Algeri, la paura assedia le ambasciate

Algeri, la paura assedia le ambasciate Una lettera minaccia i diplomatici tedeschi, inglesi e americani, è allarme rosso Algeri, la paura assedia le ambasciate Ricatto degli integralisti: andatevene o vi uccideremo BONN NOSTRO SERVIZIO Ansia e paura nelle ambasciate occidentali di Algeri, dopo che una lettera minatoria ha posto un ultimatum fino al 7 gennaio per la partenza dei diplomatici dal territorio algerino. Neanche la televisione tedesca ha potuto riprendere gli interni dell'ambasciata della Germania, che insieme a quelle di Usa e Gran Bretagna potrebbe presto essere nel mirino dell'organizzazione fondamentalista algerina Già (Gruppo islamico armato), la stessa che la notte di Natale ha tenuto in sospeso la vita di oltre 200 persone a bordo del jet delle linee aeree francesi dirottato a Marsiglia. L'ambasciatore tedesco ad Algeri ha fatto notare che purtroppo non è la prima volta che i diplomatici occidentali ricevono minacce dirette, ma è evidente che dopo la dimostrazione della determinazione dei terroristi algerini all'aeroporto di Marsiglia, u governo tedesco non sottovaluta assolutamente il pericolo. La lettera ricevuta dalle ambasciate occidentali è la stessa, conferma il ministero degli Esteri tedesco. Si tratta di missive imbucate dalla Svizzera, con il timbro postale di Berna. L'ordine è perentorio: evacuare al più presto le sedi diplomatiche. Ultimatum è sabato 7 gennaio. Martin Erdmann, portavoce del ministro degli Esteri tedesco Klaus Kinkel, ha lasciato aperta ogni possibilità di reazione da parte del governo federale, che in ogni caso è in stretto contatto con i governi degli altri Paesi minacciati dagli estremisti islamici, per concertare una risposta congiunta. Più tranquillo invece il tono da parte algerina, l'ambasciatore a Bonn è intervenuto direttamente alla televisione tedesca per minimizzare la vicenda. All'ambasciata tedesca di Algeri nel frattempo sono rimaste appena diciassette persone, dieci diplomatici e sette addetti ai servizi di sicurezza. Anche la scuola tedesca della capitale algerina è stata trasferita l'anno scorso in un'isola del Mediterraneo e nello stesso periodo ha chiuso i battenti anche il Goethe Institut. La situazione per Bonn è particolarmente spiacevole, tanto più che i politici dell'opposizione hanno colto l'occasione per riaprire una vecchia ferita. Come mai il governo tedesco, così severo nel controllare il flusso degli asylanten, permette a noti leader dell'estremismo islamico di soggiornare tranquillamente in Germania? In un'intervista al settimanale tedesco «Die Woche» il portavoce di politica estera socialdemocratico Carsten Voigt ha accusato il governo tedesco di essere «troppo tollerante» nei confronti degli esponenti del Fronte di salvezza islamico. organizzazione fondamentalista che in Algeria è proibita. In particolare vive in Germania dal 1992 il leader in esilio del Fis, Rabah Kebir, che più volte ha avuto la possibilità di esprimere le sue opinioni sulla situazione algerina. A Colonia si trova invece un altro capo attivo dell'estremismo islamico, il leader degli islamisti turchi Cemalettin Kaplan. «Se questa gente fomen¬ ta movimenti anti-democratici a partire dal territorio tedesco, dovrebbe essere negata loro la possibilità di rimanere in Germania», dice Voigt. Anche l'orientalista Udo Steinbach, direttore dell'Istituto tedesco di studi orientali, ha critato «la politica confusa» del governo di Bonn nei confronti dei Paesi islamici. Francesca Pretti zzi I poliziotti e i soldati algerini hanno intensificato i controlli attorno alle ambasciate dopo le minacce ultra

Persone citate: Carsten Voigt, Francesca Pretti, Goethe, Kaplan, Klaus Kinkel, Martin Erdmann, Rabah Kebir, Steinbach, Voigt