«Usl lottizzate inchiesta lampo» di Fabio Poletti

E Dopo il ministero, si muove la Procura per la «malasanità» a Milano «Usi lottizzate, inchiesta lampo» D'Ambrosio: abusi grossi copte una casa LA SPARTIZIONE AL PIRELLONE E MILANO tre. Dopo le inchieste amministrative della Prefettura e del ministero della Sanità adesso scende in campo anche la magistratura sull'ultimo scandalo di (mala) sanità: la lottizzazzionc selvaggia delle nomine dei dirigenti delle Usi e degli ospedali lombardi. «Mi sa che qui c'è un abuso d'ufficio grande come una casa», anticipa il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio. Allora via all'inchiesta affidata a Fabio Napoleone, Claudio Gittardi e Gianbattista Rollerò, tre magistrati del pool pubblica amministrazione che con mano ferma (oltre 500 arresti) da due anni indagano sugli scandali dell'edilizia privata. Per adesso si sa che il reato ipotizzato è quello di abuso d'ufficio. Nel mirino ci sono i partecipanti alla riunione del 30 dicembre scorso al Pircllone: che litigarono, urlarono, cercarono accordi per non scontentare psi, pds, lega e popolari nella spartizione delle cinquantanove poltrone ai vertici della sanità lombarda. E il ministro Costa ha dichiarato che è in corso la verifica della legittimità delle scelte dei direttori generali delle Usi. Dice il ministro: «Non temo la violazione della legge formale quanto le scelte, apparentemente regolari che non premiano la competenza». E' stato cosi u Milano? Davvero si è trattato di lottizzazione in quella riunione concitata finita dritta dritta sulle pagine del «Corriere» grazie a un telefono in viva-voce lasciato inavvertitamente acceso? Il sostituto Fabio Napoleone, per saperne di più, ha interrogato ieri il capocronista e la redattrice del quotidiano autore dello scoop. Ci saranno altri interrogatori? «Sarà un'inchiesta veloce, velocissima», promette il procuratore capo Borrelli: c'è la registrazione di quel dibattito infuocato e c'è l'articolo del giornale. Si tratta solo di decidere se ci fu reato e, nel caso, chi sono i responsabili. Conferma Borrelli: «Si tratta di vedere se sono stati scelti i manager migliori oppure se tutto si basa sulla lottizzazione. Perché nel primo caso è solo un problema di etica politica, la magistratura non c'entra più». In attesa di sapere la decisione della magistratura il problema «etico» rimane. Anche 1'«Osservatore romano» scende in campo. E bolla con parole di fuoco quella riunione «politicamente penosa». Nota il quotidiano vaticano: «Il tutto lascia pensosi anche perché la vicenda coinvolge un gruppo politico che ha sempre gridato trasparenza e moralizzazione. Un dato poi non è ancora stato smentito: la telefonata pubblicata dal Corriere». All'attacco c'è pure Gianni Pilo di Forza Italia che ha inviato una lettera ai segretari dei partiti (apparentemente) coinvolti nello scandalo. Dice Pilo: «Ecco la vera natura dei dirigenti della Lega e dei partiti del ribaltone». Al Pirellone, invece, si gioca in difesa. Per il presidente della Regione, il leghista Paolo Arrigoni «si tratta di colloqui informali avvenuti tra consiglieri di varie parti poli¬ tiche, a cui non hanno preso parte né assessori, né capigruppo della maggioranza». Tutto in regola, dunque. E le nomine non si toccano, anche perché una buona parte erano già state indicate da una società di selezione del personale, incaricata di fare una prima cernita tra i candi¬ dati in corsa per quelle 59 poltrone, tra Usi e ospedali. Per il presidente della Regione ci sono poi dubbi sulla casualità dello scoop, con la giornalista che avrebbe intercettato del tutto casualmente la riunione notturna. Azzarda Arrigoni: «Forse si tratta di un attacco politico in relazione all'attuale situazione di governo nazionale». Verdi e pds chiedono invece la revoca di tutte le nomine e le dimissioni in blocco della giunta. «Il modo con cui sono state fatte le nomine ha infangato tutte le scelte», dice Fabio Binelli, capogruppo del pds. E aggiunge: «E' una lottizzazione a cui il pds non ha partecipato». Spiega ancora Binelli: «Hanno voluto coinvolgere il pds da un lato per coprire la spartizione e dall'altro nel tentativo di costringerci ad essere più concilianti in questa conclusione di legislatura». Fabio Poletti A lato, Gerardo D'Ambrosio. Sopra, Raffaele Costa Wmmt'i-ì:m. ri

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