i FILM del weekend

«Vanya sulla del weekend di LIETTA TORNABUONI Comico «The Mask» come si vive da effetto speciale Jim Carrey UNO squallido e sfortunato impiegato di banca diventa, grazie a una antica maschera misteriosa trovata nel fiume, un uragano di gomma, un effetto speciale fatto persona: si torce, volteggia, serpeggia, gli occhi rotondi e sporgenti gli fuoriescono dalle orbite, la grossa testa si dilata e si avvita, il cuore gli balza fuori del petto, la lingua gli si allunga come un nastro o un serpente, la faccia risplende fosforescente, la mascella si triplica. Jim Carrey, già protagonista di «Ace Ventura», è un comico contorsionista di prodigiosa elasticità; la Industriai Light & Magic di George Lucas ha fatto il resto. THE MASK di Chuck Russell, con Jim Carrey, Cameron Diaz, Richard Jeni; Usa, 1994 TRIESTE, Cinema Ambasciatori. VENEZIA, Ritz; Corso (Mestre). TORINO, Arlecchino, Olimpia 1, Studio Ritz. MILANO, Arcobaleno, Corso. GENOVA, Universale 2. BOLOGNA, Arcobaleno 2, Capitol 3, Imperiale, Jolly. FIRENZE, Adriano, Astra 1, Eolo 1, Fiamma 1. ROMA, Adriano, America, Atlantic, Augustus 1, Excelsior 1, Majestic, New York, Rouge et Noir, Universal. NAPOLI, Delle Palme, Modernissimo 1, Plaza. BARI, Odeon. PALERMO, Tiffany Teatrale «Vanya sulla 42a strada» LOUIS Malie, senza alcuna ambizione di farne un'opera autonoma, semplicemente come gesto di ammirazione e amore per il lavoro dei suoi amici, riprende uno spettacolo ideato dal regista teatrale newyorkese André Gregory, che insieme con Wallace Shawn fu protagonista nel 1981 di un'altra opera anomala di Malie, «La mia cena con André». Lo spettacolo è una messa in scena dello «Zio Vanja» di Anton Cechov (il nome viene scritto in inglese con la «y» per ragioni di pronuncia; il titolo poteva ragionevolmente venir modificato in italiano) in un adattamento di David Mamet attento soprattutto a ricercare una lingua teatrale contemporanea adatta agli spettatori di questa fine secolo. Preparato e provato per due anni con un gruppo di bravissimi attori amici, lo spettacolo debuttò a New York nell'ottobre 1991 per un pubblico superselezionato. Quest'aria elitaria, elegante e insieme un po' irritante, si cancella subito: ben tradotto e ben doppiato, il testo di Cechov è talmente meraviglioso da affascinare gli spettatori per due ore senza stanchezze, anche al cinema. VANYA SULLA 42» STRADA di Louis Malie con Wallace Shawn, Larry Pine, Brooke Smith, Julianne Moore, Jerry Mayer; Inghilterra, 1994. TORINO, Cinema Massimo Uno MILANO, President BOLOGNA. Odeon C ROMA, Nuovo Sacher NAPOLI, Modernissimo 4 BARI, Abc Drammatico «Con gli occhi chiusi» Atrenta quattro anni Francesca Archibugi lascia il mondo quotidiano, romano, piccoloborghese visto con affetto e ironia nei suoi film precedenti («Mignon è partita», «Verso sera», «Il grande cocomero») e affronta il dramma con la mediazione di uno dei maggiori romanzi d'uno scrittore italiano grande e singolare dell'inizio del secolo: Federigo Tozzi, senese, portato anche dalla propria esperienza a una letteratura dei vinti, alla narrazione di personaggi segnati da destini strazianti e fatali. Restituirne il linguaggio sarebbe stato impossibile. Il film, pur attenuando alcune asprezze del romanzo, gli resta fedele nella sostanza; molto ben fatto e ben recitato, benissimo fotografato da Beppe Lanci, conserva tuttavia nella sua tragicità una lontananza, un distacco, una mancanza di comunicazione. Racconta la storia di un amore inevitabile tra figlia di contadini e figlio del padrone; l'estrema