Mathieu: «Ma la vera battaglia è sulla fecondazione artificiale»

Mathieu: «Ma la vera battaglia è sulla fecondazione artificiale» Mathieu: «Ma la vera battaglia è sulla fecondazione artificiale» UN FILOSOFO ALL'ATTACCO Lag Torino m HANNO chiamato il «ribaltone bioetico», ma Vittorio Mathieu, professore fuori ruolo di filosofia morale all'ateneo torinese, già rappresentante dell'Italia all'Unesco, coordinatore della ricerca «Bioetica in cammino» (curata per la Fondazione Giovanni Agnelli nel 1990) ed ora fresco di nomina nel nuovo Comitato nazionale varato dal presidente del Consiglio Berlusconi alla vigilia delle dimissioni del governo, non ci sta e non si stupisce: «E' il clima tipico di questo momento che dà fiato alle polemiche», sostiene. Professore, non le rincresce perdere la collaborazione di un Premio Nobel prima ancora di cominciare il suo nuovo impegno? «Mi dispiace moltissimo che la professoressa Rita Levi Montalcini sia rimasta scossa da questo avvicendamento. Spero pòssa tornare sulle sue decisioni». Un altro suo collega d'Università, il professor Giovanni Berlinguer, che insegna alla Sapienza di Roma, ha definito le nuove nomine «una operazione smoderatamente clericale» e se n'è andato sbattendo la porta, rifiutando l'incarico di vicepresidente del Comitato... Non la imbarazza? «Guardi, ogni avvicendamento dà luogo a sospetti. Questa situazione non mi meraviglia per niente». Ma Berlinguer ed un altro dimissionario, il professor Eugenio Lecaldano, docen¬ te di storia delle dottrine morali anche lui alla Sapienza, sostengono che le nuove nomine «alterano l'equilibrio tra i vari orientamenti culturali del Comitato». E Rita Levi Montalcini dà loro ragione. «Sui lavori del precedente Comitato, presieduto dal neuropsichiatria infantile Adriano Ossicini, non ho una conoscenza diretta completa. Prenderò servizio tra una ventina di gior¬ ni; per ora non ho nessuna osservazione da fare. Della mia nomina sono stato avvertito direttamente dal nuovo presidente, Francesco D'Agostino, che insegna filosofia del diritto all'università romana di Tor Vergata e che stimo moltissimo. Il lavoro che ci aspetta è tanto e delicato. Non credo che queste polemiche possano giovare». Berlinguer accusa il professor D'Agostino di essere un «esponente della cor¬ rente cattolica più ortodossa» e Rita Levi Montalcini, con parole amare, augura al nuovo Comitato di «continuare l'opera svolta in precedenza con altrettanta imparzialità e competenza». Lei ritiene che la nuova presidenza darà una «sua» impronta ai prossimi lavori? «Io so solo che bisognerà lavorare intensamente. Ci sono questioni delicate che, a mio avviso, non si possono regolamentare rigidamente. Un caso tipico è quello dell'eutanasia: non si può certo decidere con norme generali quando e come si può interrompere un trattamento sanitario. Su altri punti, invece, il discorso è esattamente opposto: possiamo fare il caso della fecondazione artificiale. E' un problema che sta a cuore a molti. Forse, è proprio questo il punto che ha dato origine alle polemiche degli ultimi giorni. Ma, dinanzi ai problemi concreti, credo che anche questo nuovo gruppo di lavoro saprà dare un buon esempio di autonomia». [m. tor.] «Divisioni frutto del clima politico. Dovremo difendere l'autonomia del comitato» Foto grande: Rita Levi Montalcini A sinistra: Vittorio Mathieu

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