Pagate il canone contenti voi di Curzio Maltese

Sulle reti Fininvest spot agrodolci a favore degli abbonamenti Rai Sulle reti Fininvest spot agrodolci a favore degli abbonamenti Rai Pagate il canone, contenti voi FORZA Rai. La Fininvest invita gli italiani a pagare il canone alla tv di Stato. L'iniziativa porta la firma dei direttori di Canale 5, Italia 1 e Rete 4: Gori, Vetrugno e Franceschelli. Ma non è escluso che Silvio Berlusconi ne sia al corrente. Si tratta di una vera e propria campagna, sia pure in sordina. Un cartello, fra uno spot e l'altro, rammenta agli spettatori della Fininvest che debbono rinnovare entro e non oltre la fine di gennaio l'abbonamento alla concorrenza, pena le sanzioni eccetera. Nel contempo si fa notare che i programmi Fininvest sono gratuiti «grazie alla pubblicità». Non esistono precedenti. Nessuna tv privata del mondo finora aveva fatto propaganda (gratis) al canone di Stato. Siamo già al consociativismo via etere o è soltanto una versione un po' spinta e contronatura della pax televisiva? In un Paese già malizioso di suo e per giunta incattivito dalla lotta politica, è chiaro che il cavalleresco gesto è destinato a scatenare le più torbide dietrologie. Qualcuno ricorderà come, dopo l'ultimo ribaltone Rai promosso dalla signora Moratti in contatto telepatico col presidente del Consiglio, le opposizioni avessero minacciato uno «sciopero del canone» contro il «servizio pubblico di Berlusconi». E pare che la campagna abbonamenti di quest'anno non vada molto bene nelle aree del Paese già nelle mani dei comunisti. Altri, meglio disposti verso l'azienda-partito, fanno notare come lo spot Fininvest prò canone coincida con la campagna a favore dei referendum radicali per l'abolizione della pubblicità sulla Rai. Un do ut des: a voi il canone, a noi gli spot. Alla cronaca non rimane in ogni caso che registrare l'inversione a U nella filosofia ultra liberista della Fininvest. Sembra ieri quando Silvio Berlusconi, all'epoca semplice imprenditore, e i fedeli Confalonieri e Dell'Utri combattevano strenuamente, in nome del liberismo e del mercato, la battaglia contro l'iniquo canone Rai, definito in cento interviste e mille conventions «uno spudorato vantaggio dato alle televisioni controllate dai palliti». Abbiamo visto con i nostri occhi stuoli di miliardari in lacrime al Costanzo Show, schierati a difesa dei prosciutti delle telepromozioni, ultimo baluardo della libertà d'antenna di fronte alla «concorrenza truccata della Rai». E tacciare di «nipotino di Stalin» chiunque s'azzardasse a far notare che il canone di Stato si paga in tutta Europa. Ma tutto corre, tutto si trasforma. E' il bello della diretta. Viva la Rainvest, viva l'Italia. Curzio Maltese

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