«Chi volete al posto della Regina?» di Fabio Galvano

«Chi volete al posto della Regina?» GRAN BRETAGNA ÌS Il referendum-provocazione rilancia gli umori antimonarchici del Paese «Chi volete al posto della Regina?» // Guardian: lettori, sceglietevi un Presidente LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Più che un sondaggio sembra una provocazione. Deciso a cavalcare fino in fondo i malumori inglesi per la famiglia reale, il Guardian ha lanciato ieri fra i suoi lettori un concorso nazionale per designare il presidente di un'ipotetica «Nuova Repubblica» britannica e per lanciare un inno nazionale che sostituisca «Dio salvi la regina». La forma è salva: l'esercizio, si dice infatti, serve solo a completare «il più ampio sondaggio finora effettuato» sul futuro della monarchia. Ma a nessuno sfijgge che l'ennesima frecciata ai Windsor cade a poco più di una settimana dal più violento attacco - «Elisabetta vattene, non servi a nulla», scrisse lo stesso Guardian - mai apparso sulla stampa inglese. Un brivido d'orrore ha scosso i sudditi più leali; anche perché la voce del Guardian, giornale di etichetta progressista ma con scomodi legami al partito laburista, rischia davvero di alimentare lo scontento che serpeggia in ogni strato della popolazione. Ora sono Carlo e Fergie a litigare sull'appartamento per lo sci a Klosters, ieri era Diana a fare notizia in America con i suoi presunti spasimanti miliardari, domani chissà a chi toccherà nel quotidiano tiro alla fune fra i Windsor e i tabloid inglesi. C'è il rischio, insomma, che il Guardian possa fare da volano ai milioni di scontenti e creare davvero un partito della «Nuova Repubblica» dove ora c'è soltanto un gioco. Telefonate, scrivete, faxate, invita il giornale. Molti, tutti, di più; entro domani sera. E la prossima settimana ci saranno i risultati. Componete il nuovo inno - due versi, più l'indicazione del motivo musicale - e i tre migliori - tanto per mantenere lo spirito del gioco - avranno una bottiglia di champagne. Ma la vera provocazione sta nella scelta dell'immaginario presidente. Perché è vero che i voti possono andare a chiunque, ma il Guardian offre una lista di possibili candidati che è una baraonda di sacro e profano, di principi, politici, uomini di pensiero e di religione, ma anche di canterini, calciatori e attori dozzinali. Qualcuno forse spera che a vincere sia Gazza, al secolo Paul Gascoigne, pedatore dalla rissa facile: più schiaffo di così Elisabetta non riceverebbe. Non mancano, fra i candidati, lo stesso Carlo e la sorella Anna, oltre ad Andrea, a Fergie la rossa e - poteva mancare? - a Diana. Ci sono Major, Heath, la Thatcher e Callaghan, fior fiore di primi ministri passati e presenti; ma anche il leader dell'opposizione Tony Blair e sua moglie Cherie. C'è l'arcivescovo di Canterbury, ci sono colossi del cinema come Lord Attenborough e della letteratura come Salman Rushdie (lo vedete un presidente inseguito dalla fatwa?) o Tom Stoppard. Ma ci sono anche, con Gascoigne, l'atleta Linford Christie, l'attore Hugh Grant e la sua ragazza Elizabeth Hurley; più i due monumenti degli Anni Sessanta, Paul McCartney e Mick Jagger. Ce n'è per ogni gusto. L'importante è votare, votare, votare; come se la «Nuova Repubblica» fosse davvero dietro l'angolo. Fabio Galvano La regina Elisabetta

Luoghi citati: America, Gran Bretagna, Londra