durezza della vita nella campagna toscana quando ancora la Natura non era stata addomesticata e depredata, l'estrema durezza del lavorare nei campi sotto un padrone prepotente, avaro e violento; l'incombere della miseria e della malattia. CON GLI OCCHI CHIUSI di Francesca Archibugi con Debora Caprioglio, Alessia Fugardi, Fabio Modesti, Marco Messeri, Stefania Sandrelli, Angela Molina, Laura Betti, Sergio Castellitto; Italia, 1994 VENEZIA, Cinema Olimpia; Dante (Mestre) TORINO, Doria MILANO, Ariston GENOVA, Palazzo. BOLOGNA, Odeon A. FIRENZE, Goldoni. ROMA, Alcazar, Eden. NAPOLI, Academy Astra, America Hall. BARI, Esedra. PALERMO, Fiamma Drammatico «Intervista col vampiro» Tom Cruise Tom Cruise NIENTE canini aguzzi, niente paletti nel cuore né Crocefissi né aglio («tutte stupidaggini della superstizione europea»). Niente Transilvania: i vampiri sono americani, massimo parigini. Niente mostri: i vampiri sono giovani e bellissimi. Molto eros e Tom Cruise. In una notte del 1991, Brad Pitt racconta a un giornalista la storia della sua vita senza età e senza fine: «Sono un vampiro. Non sono più umano da duecento anni...». Dal romanzo scritto nel 1975 da Anne Rice (editore Salani), Neil Jordan ha fatto un film non bello ma estremamente affascinante, antiquato e contemporaneo, sontuoso e struggente. INTERVISTA COL VAMPIRO di Neil Jordan con Tom Cruise, Brad Pitt, Kirsten Dunst, Antonio Banderas, Stephen Rea, Domiziana Giordano, Laure Marsac; Usa, 1994 TRIESTE, Cinema Nazionale 2 VENEZIA, Rossini; Palazzo 1 (Mestre) TORINO, Lux. MILANO, Odeon 1. GENOVA, Olimpia. BOLOGNA, Adriano, Capitol 1. FIRENZE, Eolo 2, Excelsior. ROMA, Embassy, Eurcine, Garden, Giulio Cesare 1, Maestoso 4. NAPOLI, Modernissimo 2, Santa Lucia, Vittoria. BARI, Kursaal Santa Lucia. PALERMO, Metropolitan Commedia «Occhio Pinocchio» di Nuti LA personale versione di Pinocchio del toscano Francesco Nuti è senza fata dai capelli turchini; con le bugie viste come un'arma necessaria per difendere se stessi; nel paesaggio di Houston (Texas), città che sembra reduce da un attacco di quel gas capace di distruggere gli esseri umani lasciando indenni le cose, le case e le macchine. C'è un viaggio; una ragazza, Chiara Caselli, al posto di Lucignolo come guida nel Paese dei Balocchi dell'amore e del sesso; un conflitto tra padre egoista e figlio vorace. Le moltissime traversie produttive che il film ha subito (litigi, minacce, sospensioni della lavorazione) non sono percepibili. OCCHIOPINOCCHIO di Francesco Nuti con Francesco Nuti, Chiara Caselli, Joss Ackland; Italia, 1994 TORINO, Cinema Reposi MILANO, Astra GENOVA, Verdi BOLOGNA, Arcobaleno 1 FIRENZE, Gambrinus ROMA, Admiral, Ariston, Excelsior 3, Paris NAPOLI, Empire Drammatico «Sole ingannatore» della felicità LA dolcezza del vivere dopo la rivoluzione e anche nei momenti peggiori di Stalin, l'orrore vile del tradimento, la nostalgia cechoviana, l'amore (nonostante tutto) per il proprio Paese, la passione coniugale e paterna, l'eroismo umiliato: con «Sole ingannatore», a quasi cinquantanni il russo Nikita Mikhalkov ha fatto un gran film, non privo di difetti autoindulgenti ma ricco di vita, d'energia e di bellezza, visualmente ammirevole, capace di raccontare la tragedia politica attraverso i sentimenti e la degenerazione totalitaria attraverso le persone. Tutto si consuma durante una domenica d'estate del 1936, l'anno in cuii processi voluti da Stalin portarono a morte l'elite rivoluzionaria e militare dell'Urss, divenuta ingombrante per il dittatore. In una