Famiglia Ricordi, il romanzo della musica

Famiglia Ricordi, il romanzo della musica Famiglia Ricordi, il romanzo della musica Bolognini, il regista: «Vorrei trasmettere la mia passione» ROMA. Musicisti dalle vite spericolate, cantanti liriche dalle mille passioni, mogli infedeli e mogli tradite, amori, intrighi, tragedie: da domenica Raiuno punta tutto su «La famiglia Ricordi», il kolossal televisivo in 4 puntate diretto da Mauro Bolognini che, attraverso la saga della Famiglia di editori musicali, racconta, dal 1820 al 1920, l'epoca d'oro del melodramma italiano. Dice il regista: «Spero che questo lavoro sia un successo; sarebbe giusto che, dopo questo antipasto, la musica diventi il tema preferito della Rai. Bisognerebbe che ogni giorno ci fossero trasmissioni che parlano di musica. Da amante del melodramma ho cercato di fare un film capace di trasmettere al pubblico questa mia passione». Prodotto da Raiuno e Junior film con Antenne 2, Channel 4, TVE e ZDF, sceneggiato da Enrico Medioli, Sergio Bazzini, Roberta Mazzoni e Ugo Pirro, «La Famiglia Ricordi» è interpretato da una squadra molto folta di attori: Luca Barbareschi è Rossini, Alessandro Gassman è Donizetti, Kim Rossi Stuart è Bellini, Mariano Rigillo è Verdi, Massimo Ghini è Puccini, Alain Cuny è Paisiello, Alessandro Piccinini è Mascagni, Lucrezia Lante della Rovere è Elvira Puccini, Anna Kanakis è Maria Malibran, Angela Molina è Isabella Colbran, Domiziana Giordano è Teresa Stolz, Melba Ruffo di Calabria è Giuditta Turina. Le esecuzioni delle musiche e delle arie celebri è affidata a musicisti e cantanti fra i più noti: si va da Muti, a Karajan, a Prètre; dalla Calias alla Caballé, alla Kabaivanska. Di questa parte del film si è occupato il musicologo Paolo Treni: «Se gli italiani fossero coscienti e orgogliosi del melodramma almeno come lo sono gli inglesi del cricket, forse si riuscirebbe a recuperare un pezzo così importante della nostra identità culturale. Il melodramma è la nostra tradizione e la nostra pesante eredità. C'è una grande attesa da parte del pubblico per il recupero di quelle opere e gli enti Urici farebbero bene a ricordarselo anziché proporre astrusità». La struttura del film, realizzato con il patrocinio del Teatro alla Scala, girato, dal maggio '93, fra Roma, Venezia, Parigi e Mantova, è costituita dalla cronologia della famiglia Ricordi e dalle sue realizzazioni editoriali e imprenditoriali a partire dal capostipite Giovanni fino ad arrivare a Tito jr. negli Anni Venti. La saga dei Ricordi è naturalmente il pretesto per narrare, sullo sfondo degli avvenimenti storici, le vicende umane dei più grandi compositori d'Europa. Oggi la Casa Ricordi, quella che, dalla seconda metà dell'Ottocento, era riuscita ad assicurarsi una specie di monopolio sui geni del melodramma, è stata inglobata dalla potentissima casa tedesca dei Bertlesmann e quindi non esiste più. Inevitabile la piccola polemica prima della messa in onda: chi ha già visto il film ha notato in Massimo Ghini, che è Puccini, una certa inflessione romanesca. Il regista e l'attore negano indignati. Vedere per verificare. [f. ci

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