Eltsin non cede nuovo attacco a Grozny

Bombe a tappeto, ma le truppe di Mosca entrate nella capitale sono circondate dai ceceni Bombe a tappeto, ma le truppe di Mosca entrate nella capitale sono circondate dai ceceni Ehsin non cede, nuovo attacco a Groiny Dudaev in tv. russi, tornate a casa MOSCA NOSTRO SERVIZIO Il giorno dopo il fallimento della massiccia offensiva russa contro Grozny nella capitale cecena si continua a combattere. All'alba di ieri l'artiglieria e gli aerei russi hanno martellato il centro della città, cercando di colpire il palazzo presidenziale di Dudaev, roccaforte e simbolo della resistenza degli indipendentisti. Nel giro di pochi minuti sull'imponente edificio si sono abbattuti quattro missili che però pare non abbiano provocato gravi danni. Dopo mezzogiorno il bombardamento è ripreso. Gli ordigni hanno colpito e incendiato alcuni palazzi del centro e un missile russo è riuscito a colpire un bersaglio simbolico: la bandiera gialla, verde e rossa della Cecenia indipendente che sventolava sul tetto del palazzo presidenziale. Ma ci vuole altro per fermare i ceceni. Ieri il presidente-generale Dzhokhar Dudaev ha letto alla tv locale un appello al premier russo Viktor Cernomyrdin per chiedere di cominciare immediatamente le trattative per cessare il fuoco. Dudaev, che si trova in un bunker supersegreto, è apparso davanti alle telecamere in tuta mimetica. Sembrava tranquillo e deciso. Ha detto di non porre più come condizione obbligatoria un incontro con Boris Eltsin, ma di esigere comunque degli interlocutori di alto livello. Ma Mosca ha ignorato la sua proposta. I combattimenti infuriano dovunque. Le fonti ufficiali del governo russo continuano a negare la sconfitta e insistono che le truppe di Mosca mantengono il controllo della città. Ma fonti indipendenti affermano, al contrario, che i pochi distaccamenti di soldati russi ancora presenti nella capitale cecena erano in realta circondati dai. ribelli.. Gli scontri più sanguinosi si sono svolti nei pressi della stazione (che Mosca dichiara presidiata dai russi), a un chilometro e mezzo dal palazzo presidenziale. Non ci sono ancora dati ufficiali sulle perdite dell'assalto fallito dei giorni scorsi. Il centro per le informazioni del governo russo ha fermato il conto al 31 dicembre scorso: 61 morti e un centinaio di feriti. E ribadisce che il numero dei soldati uccisi è «di gran lunga inferiore» alla cifra dichiarata dai ceceni: 800-1000. Ma l'inviato dell'agenzia Interfax ha fatto ieri un conto approssimativo: solo nei dintorni del palazzo presidenziale ha visto almeno 100 cadaveri di soldati e ufficiali russi, sparsi per terra o rimasti carbonizzati dentro i blindati. Smentita da Mosca anche la notizia che almeno cento soldati e ufficiali russi, tra cui perfino un generale, sono stati presi prigio nieri. Ma i deputati e i giornalisti che si trovano a Grozny li hanno visti e gli hanno parlato. Nikolaj Osovzov, deputato democratico della Duma, tornato ieri mattina dalla Cecenia, ne ha contati almeno una trentina. Il suo raccon to è agghiacciante: il primo pasto caldo che i soldati di leva russi hanno mangiato in una settima na è stato offerto loro dai ceceni che li avevano catturati. Quasi tutti i prigionieri avevano i pidocchi, come se venissero dalle trincee della prima guerra mondiale e non dalle file di un esercito dotato di migliaia di testate nucleari. E l'ufficiale Alexandr Bondarev, ferito e portato dai ceceni all'ospedale improvvisato nel bunker del palazzo presiden- ziale, ha raccontato che 17 dei 20 carri della sua colonna sono stati distrutti. Mosca afferma invece di aver catturato ieri 60 guerriglieri ribelli, di cui la metà si sarebbro rivelati mercenari afghani e giordani. Le tasche dei prigionieri sarebbero state piene di bracciali e orecchini d'oro, bottino dei saccheggi in città. Sempre secondo le fonti governative, a Grozny sarebbero arrivati rinforzi di 500 mujaheddin afgha¬ ni. E un gruppo di volontari ucraini che voleva abbandonare Grozny sarebbe stato bloccato e fucilato dagli uomini di Dudaev. Ma si tratta di notizie che non è possibile verificare. Non si sa nulla delle perdite cecene. Un altro deputato russo, tornato ieri da Grozny, riferisce di 117 vittime, ma un calcolo preciso è per ora impossibile. Secondo la tradizione musulmana il cadavere dev'essere seppellito il giorno stesso della morte e i ceceni osservano rigorosamente questa regola nonostante la guerra. I corpi dei russi invece rimangono abbandonati. Il presidente ceceno Dudaev ha proposto al comando russo una tregua di due ore per raccogliere i resti dei soldati, ma l'offerta è stata ignorata. E decine di cadaveri rimangono tra le macerie di Grozny, a rendere ancora più apocalittico lo spettacolo di questa città, diventata luogo di martirio comune per attaccanti e difensori. Anna Zafesova Il governo minimizza i dati delle perdite ma i giornalisti di Interfax hanno contato oltre cento cadaveri di soldati carbonizzati IL POTERE AL CREMLINO I FALCHI CHE DECIDONO boris eltsin, presidente della Russia PAVEL graci0v, ministro della Difesa VIKTOR ERIK, ministro degli Interni ALEXANDR K0RIHAK0V, capo delle guardie presidenziali MIKHAIl BARSUKOV, comandante del Dipartimento di vigilanza di Eltsin QUO IQBOV, segretario del Consiglio di sicurezza HIKOIAJ E0OR0V, ministro delle Nazionalità QUO SOSK0VIEZ, primo vicepremier VIKTOR iliush1n. primo assistente di Eltsin SERCHEJ SHAKHRAJ, vicepremier del governo ANDREJ KOZYREV, ministro degli Esteri maresciallo, presidente dell'ente di Stato I GENERALI EMARGINATI BORIS GR0M0V, viceministro della Difesa, ex comandante delle truppe sovietiche in Afghanistan AIEXAHPRLEBED, comandante della 14a armata di stanza in Moldova EVGHENU SHAPOSHNIKOV, per il commercio di armi eduard V0R0BI0V, ex vicecomandante delle truppe di terra, licenziato alcuni giorni fa da un decreto di Eltsin per «indecisione» OHEOROHIJ K0MDRATIEV, viceministro della Difesa IVAN BABKEV, generale, comandante di una delle colonne corazzate russe in Cecenia che ha fermato l'avanzata dei suoi soldati I DEFILATI VIKTOR CERNOMYRDIN, presidente del Consiglio dei ministri SERCHEJ fltATOV, capo dell'amministrazione presidenziale IVAN RYBKIN, presidente della Duma, la Camera bassa del Parlamento VLADIMIR SHUMEIKO, presidente del Consiglio Federale ggple fonti governative, a Grozny sarebbero arrivati rinforzi di 500 mujaheddin afgha¬ pcondo la tradizione musulmana il cadavere dev'essere seppellito il giorno stesso della morte e i ceceni osservano rigorosamente questa regola nonostante la guerra. I corpi dei russi invece rimangono abbandonati. Il presidente ceceno Dudaev ha proposto al comando russo una tregua di due ore per raccogliere i a » e o i Un bimbo ceceno ferito; una scena dell'attacco a Grozny; il corteo di Mosca delle madri dei soldati russi con il cartello: «Fermate i bombardamenti»