«Ho già speso 2 miliardi» di Raffaella Silipo
«Ho già speso 2 miliardi» «Ho già speso 2 miliardi» II Cavaliere: non una lira dallo Stato POLITICA E DENARO SIAMO stati eroici, altro che, in questi mesi. Dovete esserne consapevoli e gridarlo a tutti. E sapete perché? Perché quelli ru-ba-va-no ed ora si trovano davanti al primo governo onesto». Silvio Berlusconi arringa i suoi con la prova più evidente e tangibile della «novità» di Forza Italia, facendosi i conti in tasca. Che parlano chiaro, come piace a lui: mentre tanti governi passati attingevano alle casse dello Stato per finanziare personali interessi, il premier uscente ha pagato di persona la permanenza a Palazzo Chigi. Mica poco: due miliardi, «perché sono un servitore dello Stato e non voglio approfittare di una lira dello Stato». La lista delle spese sostenute dal Cavaliere inizia con i regali «di rappresentanza» ai capi di Stato e di governo stranieri, in occasione del vertice di Napoli: ha acquistato di tasca sua un prezioso cammeo fiorentino montato in oro. Un gesto analogo, benché di minore entità, si ricorda abbia fatto Sandro Pertini per la visita in Italia della madre dell'allora presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter. Volle a tutti i costi offrirle un foulard. Fa da controcanto Ciriaco De Mita, che al contrario attinse ai fondi del ministero per un regalo «personale», in occasione delle nozze tra il figlio di Fanfani e la figlia di Bernabei. Mai centrino da tavola ebbe tanta pubblicità. A spese di Berlusconi anche il restauro dell'appartamento presidenziale a Palazzo Chigi: 300 metri quadri per nulla amati dai passati Primi Ministri, infatti l'ultimo che ci abitò fu Amintore Fanfani nei primi Anni 80: allora a pagare i lavori fu lo Stato, si parlò di ristrutturazioni «fastose», ma un sopralluogo del professor Sgarbi pare smentire almeno in parte: «Ambiente monotono e malinconico, aria di prefettura di provincia». Berlu¬ sconi è più diretto: «Uno schifo». Tutt'altro aspetto ha adesso, dopo che ci ha messo le mani l'«interior designer» Giorgio Pes, arredatore del «Gattopardo» di Visconti. Le uniche spese a carico del contribuente sono state per il pavimento, completamente rifatto: le piastrelle della signora Maria Pia evidentemente rendevano necessario un intervento radicale. Berlusconi ha attinto al suo portafoglio anche per gli spostamenti in aereo ed auto (prima di passare sotto le cure dell'Amministrazione statale), per la guardia del corpo e per il vettovagliamento, cuoco personale compreso. Trattasi del famoso Michele Persechini, 32 anni, quello che ha servito gli spaghetti «notturni» a Bossi, nella rovente estate di Arcore. Dei collaboratori più stretti, evidentemente, il Cavaliere non può proprio fare a meno: per tenere accanto a sé Mity Simonetto, fedelissimo angelo custode dell'immagine, l'ha fatta assumere con decreto ministeriale dalla Presidenza del Consiglio. Per concludere la serie di rinunce, Berlusconi ha anche rifiutato l'indennità da Presidente del Consiglio: sei milioni e mezzo al mese, prima di lui l'aveva già fatto Carlo Azeglio Ciampi «ideologicamente contrario ai doppi emolumenti». In tutto, due miliardi. Una cifra notevole, anche per il primo contribuente d'Italia. Il pidiessino Zani maligna:'«Se le spese per reggere le sorti di Palazzo Chigi in soli 7 mesi ammontano a due miliardi, si è già creato un precedente per cui un premier che durasse un'intera legislatura dovrebbe disporre solo per le spesucce personali di circa 15 miliardi. E' chiaro: l'alternanza è possibile solo tra miliardari». In ogni caso per Zani «non è giusto mettere un uomo nelle condizioni di dover sostenere un onere così eie- vato, sia pure per servire lo Stato». Soprattutto quando ai molti oneri, come in questo caso, non sono corrisposti altrettanti onori. Eppure, Berlusconi è amministratore oculato: crede soprattutto nel «mattone», paga 11 miliardi di tasse l'anno ma non dimentica mai di detrarre dall'imponibile le 262 mila lire che gli spettano per i tre figli a carico. Avrebbe investito due miliardi nel ruolo di Presidente del Consiglio, se non fosse convinto davvero di sedere a Palazzo Chigi «fino al 2000 e oltre?» Raffaella Silipo Veronica Lario
Luoghi citati: Arcore, Italia, Napoli, Stati Uniti
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