Buttiglione e il pds flirt a metà

E Formigoni guarda a destra: «Liste uniche con la Quercia? Un'intesa innaturale vietata dal congresso» E Formigoni guarda a destra: «Liste uniche con la Quercia? Un'intesa innaturale vietata dal congresso» Buttigliene e il pds, flirt a metà «Se si vota saremo costretti a un 'alleanza» ROMA. «Buuiglione: elezioni insieme a pds» Un flash d'agenzia con questo titolo appare sui computer delia sala stampa di Montecitorio all'ora di pranzo. Il Tg2 lo riprende e scoppia «il caso». Il ppi si sta preparando ad andare alle urne con la Quercia? Roberto Formigoni, in odor di filoberlusconismo, ha un sobbalzo: «Sarebbe un'intesa innaturale - replica - la maggioranza del congresso ha scelto di non fare accordi del genere e nessuno può sottrarsi a quelle decisioni». E pensare che poco prima l'esponente del ppi. replicando a Berlusconi che lo dà in uscita dal partito popolare in caso di un'alleanza con il pds, aveva detto: «Le frasi ipotetiche si reggono sulla premessa, ma se manca la premessa...». E la premessa, a questo punto, parrebbe non mancare. Cesare Previti già attacca Buttiglione e lo accusa eli «svendere il ppi a D'Alema». Ma dopo qualche ora. in serata, arriva la smentita di piazza del Gesù. Le agenzie riprendevano alcune frasi rilasciate da Buttiglione a Panorama. Eccole, testuali: «Penso che ci siano ancora i margini perché prevalga la ragionevolezza. Sia chiaro però che noi non temiamo le elezioni. Nell'ultima tornata amministrativa la gente ci ha seguito anche nell'alleanza con il pds». Commento dell'ufficio stampa del partito popolare, chp critica duramente il Tg2: -Da qui a titolare che il ppi andrà alle elezioni insieme al pds ce ne corre». Peccato, pero, che su per giù alla stessa ora Massimo D'Ale- ma stia rilasciando dichiarazioni che vanno in senso opposto rispetto a quella smentita: «Se si va al voto - avverte il segretario della Quercia - centro e sinistra andranno uniti. Abbiamo già discusso una rosa di possibili premier». Allora, onorevole Buttiglione, come stanno veramente le cose? Lei ha sempre detto che in caso di elezioni immediate il ppi sarebbe costretto ad andare con il pds: è così? «Sì». Quindi quella del suo ufficio stampa non è una vera e propria smentita? «No». Dunque? «La mia linea non è ouelia di al¬ learmi con il pds: io non auspico una simile prospettiva. Io voglio riorganizzare un'area di centro. Certo però che se le elezioni diventano un referendum tra uno schieramento plebiscitario e autoritario, e uno schieramento democratico, noi staremo in quest'ultimo fronte». Ma Formigoni le ricorda il pronunciamento del congresso. «Ci sono situazioni straordinarie in cui non si può assistere con indifferenza alla svolta plebiscitaria del Paese. Situazioni in cui bisogna fare fronte comune contro questa deriva». D'Alema dice che avete già stabilito una rosa di candida- ti a premier del centro-sinistra. «Non abbiamo deciso nulla: abbiamo solo discusso di alcune possibilità». Ma se lei sceglie D'Alema, Formigoni sceglie Berlusconi. «Questo lo deve chiedere a Formigoni. Comunque mi sembra improbabile. Come è improbabile che il nostro elettorato ci abbandoni. Si ricorda? Fini e Berlusconi dicevano che sarebbe andata cosi pure prima delle amministrative e sono rimasti delusi». Da come lei parla, si deduce che lei vede in Berlusconi un pericolo autoritario. «No, io penso che lui e Forza Italia debbano scegliere se sprofondare in una torbida atmosfera dannunziana e diciannovista o dare un contributo importante al centro moderato. Insomma. Berlusconi è a un bivio: un uomo politico democratico può fare un passo indietro, anche temporaneo, per il bene del Paese, un Caudillo no». Dentro Forza Italia ci sono anche le colombe, come Giuliano Urbani che propone di dar vita ad un'assemblea costituente... «E' una bella proposta. Non ci serve una nuova Costituzione, ma occorrono degli emendamenti per aggiornarla e non lo si può fare a colpi di maggioranza». Tornando a D'Alema: lui sembra pronto ad andare alle elezioni. «Avrà dei sondaggi che lo danno vincente. Non è un buon motivo per andare alle urne quando li sventola Berlusconi, non lo è nemmeno quando lo fanno gli altri». I toni di tutti, però, sono da campagna elettorale: ha visto che Berlusconi in un'intervista a ((Repubblica» le dà del mentecatto? «Mi dispiace: gli ho sempre attribuito un minimo di bon ton. Ma io non replico perché mi attengo a questa regola: quando gli altri perdono il controllo dei nervi, io mantengo la "testa fredda"». Maria Teresa Meli Massimo D'Alema

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