«Un popolo di scialacquatori»

«Un popolo di scialacquatori» «Un popolo di scialacquatori» De Crescenzo: meglio la roulettMa anche io sfido la fortuna» Signor De Crescenzo, facendo la media statistica risulta che gli italiani nel '94 hanno comprato ognuno un biglietto di lotteria. Ha partecipato anche lei alla grande festa? «Sì, uno lo compro anch'io, tutti gli anni. Ma non più di uno, perché alla Fortuna una possibilità di trovarci bisogna darla, oltre mi sembra uno spreco. La Fortuna va aiutata, ma una volta sola: a che serve comprare dieci biglietti? Tanto le possibilità non aumentano. Allora è meglio dare qualche biglietto da mille in più ai lavavetri, quelli ai semafori...». Ma da dove viene tutta questa frenesia di gioco, voglia di sognare, forse? «Anche, ma non si tratta solo di quello. In realtà siamo un popolo di scialacquoni, giocano più i poveri dei ricchi, come nella mia Napoli, e senza avere la minima idea del calcolo delle probabilità: se compro un biglietto della Lotteria Italia ho una possibilità di vincere su ventinove milioni, se gioco al Rosso e Nero ne ho invece il cinquanta per cento. Sa che le dico? Alla fine trovo che la roulette sia un gioco più onesto della lotteria». Comprato il biglietto, che fa, attende con ansia l'estrazione? «No, pensi che a volte lo regalo, sfidando la Fortuna! Lo consegno a qualcuno che mi è amico, come per dirgli: ecco, tieni, ti sto regalando un pezzo di carta Luciano De Cre cenzo che forse vale alcuni miliardi, o quantomeno diverse centinaia di milioni. E io potrei senz'altro essere uno di quei molti sbadati che dimenticano di ritirare il premio». Per la gioia del fisco.... «Infatti. A proposito, non ho mai capito perché lo Stato si ostina a boicottare le case chiuse, dicendo che sono immorali, e poi organizza queste lotterie faraoniche. Almeno nei bordelli la contropartita sarebbe immediata, qui invece c'è una possibilità su tanti milioni, sono soldi persi, e lo Stato ci lucra pure sopra». Però il primo premio è di sette miliardi, non è poco, non trova? «Indubbiamente, ma sarebbe più giusto dare settemila premi da un milione ciascuno. E poi, che ci fa uno, con sette miliardi di lire? Se è povero, rischia di impazzire. Noi italiani siamo proprio gente che fa di tutto per rovinarsi la vita». «Gratta &■ Vinci» ha ottenuto nel '94 un enorme successo, secondo lei a che cosa è dovuto? «Lì funziona l'immediatezza del premio, è piccolo ma non ci sono attese, si gratta e si sa subito com'è andata. E' una forma ideale di concorso, adatta ai tempi moderni, rapida e senza troppi orpelli. Si potrebbe ribattezzarla: Maledetti & Subito». Paolo Potetti Per lotterie e concorsi come Lotto e Totocalcio il '94 è stato un anno da record Luciano De Crescenzo

Persone citate: De Crescenzo, La Fortuna, Lotto, Luciano De Crescenzo, Paolo Potetti

Luoghi citati: Italia, Napoli