Terroristi neri e rapinatori arsenale unico

34 Dei sei arrestati, due appartenevano ai Nar (Nuclei armati rivoluzionari) scarcerati da poco Terroristi neri e rapinatori, arsenale unico «Preparavano un attentato» Gli agenti lo hanno fermato la sera del 23 dicembre, erano le 18,50. Andrea Cosso, 32 anni, ex terrorista nero dei Nar (nuclei armati rivoluzionari), aveva posteggiato l'auto in corso Matteotti e stava camminando sul controviale di corso Re Umberto verso piazza Solferino. Cappotto blu, sciarpa rossa stretta al collo, portava una sacca in mano. Ha finto un sorriso, poi ha estratto la pistola una Walther 7,65 che aveva nella fondina, pallottola in canna. Gli agenti della Digos lo hanno bloccato prima che potesse far fuoco. «Che sfiga», ha mormorato. Nella sacca aveva due Kalashnikov, un fucile di fabbricazione russa a canne mozze e molte pallottole. Cosso era pedinato da tempo e il suo arresto ha fatto scattare una trappola tesa da giorni. Con lui sono finiti in carcere Dario Mariani, 40 anni, altro ex terrorista nero legato a omicidi, in semilibertà dal settembre scorso e altre quattro persone, tre pregiudicate per rapina. Gli agenti hanno recuperato un vero arsenale: mitragliette, fucili, pistole, munizioni, passamontagna, cannocchiali, visori notturni, macchine fotografiche. Un traffico di armi? Legami con la malavita per compiere rapine? Cosso e Mariani stavano per compiere un attentato? Gli inquirenti sono prudenti, ma non smentiscono questa ul¬ tima ipotesi. Il questore Carlo Ferrigno sorride: «Stavano preparando qualcosa di grave, noi li abbiamo fermati in tempo». Questa è la cronaca di un'indagine iniziata il 30 giugno del '93, un anno e mezzo fa, quando Andrea Cosso è uscito dal carcere. E' andato a vivere con la madre a Rivalta, ha ripreso l'università, facoltà di giurisprudenza. Gli uomini del dottor Giovanni Sarlo, capo della Digos, in questi diciotto mesi lo hanno seguito con discrezione. Hanno visto chi frequentava, chi avvicinava. Così è stato anche per Dario Mariani, uscito dal carcere delle Vallette nel settembre scorso, in semilibertà. Ha trovato un alloggio in via Principe Amedeo 51, ha cominciato a lavorare presso una impresa di pulizie di Grugliasco. Vita regolare, pochi amici, alla sera a casa presto, racconta ora il dottor Giovanni Costantino della Digos. Nulla che potesse ricordare i tragici fatti che li avevano visti protagonisti. Sono cronache di omicidi e di conflitti a fuoco. Come quel mattino del marzo '85, ad Alessandria, casello della Torino-Piacenza. Un commando di terroristi neri venne bloccato da una pattuglia della polizia: un inferno di fuoco, due i morti. In quel gruppo c'era anche Cosso. Anche il nome di Dario Mariani porta a tragici fatti di san¬ gue. Era legato al gruppo Fioravanti-Mambro, coinvolto in omicidi. Latitante, nel maggio '88, fingendosi un tranquillo podista tentò di passare il confine a Claviere. Venne riconosciuto da un carabiniere, lo aggredì, lo disarmò, fece fuoco verso altri militari che stavano accorrendo. Da settembre Mariani lavorava in una impresa di pulizia. Usciva di casa alle 7, una sosta all'edicola per comperarsi il giornale poi in pullman fino a Grugliasco. Gli uomini della Digos lo hanno fermato a casa. E poi gli agenti sono andati in una officina di demolizione e rottamazione, in via delle Ghiacciaie dove sono state trovate altre armi. Lì è stato arrestato Renato Possetto, 55 anni assieme al figlio Maurizio, 36 anni. Altri due arresti nei giorni successivi: Secondo Venturi, 51 anni e Emiliano D'Angelli, 29 anni. L'unico incensurato. Ezio Mascarino L'«armaiolo» fermato in strada aveva la pistola con il colpo in canna. Il questore: bloccati in tempo Nell'officina-covo trovati anche due Kalashnikov e visori notturni e i Il questore Ferrigno con le armi sequestrate, tra le | quali la Spectre (sotto). A fianco Renato Fossetto e il figlio Maurizio, sotto Venturi (a sin.) e D'Angelli

Luoghi citati: Alessandria, Claviere, Grugliasco, Piacenza, Rivalta