Vince il piccolo esperto di Totò

Vince il piccolo esperto di Totò I GIOCATORI Vince il piccolo esperto di Totò Al secondo posto il quartetto dei nonni-volanti SUPERALLENATI E INFATICABILI ROMA. Era prevedibile: le due scommesse più accattivanti hanno guadagnato il primo e il secondo posto nella classifica dei biglietti mihardari. Dall'infanzia alla vecchiaia, come ha detto Frizzi in trasmissione: «Abbiamo qui tutta la vita rappresentata». La scommessa che ha ricevuto più voti è quella del bambino che riconosceva i film di Totò guardandone un solo fotogramma; la seconda classificata è quella dei quattro anziani che correvano la staffetta quattro per cento in un minuto. I veri divi dello show erano loro, scommettitori infaticabili, superallenati, pronti a tutto pur di vincere, esemplari affascinanti di un'Italia spensierata che non ha perso la voglia di giocare e di mettersi alla prova. Hanno età, storie e passioni diverse, ma li unisce il desiderio di riuscire. A tutti i costi. I quattro anziani secondi in classifica si chiamano Ugo Sansonetti, Vittorio Colò, Giuseppe Marabotti e Bruno Sobrero. Raccontano che, da quando sono andati in pensione, hanno deciso di dedicare il loro tempo libero allo sport, in particolare all'atletica leggera. Ai campionati europei veterani hanno guadagnato diverse medaglie d'oro e d'argento. Ed è stato lì che hanno deciso di partecipare a «Scommettiamo che?»: «Lo sport è salute - spiega Sansonetti - soprattutto alla nostra età. Non ci stancheremo mai di ripeterlo». Meno cristallina la motivazione alla base della prova sostenuta da Stefano Greco (quinto classificato), una specie di Schwarzenegger della capitale titolare di una palestra di body building, capace di strappare 40 elenchi telefonici in tre minuti e mezzo. «Hanno costruito - racconta - un magazzino a fianco della mia palestra. Dentro ci hanno messo le pagine gialle degli anni precedenti. E siccome mi è capitato, durante la giornata di lavoro di avere qualche minuto libero, i dipendenti del deposito mi hanno chiesto di aiutarli a strap¬ pare gli elenchi». Adesso, grazie alla trasmissione e alla pubblicità che ne deriva, la palestra è sempre piena di gente e il signor Greco è diventato uno specialista nell'annientamento di elenchi telefonici. Invece per Alessandro Nepa, 14 anni (terzo in classifica), quello del biliardo è un destino segnato: la sua scommessa consiste nel riuscire a mandare in buca con un colpo solo tredici palle. Ma l'incredibile bravura di cui è dotato è un dono di famiglia: il padre è pro¬ prietario di un circolo ed è nazionale di biliardo. Ha vinto venti titoli italiani e ha trasmesso al figlio la sua grande passione tanto da convincerlo a partecipare al programma. Ma Alessandro si difende: «Mi alleno due ore al giorno, per il resto studio ed esco con gli amici. Vorrei laurearmi in ingegneria». Quella di Gianni D'Ascari (quarto), 56 anni, residente a Santa Lucia, provincia di Catania, è una prova che lascia a bocca aperta: esperto di calcio e tifosissimo della Juventus, D'Ascari è capace di riconoscere le partite della Nazionale di calcio dall'urlo del «gol» del telecronista. Ma non basta. Ieri ha perfezionato il suo primato ripetendo a memoria anche la formazione delle squadre partecipanti alla partita riconosciuta. Disoccupato, senza pensione, appassionato di musica e di astronautica, padre di tre figli, D'Ascari tiene viva la memoria allenandosi almeno tre ore al giorno. Luca Lombardi (è arrivato seso), 11 anni, fa parte della schiera di bambini «quasi prodigio»: in 50 minuti, senza l'aiuto di nessuno, è in grado di montare il motore di un'automobile. Abita alla periferia di Benevento, ha visto Roma per la prima volta quando ha partecipato a «Scommettiamo che?», fin da piccolo ha passato ore e ore nell'officina del padre, a pochi metri da casa. E' lì che è nata la sua grande attrazione per i motori. Da grande, manco a dirlo, vuol fare l'ingegnere meccanico. Ma non solo: «Vorrei inventare una macchina capace di camminare senza consumare benzina». L'altro piccolo eroe di «Scommettiamo che?», il vincitore, ha solo sette anni, si chiama Giovan Battista Riga, è nato a Pizzo Calabro ed è capace di riconoscere 30 film interpretati dal principe De Curtis da 3 secondi di fotogramma. Racconta suo padre: «Tre anni fa acquistammo un videoregistratore. Registravamo soprattutto film e, per i bambini, Totò. Solo che non avevamo tempo per mettere a posto le cassette. Una volta ci abbiamo provato, ma non sapevamo riconoscere i film. Giovan Battista disse "Papà, questo è San Giovanni decollato", quest'altro è "Totò, Peppino e la malafemmina". Insomma i primi a restare a bocca aperta siamo stati proprio noi». E quando Titta, il bambino, ha chiesto di poter andare in tv, non hanno potuto fare a meno di accontentarlo, [f. c.l Terza la sfida al biliardo, poi la calcio-memoria quinto lo Schwarzy delle guide telefoniche sesto il bambino che monta un motore Ogni scommettitore aveva una sua originalissima storia alle spalle: chi è diventato un «esperto» per gioco, chi per eredità familiare, chi per un caso

Luoghi citati: Benevento, Catania, Italia, Pizzo, Roma