bella felice casa di campagna si confrontano un eroe militare rivoluzionario divorato dalla rivoluzione e un ex controrivoluzionario entrato nella polizia politica e reso infame dalla paura. Alla riuscita del film contribuisce molto il fascino di Mikhalkov, pure interprete del personaggio dell'eroe, bello e nobile, paterno e sensuale; un poco invadente ma graziosa è sua figlia Nadia nella parte della figlia bambina. SOLE INGANNATORE di Nikita Mikhalkov con Nikita Mikhalkov, Oleg Menchikov, Ingeborga Dapkounaite, Nadia Mikhalkov; Russia/Francia, 1994 TORINO, Cinema Centrale MILANO, Eliseo BOLOGNA, Rialto Studio 2 FIRENZE, Alfieri Atelier ROMA, Ciak 2, Mignon Avventuroso «Botte di Natale» Spencer-Hill DOPO otto anni di separazione ecco di nuovo insieme il Grosso e il Bello (il primo sempre più grosso, il secondo un poco disidratato e rinseccolito) nella vicenda di due fratelli divisi. Su preghiera della madre che li vuole rappacificati e riuniti per festeggiare Natale con lei, uno si scatena alla ricerca dell'altro, che come cacciatore di taglie è a sua volta all'inseguimento di un delinquente. Colpi di scena, botte, fughe, sorpresa finale: il film d'azione comico e bonario non si distingue troppo dai molti altri interpretati dalla coppia Bud Spencer-Terence Hill, o anche interpretati singolarmente da ciascuno dei due. BOTTE DI NATALE di Terence Hill con Bud Spencer, Terence Hill; Italia, 1994 TRIESTE, Cinema Nazionale 4 TORINO, Nazionale 1 FIRENZE, Principe 2 ROMA, Capito!, Royal Commedia «Belle al Bar» Di che sesso sei? Eva Robin's e A. Benvenuti EVA Robin's, uomo-donna famoso e bellissimo, è in realtà un cugino di Alessandro Benvenuti, già suo amico d'infanzia, che durante i dieci anni in cui s'erano persi di vista ha cambiato sesso diventando una donna molto seducente. Al suo fascino è pressoché impossibile resistere: specialmente quando dopo dieci anni il proprio matrimonio è in crisi. Benvenuti è un cineasta dotato di caratteristiche assai rare in Italia: mancanza di volgarità, capacità di affrontare in modo accettabile anche i temi più spinosi, un mix interessante di popolare e intellettuale, di realismo, grottesco e fantasia surreale. BELLE AL BAR di Alessandro Benvenuti con Alessandro Benvenuti, Eva Robin's, Assumpta Sema, Andrea Brambilla; Italia, 1994 VENEZIA, Cinema Corsino (Mestre) TORINO, Erba, Olimpia 2 MILANO, Brera 2, Colosseo Sala Alien, Odeon 6 GENOVA, Universale 1 BOLOGNA, Fulgor FIRENZE, Ciak, Vittoria Atelier ROMA, Maestoso 2, Rivoli NAPOLI, President. BARI, Carella. PALERMO, Rouge et Noir Comico «S. P. Q. R. » Sono Pazzi Questi Romani ARoma nell'antichità: il giudice milanese deciso a moralizzare la vita politica battendosi contro tangenti e tangentisti viene messo a tacere dall'appassionata orazione in Senato del senatore Lucio Cinico in lode della corruzione, viene sconfitto e spedito ai lavori forzati. Nella parodia di Carlo ed Enrico Vanzina il messaggero si chiama Faxus (da fax), nella moda trionfa Versacius, a teatro si recitano testi di Pippo Plauto, il magistrato Massimo Boldi e il senatore playboy Christian De Sica non mancano di vestirsi e truccarsi da matrone, il night club in voga è l'Agrippina 'O, Spartacus guida una rivolta leghista. S. P. Q. R. di Carlo Vanzina con Massimo Boldi, Christian De Sica, Leslie Nielsen, Nadia Rinaldi, Anna Falchi, Gabriella Labate; Italia, 1994 TRIESTE, Cinema Nazionale 1. VENEZIA, Excelsior (Mestre). TORINO, Faro, Vittoria. MILANO, Apollo, Maestoso, Splendor. GENOVA, Grattacielo. BOLOGNA, Arlecchino, Fossolo, Nosadella 