Il cassiere di Riina: votate per il Polo

£ Depositate a Palermo le intercettazioni dei Servizi: Mandatari è in carcere da un mese £ Depositate a Palermo le intercettazioni dei Servizi: Mandatari è in carcere da un mese Il cassiere di Rima: votale per il Polo Forza Italia e An: è un millantatore ROMA. Il commercialista inquisito per mafia, quel Pino Mandalari finito in carcere all'alba del 13 dicembre scorso, faceva la campagna elettorale per Forza Italia e Alleanza nazionale. Sul suo telefono ne sono rimaste tracce evidenti, e non solo perché agli amici confidava che il partito di Berlusconi «è l'unica speranza che c'è oggi per il Paese». Dai contatti avuti da Mandatari nei giorni a ridosso del voto del 27 e 28 marzo per il nuovo Parlamento, si capisce che il commercialista s'è dato da fare per organizzare manifestazioni e campagne «porta a porta» in favore dei candidati del «polo del Buon Governo». Le telefonate di Mandalari uno che secondo i giudici di Palermo «è per Cosa Nostra uno degli elementi fondamentali di raccordo con la società civile, un punto di riferimento costante per il riciclaggio di guadagni illeciti, per i contatti con il mondo giudiziario, politico e sociale» - sono state depositate presso il tribunale della libertà che sarà chiamato a giudicare sulla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali del commercialista. E il settimanale Panorama ne pubblica ampi stralci, accompagnati ad un'intervista con il presidente dei senatori di Forza Italia, Enrico La Loggia, uno che Mandalari, in un colloquio intercettato dagli uomini del servizio centrale operativo della polizia, dice di aver incon- trato. Ma La Loggia smentisce. «Questo Mandalari - dice il senatore - a giudicare dalle sue millanterie, dev'essere davvero un personaggio poco raccomandabile». La Loggia nega di aver mai visto il commercialista accusato di lavorare anche per Totò Riina: «Io non ricordo di averlo mai incontrato né conosciuto, benché in campagna elettorale si venga a contatto con migliaia di persone...». Ma anche altri personaggi politici, la cui voce è rimasta incisa sui nastri delle intercettazioni, saranno ora chiamati a spiegare i loro rapporti con Mandalari. La sera del 30 marzo 1994, ad esempio, due giorni dopo i risultati elettorali che avevano sancito la vittoria del¬ l'alleanza tra Forza Italia e gli ex-missini, il commercialista chiamò sul telefono cellulare il neo-senatore di An Filiberto Scalone, eletto nel collegio di Palermo. E a Mandalari che si congratulava per la «bella affernazione», il senatore rispose: «Grazie, grazie. Affermazione di noi tutti e degli amici che avete collaborato. Tutti assieme abbiamo vinto». Mandalari lo invitò ad un brindisi, e Scalone accettò: «Va bene, alle 20, sarò puntualissimo. Non ho parole per ringraziarti». Ieri sera Scalone ha commentato così quella telefonata: «Ho ricevuto complimenti e congratulazioni da parte di migliaia di persone... Avrò ringraziato anche il Mandalari, come ho ringraziato tutti con le parole di circostanza. Ma con lui non ho mai avuto rapporti né politici, né professionali né di alcun tipo». Il giorno prima della telefonata con Scalone, il 29 marzo, all'amico primario di ginecologia Casimiro Giannola, Mandalari aveva annunciato: «Una vittoria strepitosa, bellissima. Tutti i candidati amici miei, tutti eletti». Un vanto non da poco per il commercialista che, sempre secondo le accuse mossegli dalla Procura di Palermo, «è stato il punto di convergenza di contatti massonici non ufficiali che lo hanno reso potente e ricercatissimo dispensatore di favori, procacciatore di voti, consulente economico e gestore di beni mafiosi». Sulle intercettazioni telefoniche ordinate dai magistrati palermitani s'è già scatenata la prevedibile pioggia di reazioni. Il coordinatore di An Gianfanco Fini liquida la cosa con poche parole: «Mi sembra una volgare calunnia, la magistratura faccia le sue indagini», ma il vicepresidente dell'Antimafia Arlacchi ha chiesto alla presidente della commissione Tiziana Parenti di acquisire la documentazione e di «convocare urgentemente la commissione per discutere le azioni da intraprendere al proposito». Anche il capogruppo della Lega all'Antomafia Serena vuole i documenti e un'immediata riunione «per far luce sulla vicenda». [gio. bia.] Il commercialista avrebbe anche telefonato al senatore Scalone per felicitarsi dell'elezione Sotto il presidente dei senatori di Forza Italia Enrico La Loggia, a sinistra Tiziana Parenti, presidente dall'antimafia £

Luoghi citati: La Loggia, Palermo, Roma