Donna in rosso preso l'uomo chiave

Si riapre l'inchiesta sull'omicidio della donna trovata sotto un ponte a Moncalieri nel settembre '91 Si riapre l'inchiesta sull'omicidio della donna trovata sotto un ponte a Moncalieri nel settembre '91 Donna in rosso, preso l'uomo chiave E' il nomade slavo ricercato da tre anni Nikola Stojanovic, 24 anni, nato a Sisak, ex Jugoslavia. Arrestato ieri in un accampamento di nomadi nella periferia milanese, a metà tra i Comuni di Rho e Cornaredo. E' lui uno dei testimoni chiave della storia della «donna in rosso», l'omicidio di Franca Demichela, trovata morta sotto un ponte della tangenziale a Moncalieri, il 15 settembre del 1991: la faccia gonfia, sporca di sangue e di terra, addosso un vestito di voile rosso con turbante. Strangolata. Carabinieri e polizia hanno cercato lo slavo per mesi, ma lui era scomparso fin dal giorno del ritrovamento del cadavere. Un caso archiviato, una storiacela nera piena di colpi di scena, un delitto senza colpevole. E un'inchiesta difficile, con due piste: quella della banda degli slavi, seguita da Aldo Faraoni, oggi capo della Criminalpol, allora responsabile della Squadra Mobile, e quella (seguita dai carabinieri del Nucleo operativo) del marito dell'uccisa, Giorgio Capra, funzionario alla contabilità Fiat. Che venne arrestato, passò 18 giorni in carcere, infine venne scarcerato, con tante scuse. Ma adesso, con l'arresto di questo slavo, quell'inchiesta riparte, e riparte da un elemento fondamentale: il racconto di una persona che ha visto Franca Demichela nelle ultime ore di vita. Stojanovic è stato trovato dai carabinieri della compagnia di Rho ieri mattina, durante un controllo nel campo nomadi. Stava dormendo in mia roulotte, i carabinieri lo hanno svegliato e gli hanno chiesto i documenti. Tranquillo, il giovane ha esibito carta d'identità, patente di guida, passaporto. Tutti falsi, intestati ad una persona inesistente. E' stato portato in caserma, identificato. Prima sorpresa: quell'uomo era ricercato dalla procura presso il tribunale di Savona, condannato a 1 anno e 9 mesi di reclusione, e a 15 giorni di arresto per alcune rapine e altri reati. Ma i terminali hanno regalato anche una seconda sorpresa: Stojanovic era ricercato dalla magistratura torinese perché coinvolto nell'inchiesta sul delitto Demichela. Lo slavo è stato portato a San Vittore, in attesa di essere trasferito a Torino. Verrà interrogato dal sostituto procuratore Alberto Giannone, il magistrato che ha ereditato l'inchiesta dal collega Ugo De Crescienzo, e che aveva chiesto l'archiviazione del caso: l'ultima perizia, aveva dato esito negativo. E il pubblico ministero si era rassegnato: il caso era davvero chiuso. Invece no. Tutto da rifare. Si riparte dalla sera del 14 settembre 1991: Stojanovic, assieme agli amici Radenko Nicolic e Nenad Jovanovic, conosce bene Franca Demichela. Un elemento confermato, tredici mesi dopo l'omicidio, da Jovanovic, il più giovane dei tre, che si presentò al magistrato, e raccontò quelle ultime ore: «Abbiamo incontrato la donna in via Roma, siamo andati in un paio di bar, poi a casa sua, in via Buenos Aires 87, dove abbiamo cenato insieme. Alle 21,30 siamo usciti per un caffé, poi siamo tornati a casa». Ma alle 23 i tre nomadi e Franca Demichela escono di nuovo, mezz'ora più tardi la lasciano in piazza San Carlo. Una deposizione che venne valutata con cautela: molte delle cose raccontate erano già state rese note dai giornali. La pista degli «siavi» era stata battuta a fondo fin da subito: la polizia aveva setacciato il campo nomadi di strada Aeroporto alla ricerca di quella Golf nera con targa tedesca dei tre giovani slavi che erano stati visti con la donna. Nessuna traccia dei ragazzi, e la pubblicazione dell'identikit di uno di loro (capelli lunghi e neri) aveva convinto tutti gli zingari a raparsi a zero. La Golf? La trovarono al campo di Collegno, con un'altra targa. I periti confrontarono il terriccio trovato a bordo con quello prelevato vicino al cadavere. Esito negativo: la terra non era uguale. Quella era la perizia che convinse il magistrato a chiedere l'archiviazione. I nomadi? Forse al Sud, forse in Jugoslavia. E invece Stojanovic era a Cornaredo, l'altro chissà dov'è. Ma una cosa è certa: questo slavo sa molte cose, l'inchiesta riparte da lui. Romolo Amicarella Brunella Giovare Il giovane fermato a Milano fu l'ultimo a vedere viva l'amica