiche non solo a livello italiano, presieduta da Franco Scaramuzza ha intensificato le sue iniziative con temi di grande attualità, come la serie di manifestazioni relative al cambiamento globale che investe il nostro pianeta. Numerosi e qualificati studiosi affrontano le varie tematiche per far capire l'importanza del verde nella difesa e nel ripristino ambientale. Il verde, sia quello territoriale (spazi dotati di funzione ricreativa, produttiva, ecologica), sia quello metropolitano (parchi urbani, giardino pubblici, privati, storici, orti urbani, sponde dei fiumi, verde museale, scolastico ed ospedaliero), determina un miglioramento dell'habitat, che, come è ben noto, è un bene culturale, economico e sociale, ma soprattutto un elemento strategico per l'equilibrio ambientale. Come tale è una risorsa che va innanzitutto conosciuta, quindi conservata, valorizzata, restaurata, inserita nei programmi, nei bilanci, nella gestione della cosa pubblica, almeno con pari dignità di altre infrastrutture della collettività. Basti pensare alla ricchezza in termini di verde rappresentata dalle sponde dei fiumi di Torino, poco utilizzate da parte dei cittadini. Natura e città, spazi verdi e spazi costruiti sono spesso considerati erronea- e un elemento di equilibrio naturale mente come contrapposti, in realtà vanno visti come integrati e complementari. Nel progettare e costruire la città, l'uomo ha trasformato e modificato totalmente l'ambiente plasmandolo, organizzandolo e controllandolo in modo da renderlo rispondente alle sue esigenze. Nel fare questo ha «espulso» gli elementi del paesaggio naturale; senza cercare con la natura un equilibrio, al contrario ingaggiando una lotta per soddisfare i propri fabbisogni di spazio. Studiare la città presuppone di conoscere i complessi ecosistemi urbani; invece manca una sperimentazione seria e puntuale sulle condizioni a cui sono soggette le specie vegetali in città. Si parla sempre in modo approssimativo di innalzamenti termici, di danni da sale e da impermeabilizzazione, di ferite dovute al traffico, tuttavia non si dispone di dati quantificabili al riguardo. D'altra parte, mancano anche dati e metodi adatti a descrivere la perdita di valore estetico a cui va incontro l'albero per le modificazioni di colore, di sviluppo della chioma, di forma delle stesse foglie e talvolta di architettura dell'intero albero. Molte delle specie vegetali attualmente utilizzate nell'arredo verde delle aree urbane derivano da collezioni di piante introdotte e selezionate per il giardino all'inizio dell'Ottocento, quando i criteri di selezione si riferivano a parametri completamente differenti: a quell'epoca non interessavano la rusticità nè le basse esigenze di manutenzione e tantomeno l'inquinamento. Quindi la ricerca effettuata tramite il miglioramento genetico oggi dovrebbe orientarsi verso la resistenza agli inquinanti, all'aridità del suolo (l'acqua è un bene sempre più prezioso); indispensabile risulta pure lo studio del miglioramento del terreno mediante substrati idonei e l'impiego sempre più diffuso delle biotecnologie, che permettono di ottenere specie vegetali con caratteristiche pregiate, ma al tempo stesso resistenti a funghi e insetti, e le varie tecniche di lotta biologica con microerbicidi (ossia funghi in grado di combattere le erbe infestanti). Sull'esempio di quanto accade in alcune città europee è sta> to recentemente compreso anche nel nostro Paese il ruolo importante e polifunzionale che gli arbusti possono svolgere nell'arredo delle aree verdi urbane. Al riguardo è stata finanziata dal Cnr una unità di ricer ca coordinata volta a studiare l'ecofisiologia degli arbusti in aresa urbana; di essa fa parte anche la Facoltà di Agraria del l'Università di Torino. Elena Acc*ti Università di Torino

Persone citate: Franco Scaramuzza

Luoghi citati: Torino