Giallo di Rivoli: c'è un testimone di Grazia Longo

Trovato carbonizzato nella sua auto: era un tossicomane in cerca di lavoro Trovato carbonizzato nella sua auto: era un tossicomane in cerca di lavoro Giallo di Rivoli: c'è un testimone Vide la vittima con un amico C'è un supertestimone nel giallo della morte di Davide Usignolo, l'uomo trovato carbonizzato l'altro giorno in una strada di campagna a Rivoli. Ieri i primi risultati dell'autopsia hanno stabilito con quasi assoluta certezza che quel cadavere irriconoscibile era proprio lui, Usignolo: il confronto tra le impronte dentarie rilevate dal professor Carlo Torre, coincidono con quelle fornite dal dentista del giovane. La polizia era arrivata al suo nome attraverso il numero di telaio della Uno ritrovata ancora in fiamme in via Belfiore. E' un'indagine delicata, ancora incerta tra due ipotesi: un delitto, forse nato nel mondo della droga, o un suicidio. E adesso salta fuori anche una persona che ha visto Usignolo pochi minuti prima che la macchina prendesse fuoco: «Conoscevo bene Davide - ha raccontato il testimone -. E sapevo che aveva dei problemi con la droga. Martedì a mezzogiorno l'ho visto poco lontano da via Belfiore: era assieme ad un suo amico, stavano comprando dell'eroina». E poi? «Li ho visti risalire a bordo della Uno, e dirigersi verso i campi. In quella zona ci vanno tutti quelli che devono farsi il buco». Ora gli inquirenti devono vagliare questa deposizione. E cercare di ricostruire, minuto per minuto, l'ultima ora di vita di Usignolo. Il giovane era uscito di casa alle 10, «vado a cercare lavoro», aveva raccontato al fratello Fausto. Ma Davide, partito dalla villa di Valgioie in cui abitava assieme alla sua famiglia, è sceso a Rivoli, e qui, ha incontrato il suo amico. Che cosa è successo dopo? Procura e Polizia non si sbilanciano. Al momento tutte le ricostruzioni sono possibili. Usignolo potrebbe essersi appartato in via Belfiore assieme al suo amico per farsi la dose di eroina appena comprata. E' possibile che si sia sentito male, che l'amico sia fuggito, e che la macchina abbia preso fuoco a causa di un guasto. Oppure che sia stato proprio Davide, una volta rimasto solo, a darsi fuoco. Ma può anche darsi che l'amico fosse presente al momento dello scoppio dell'incendio: è stato lui ad appiccarlo? Questa è l'ipotesi dell'omicidio: un litigio, un regolamento di conti per un debito mai pagato, o per della merce ricettata. Ipotesi. La polizia sta interrogando gli amici di Usignolo, le persone che lo conoscevano meglio. «Lasciateci soli», dicono i genitori e il fratello. «Davide? Un bravo ragazzo, forse un po' troppo chiuso», ricorda Marino Maritano, vicino di casa. Fino a qualche mese fa Davide lavorava come muratore a Torino, ma dopo essersi trasferito a Valgioie era riuscito a trovare solo qualcosa di occasionale. «Il suo problema più grosso era quello di trovare lavoro - dice Michele Balascia -. Io gli avevo dato qualcosa da fare, la costruzione di un muro nel mio giardino. Sapevo che aveva qualche problema, ma comunicare con lui era difficile: non parlava volentieri di sé». Oggi il perito consegnerà al magistrato i primi risultati dell'autopsia, e eseguirà altri esami. «Solo così avremo la certezza sulle cause della morte», commenta Claudio Cracovia, dirigente della Squadra Omicidi della Questura. Grazia Longo «Hanno comprato l'eroina, poi sono andati nei campi» • •• Da sinistra la vittima Davide Usignolo il suo ultimo datore di lavoro Michele Baiasela e il vicino di casa Marino Maritano

Persone citate: Carlo Torre, Claudio Cracovia, Davide Usignolo, Michele Baiasela, Michele Balascia

Luoghi citati: Rivoli, Torino, Valgioie