2. FIRENZE, Manzoni. ROMA, Astra, Barberini 1, Madison 1 e 2, Maestoso 1, Metropolitan, Savoy 1. NAPOLI, Abadir, Arlecchino, Fiorentini, La Perla. BARI, Armenise. PALERMO, Ariston, Rivoli Thriller «Sotto il segno del pericolo» HARRISON Ford nella terza puntata delle avventure del dirigente della Cia Jack Ryan tratte dai romanzi di Tom Clancy (le precedenti puntate erano «Giochi di potere» e «Caccia a Ottobre Rosso» con Sean Connery), stavolta sceneggiata benissimo anche da John Milius, dinamica, divertente, emozionante. Rimasto orfano dell'antisovietismo, lo spionaggio americano s'è scelto come nuovi antagonisti se stesso e i narcotrafficanti latinoamericani, i cartelli della droga e i conflitti-complotti all'interno della Cia. La terza puntata coinvolge persino il Presidente degli Stati Uniti: mentre una parte della Cia (Harrison Ford incluso) lotta con mezzi quasi leciti contro un boss della droga a Bogotà, un'altra parte della Cia (Presidente compreso) all'insaputa del Congresso mette in campo un piccolo esercito americano clandestino guidato da Willem Dafoe che ammazza i narcos e fa esplodere i loro depositi tossici. Computer-spia, tradimenti ripugnanti, superarmi, infamie, coraggiosa ostinazione del patriota onesto Harrison Ford e molto spagnolo maccheronico: «Ninguna risposta», «Io non c'entro para nada», «Chi mi ha fatto questo è un hombre muerto». SOTTO IL SEGNO DEL PERICOLO di Phillip Noyce con Harrison Ford, Willem Dafoe, Donald Moffat, James Earl Jones, Anne Archer; Usa, 1994 TRIESTE, Cinema Ariston. VENEZIA Palazzo 2 (Mestre). TORINO, Ambrosio 1, Capitol, Fiamma. MILANO, Cavour, Colosseo Sala Visconti, Odeon 2. GENOVA, Augustus. BOLOGNA, Metropolitan, Smeraldo. FIRENZE, Portico. ROMA, Fiamma 1, Giulio Cesare 3, King, Maestoso 3. NAPOLI, Alcione, Maestoso, Plaza Sala Bernini. BARI, Galleria. PALERMO, Nazionale Commedia «Sirene» tra piacere e dovere UN curioso film australiano-inglese, con ragazze molto belle e spesso nude al servizio d'un dibattito etico tra piacere e dovere, natura e cultura, espressione e repressione. Si fronteggiano Norman Linsday (Sam Neill), pittore famoso in Australia nella prima parte del secolo anche per gli scandali suscitati dai suoi quadri sensuali e panici, dalla sua vita anticonformista; e un giovane sacerdote (Hugh Grant) appena sposato, incaricato di indurre l'artista a ritirare certe opere considerate blasfeme dalla Chiesa, per evitare un ennesimo scandalo. L'incontro tra i due uomini, le due ideologie e i due sistemi di vita, avviene nella grande casa di campagna del pittore, popolata di modelle bellissime, governata da una moglie-amante provvida e carnale. La visita, prolungandosi per qualche giorno, influenza fortemente il sacerdote e sua moglie, insidiando la loro convenzionalità bacchettona, portandoli a una visione meno rigida dei rapporti: ripartiranno cambiati. Il film non bello, ingenuo a volte sino al ridicolo, ha però una singolarità non antipatica. SIRENE di John Duigan con Hugh Grant, Sam Neill, Tara Fitzgerald, Elle Macpherson, Portia De Rossi, Kate Fisher, Pamela Rabe; Australia/Inghilterra, 1993. TRIESTE, Cinema Sala Azzurra TORINO, Romano MILANO, Ambasciatori, Metropoli BOLOGNA, Capitol 2 BARI, Royal PALERMO, Arlecchino Animazione «Il Re Leone» gran Disney tra gli animali I personaggi del «Re Leone» IL festa-film di stagione, trentaduesimo lungometraggio animato della Disney, è diverso da tutti. Presenta esclusivamente animali senza personaggi umani; non teme sentimenti adulti quali la presenza della