I pupi di Palermo devono alzare i tacchi?
I pupi di Palermo devono alzare i tacchi? I Cuticchio, la più celebre famiglia di «cuntastorie», costretta a emigrare per mancanza di fondi I pupi di Palermo devono alzare i tacchi? «Nessuno ci aiuta, neanche Orlando, e noi venderemo la collezione» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con l'amaro in bocca il «cuntastorie» e puparo Mimmo Cuticchio minaccia di abbandonare Palermo e di trasferirsi all'estero dopo aver venduto la sua bellissima collezione di pupi siciliani. E' infuriato perché il Coreco, il Comitato Regionale di Controllo, ha bocciato una delibera con la quale il Comune assegnava tre miliardi agli operatori teatrali palermitani. «Venderò anche gli attrezzi di scena, proprio tutto, e me ne andrò da questa città dove ormai non si può lavorare più», minaccia Cuticchio che non se la prende soltanto con i cavilli amministrativi del Coreco ma pure con il sindaco Leoluca Orlando che l'anno scorso l'aveva nominato direttore artistico dell'«Estate palermitana». «Dalla giunta Orlando ci aspettavamo molto di più - dice ora Cuticchio - e invece si è dimostrata peggiore delle altre. La situazione del teatro qui è veramente precipitata e allora vengano a dirmi in faccia che non gliene importa niente del mio teatrino e mi regolerò di conseguenza, alzando i tacchi». Lo sfogo dell'irruento cuntastorie con lunghi capelli e fluente barba rossa, figlio del celebre Giacomo morto anni fa e fratello di Anna, l'unica pupara siciliana, che quanto a temperamento non scherza neanche, perché Cuticchio si attendeva un con¬ tributo di novanta milioni. «Non posso e non voglio illudere la gente sulla possibilità di far teatro a Palermo e così penso che me ne andrò in giro per il mondo a guadagnarmi di che vivere». A parte il breve colpo di fulmine con Orlando l'estate scorsa, Mimmo Cuticchio ha sempre avuto un rapporto conflittuale con il Comune. Anni fa la sua «Macchina dei sogni», una deliziosa rassegna che in undici anni ha richiamato a Palermo un gran numero di artisti da ogni parte d'Europa, fra i quali molti esponenti del teatro di strada, ha stentato a decollare proprio per il disinteresse del Municipio. Per divergenze sulla politica per l'assegnazione dei contributi, mesi fa, si era dimessa da assessore alla Cultura la giornalista Giuliana Saladino che aveva così rotto i rapporti con Leoluca Orlando. Antonio Ravidà Mimmo Cuticchio con uno dei suoi pupi in una foto di tempi più felici
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