Ugo Nespolo: è stato lui non ho dubbi

L'aveva riconosciuto tra le fotografìe segnaletiche, ora caccia aperta al complice L'aveva riconosciuto tra le fotografìe segnaletiche, ora caccia aperta al complice Ugo Nespolo: è stato lui, non ho dubbi Preso uno dei banditi che aggredì il pittore in casa Idue malviventi che la notte di Natale hanno aggredito, sequestrato, minacciato e rapinato nella sua casa di via Pietro Micca il pittore Ugo Nespolo, la moglie e i due figli, sono stati identificati. Sono slavi, uno è già in carcere: Vlada Dragutinovic, 30 anni, sposato, abita a Rivoli. Due balordi, pregiudicati, violenti. Fu mezz'ora di paura: «I soldi o vi ammazziamo, svelto bastardo». Erano armati: uno impugnava un grosso cacciavite, l'altro un palanchino. Li hanno identificati gli uomini del dottor Sergio Molino. E il capo della Mobile, Salvatore Mulas, dice che potrebbero far parte di «una banda organizzata che ha compiuto altri analoghi assalti». Rapide indagini, facilitate dal preciso racconto dell'artista. Lui di quei minuti di paura aveva memorizzato ogni istante, fotografando i volti dei due malviventi. Ogni minimo particolare: le mani, gli occhi, il taglio delle labbra, gli zigomi, la posizione delle spalle. E ha ricostruito quei volti. Quasi un disegno, un ritratto. Quegli elementi hanno fatto scattare le indagini. Qualcuno, alla sezioni furti e rapine, ha ricordato il volto di Dragutinovic. Aveva una sorella, era morta nel drammatico rogo al carcere delle Vallette, nel giugno '89. Un incendio scoppiato nel settore femminile: una ragazza si era affacciata alla finestra della sua cella e aveva acceso dei giornali per richiamare l'attenzione del fidanzato rinchiuso in un'altra cella. Un segnale d'amore, che causò undici vittime, vigilatrici e detenute. Gli uomini della mobile sono andati a cercare Dragutinovic, lo hanno fermato nella sua abi- tazione di via Caruso 32. Lui ha negato, si è detto estraneo. Ma in casa, dicono gli inquirenti, è stato trovato «qualcosa di importante». Forse uno dei gioielli rapinati quella notte in casa Nespolo. Poi il pittore ha ricosciuto dalle foto segnaletiche il malvivente. Non un attimo di esitazione: «E' stato lui, non ho dubbi». Il pittore Ugo Nespolo ieri mattina era in questura, per testimoniare il suo ringraziamento alle forze dell'ordine. «Sono stati veri momenti di terrore», ha raccontato. E ha parlato di quella sera, la vigilia di Natale, l'aria di festa, i bimbi felici in attesa dei regali, le luci del presepe. «Quei due sono sbucati dal nulla, ombre cattive, come un sogno, un drammatico sogno. E ci hanno minacciato, trascinando via mia moglie, spingendomi contro il muro. Urlavano, insultavano, offendevano. E' tremendo. E non sai come possa finire. Sembra di rivivere davvero le sequenze dell'Arancia meccanica, ma non è un film, tu sei il protagonista, vittima della violenza». I banditi hanno portato via soldi e preziosi. Prima di uscire hanno strappato una catena alla moglie. «Continuavano ad urlare, a minacciare. E avevamo paura. Per noi, per i nostri due bambini. Poi se ne sono andati. E l'incubo è finito». Come un brutto sogno. [e. mas.] In questura Ugo Nespolo (a destra) ringrazia Sergio Molino. Lo slavo Vlada Dragutinovic

Luoghi citati: Rivoli