Nulla è più vero della finzione di Alessandra Levantesi
Voci maligne, in forse il concerto di Milano? PRIME CINEMA «Vanya sulla 42a strada» di Malie Nulla è più vero della finzione PER raccontare la storia di «Vanya sulla 42esima strada» bisogna risalire al 1989 quando il regista teatrale André Gregory, sulla base di un adattamento modernista del drammaturgo David Mamet, comincia a lavorare sul sublime testo cecoviano con un gruppo di attori assai affiatati. Dopo lunghi mesi il debutto avviene al Victory Theatre, nella spoglia scenografia di qualche tavolo e sedia disposti ad arte da Eugene Lee e alla presenza di un pubblico di massimo trenta persone; e pur con interruzioni dovute agli impegni ora di questo ora di quello, lo spettacolo viene ripreso per quattro anni richiamando spettatori eccellenti. Fra loro il cineasta francese Louis Malie, amico di Gregory dal tempo in cui filmò «My Dinner with André» che si entusiasma e decide di sottrarre la rappresentazione al suo destino effimero, facendola uscire dai confini di Broadway e proponendola alle platee cinematografiche di mezzo mondo. Anche se il film proposto da noi nella duplice versione originale e italiana fa risorgere la vecchia discussione sull'inopportunità del doppiaggio, almeno in casi come questo. Si comincia sulla 42esima con interpreti e regista che fanno il loro ingresso alla spicciolata, come per una prova, nel «New Amsterdam»: un bellissimo teatro costruito alla fine del secolo scorso, già tempio delle «Ziegfeld Follies» e ora in stato di abbandono. Vestiti con gli abiti di tutti i giorni, gli attori si riuniscono nella platea fatiscente e, tra una chiacchiera e l'altra, passano a scambiarsi le battute del dialogo dolceamaro, trasferendoci a sorpresa dalla quotidianità dell'esistenza a quella della finzione. Sarebbe piaciuta molto al drammaturgo russo questa versione americana, prosciugata dei crepuscolarismi di maniera: dove Sonia (Brooke Smith) sfodera solida energia invece che patetica rassegnazione, Elena (Julianne Moore) sofferta consapevolezza della sua natura di seduttrice, Astrov (Larry Pine) ispirata lucidità e Vania (Wallace Shawn) buffonesca ironia. In perfetta complicità con Gregory e la recitazione naturalistica dei bravissimi interpreti, Malie sostituisce le sue inquadrature ai movimenti di scena sintonizzandosi sul ritmo se- greto del testo, imprimendogli scorrevolezza e facendone risaltare l'umorismo e l'implosa violenza. Alessandra Levantesi VANYA SULLA 42" STRADA Di Louis Malie André Gregory, Julianne Moore Brooke Smith, Wallace Shawn Usa '94, drammatico Cinema: Nuovo Sacher di Roma Massimo 1 di Torino Presldent di Milano Una scena di «Vanya sulla 42a strada»
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