LA SIGNORA VERDI PRIMA TRAVIATA, POI FELICE di Sergio Trombetta

LA SIGNORA VERDI PRIMA TRAVIATA, POI FELICE LA SIGNORA VERDI PRIMA TRAVIATA, POI FELICE Un ritratto di Giuseppina Slrepponi za appena uscita dal conservatorio deve mettersi a lavorare duro, con la propria voce, per mantenere madre e sorelle. Una famiglia dove tutti sono malaticci, dove la tisi colpisce, e dove c'è costantemente urgenza di denari. Lei, Giuseppina, costretta a inscaltrirsi per bisogno, diventa presto una stella dell'opera romantica: canta Bellini, Donizetti, raccoglie allori per tutta l'Italia. Come molte «virtuose» di oggi, sfrutta massicciamente voce e successo. Tanto che a 26 anni l'ugola già vacilla: il debutto alla Scala e l'incontro con Verdi nel '41 giungono nel momento opportuno. Lui, vedovo, se ne innamora subito e da allora non la lascia più. Anche se nelle occasioni ufficiali non la tiene accanto a sé e non la sposa che nel 1859, Verdi rivendica il suo diritto anticonformista a vivere come e con chi preferisce. In una lettera al padre della prima moglie e suo benefattore scriverà: «In casa mia vive una signora libera e indipendente, amante come me della vita solitaria (...) Né io né lei dobbiamo a chicchessia conto delle nostre azioni». Da Milano la scena si sposta TRE figli, nessun marito, molti amanti. Ha 26 anni, una vita complicata alle spalle e sta già perdendo la voce Giuseppina Strepponi quando fa l'incontro fondamentale della sua vita: Giuseppe Verdi. Lei è una donna navigata e molto colta, raffinata musicista, parla francese e legge l'inglese. Lui è bellissimo, ha pochi anni di più e un futuro di grande compositore. La loro avventura si chiama «Nabucco». Per lui è l'opera che lo farà uscire dagli anni di galera e gli regalerà fama, onori e ricchezze. Per lei il successo di «Nabucco» è l'occasione per fare coppia fissa con il suo compositore, stabilizzare la propria instabile situazione sentimentale e lasciarsi alla spalle una vita da traviata. Perché traviata lo fu davvero e Traviata si intitola appunto la bella biografia che a Giuseppina Strepponi prima spericolata e poi saggia cantante del secolo scorso, prima amante e poi moglie di Giuseppe Verdi , ha dedicato Gaia Servadio. Una vita che attraversa quasi tutto un secolo e si allaccia alla vicende politiche e sociali che segnarono Tu¬ nità d'Italia, i fasti di Napoleone III, le conquiste della tecnica e della scienza accanto al flagello ancora imbattuto della tisi e del colera. Un secolo romantico: libero e bigotto. Dove la borghesia trionfa e si celebra a Parigi con le grandiose trasformazioni urbanistiche di Haussmann, e in Italia cerca una identità nelle guerre di indipendenza e nelle opere di Verdi. Dove era possibile a una cantante avere figli fuori del matrimonio, per poi affi¬ darli a balie e famiglie e ignorarli nel resto della propria vita. Proprio come capitò a Giuseppina Strepponi, «la Strepponcina» per gli agenti teatrali, gli impresari e gli amanti, che diede alla luce tre figli di diversi uomini: una bambina morta appena nata e due (Camillino e Sinforosa) rimasti per sempre nell'ombra di una vita da signora per bene. Nasce a Lodi nel 1815, figlia di un musicista, la Strepponi. Il padre muore giovane e la ragaz¬ prima a Parigi, dove per lungo tempo Giuseppina vive tenendo classi di canto; poi, quando la situazione si è definitivamente stabilizzata, a Busseto e successivamente a Sant'Agata nella campagna parmense che diverterà il luogo della loro vita a due. E intanto sullo sfondo scorre il film dell'Italia risorgimentale: le Cinque Giornate di Milano, la Repubblica Romana, Mazzini e Manzoni; più in primo piano il librettista Francesco Maria Piave e il direttore Angelo Mariani e le scappatelle di Verdi. Grandi e piccoli eventi. Sino a quando, unita l'Italia, all'orizzonte degli Anni 70 compare «Aida» e la cantante Teresa Stolz per la quale il mature Verdi concepisce una nuova travolgente passione. Giuseppina si mette da parte, ma non molla un'unghia del ruolo che si è conquistata e morirà moglie legittima, ancorché trascurata, nel novembre del 1897 a 82 anni. Sergio Trombetta Gaia Servadio Traviata Rizzoli pp. 324. L 34.000

Luoghi citati: Busseto, Italia, Milano, Parigi, Sant'agata