morte, le responsabilità di crescere, il tormento del leone-figlio Simba alle prese con il senso di colpa nel timore di esser stato causa della fine del leone-padre. Il film ha avuto negli Stati Uniti all'inizio d'autunno un gran successo ed è stato ritirato per venir riproposto a Natale; e naturalmente come in altri Disney-casi ha dato origine a un vasto merchandising, libri, pupazzi, quaderni, magliette. . IL RE LEONE di Roger Allers e Rob Minkoff; Usa 1994 TRIESTE, Cinema Excelsior. VENEZIA, Centrale; San Marcò (Mestre). TORINO, Adua 400, Charlie Chaplin 1, Eliseo Gran de. MILANO, Mignon, Nuovo Arti, Orfeo Plinius, San Carlo. GENOVA, Odeon, Orfeo, Universale 3. BOLOGNA, Fellini Sala Federico, Giardino, Medica Palace, Moderno. FIRENZE, Astra 2, Fiamma 2, Odeon. ROMA, Academy Hall, Ambassade, Cardanica, Ciak 1, Empire 1, Golden, Gregory, Induno. NAPOLI, Adriano, Ambasciatori, Arcobaleno. BARI, Ambasciatori Orfeo. PALERMO, Abc, Igieia Lido, King Commedia «Junior» Schwarzenegger diventa mamma Arnold Schwarzenegger PER poter seguitare a sottoporre a test un suo farmaco antiaborto, Schwarzenegger, professore universitario (con occhiali, si capisce) al Centro studi sulla fertilità, decide di sperimentarlo su se stesso, si ingravida, porta avanti la gestazione, partorisce una bellissima creatura, intanto s'è innamorato di Emma Thompson e tutto va bene: le famiglie possibili sono di tanti generi. La commedia non misogina né femminista né volgare appare tutt'altro che assurda; non fa ridere, ma induce piuttosto a comprendere e condividere con simpatia i problemi dell'incinto; Schwarzenegger in attesa è molto dolce. JUNIOR di Ivan Reitman con Arnold Schwarzenegger, Danny De Vito, Emma Thompson; Usa, 1994 TRIESTE, Cinema Nazionale 3 VENEZIA, Agorà Mignon (Mestre) TORINO, Ideal MILANO, Manzoni, Odeon 5 e 9 GENOVA, Ariston 1 BOLOGNA, Manzoni FIRENZE, Flora Atelier B ROMA, Europa, Giulio Cesare 2 NAPOLI, Fiamma PALERMO, Jolly Fiabesco «Tim Burton's Nightmare Before Christmas» NEL suo primo lungometraggio d'animazione, Tim Burton di «Edward Mani di Forbice», produttore, creatore del progetto, della storia e dei personaggi, immagina una sorta di rivolta degli abi tanti della cupa città di Halloween, invidiosi del mondo radioso e scintillante del Natale, decisi a sconfiggerlo per imitarlo sotto la guida del capo Jack Skeleton, filiforme, antropomorfo, delicato. Dalla parte di Méliès, nel suo stile romantico e malinconico, con pupazzi e con una particolare tecnica di animazione chiamata stop-motion, Tim Burton fa una dichiarazione d'amore a Halloween, faccia notturna dell'immaginario americano, luogo di fantasmi risorgenti, cimiteri e inquietudini; si schiera con lo spirito del buio e del dubbio contro il sorridente ordine natalizio, lo sostiene come un antidoto alla passività ipnotica delle banalità festose. Con grande talento, immergendosi nell'universo del macabro e del meraviglioso, muta una produzione Disney in essenza antiDisney; trasforma un lavoro supercollettivo qual è sempre il cinema d'animazione in un'opera assolutamente personale e incantevole, poetica, divertente. TIM BURTON'S NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS di Henry Selick con Eric Leighton supervisore dell'animazione; Usa, 1994 TORINO, Cinema Eliseo Blu MILANO, Corallo BOLOGNA, Fellini Sala Giulietta ROMA, Quirinetta NAPOLI, Modernissimo 3 Se durante la settimana volete farvi rileggere queste schede telefonate al 144-66-0919 (952 liie/minutwIVA) In collaborazione con E*. S. Marco Mestre Venezia