Israele bufera sulla pace

Riprende al Cairo in un clima incandescente la trattativa con i palestinesi sulla Cisgiordania Riprende al Cairo in un clima incandescente la trattativa con i palestinesi sulla Cisgiordania Israele, bufera sulla pace Dopo la battaglia al valico di Erez TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO In un clima di grave crisi e di sfiducia - dovuto alla sparatoria al valico di Erez in cui tre agenti palestinesi sono rimasti uccisi lunedì notte e alla estensione degli insediamenti ebraici nei territori - si sono aperti ieri al Cairo i negoziati fra israeliani e palestinesi per il riassetto nella Cisgiordania. Per molte ore ha inoltre gravato sui colloqui il timore che gli islamici di Hamas avessero rapito un soldato israeliano, ma in serata un portavoce militare israeliano ha comunicato che le voci in merito non hanno trovato conferma. L'incidente al valico di Erev (fra la striscia di Gaza e Israele) ha ieri infiammato gli animi dei palestinesi che sono scesi in massa nelle vie di Gaza per invocare da Allah una vendetta contro «i criminali sionisti». «Morte a Israele - scandivano i fedeli durante le esequie degli agenti uccisi - morte a tutti i diavoli, morte al terrorista Rabin». L'uccisione dei tre agenti palestinesi Abdelsalam Aid, Muhammad Sharif e Tarek Masri - è stata, secondo il negoziatore palestinese Nabil Shaath, «premeditata dagli israeliani, che per primi hanno aperto il fuoco e in modo massiccio». Ma quello che a Gaza è stato visto ieri come un crimine ingiustificabile, in Israele è stato considerato invece come una grave provocazione da parte della polizia palestinese. «Sono stati i palestinesi ad aprire il fuoco per primi» ha detto un ufficiale dell'esercito israeliano. «I nostri uomini si sono limitati a reagire». Lo scontro a fuoco ò iniziato secondo la versione israeliana quando una pattuglia dell'eserci- to partita da Erez è entrata in un deposito di autobus vicino alla città palestinese di Beit Hanun, a un chilometro di distanza. Trovatisi esposti al fuoco, i militari hanno sparato alcune raffiche e hanno poi dato l'assalto alla piccola palazzina di cemento dove si trovavano le guardie di frontiera palestinesi. La loro uccisione ha lasciato la striscia sotto choc. Il movimento islamico Hamas, in un comunicato diffuso a Damasco, ha promesso che vendicherà la loro morte. E in mattinata è sembrato che la vendetta fosse già stata compiuta quando un palestinese ha telefonato a Radio Gerusalemme per avvertire che Hamas aveva rapito un soldato di nome Ilan Mordechai, che sarebbe stato liberato solo in cambio di 500 militanti islamici. I momenti di incubo vissuti durante il rapimento, nell'ottobre scorso, del caporale Nachshon Wachsman sono tornati alla mente di molti in Israele. Per tutta la giornata le autorità militari hanno verificato se mancassero all'appello soldati con un nome simile a quello menzionato dall'anonimo interlocutore. In serata i militari sono giunti alla conclusione che si trattava di «guerra psicologica». Ma il timore di una ritorsione palestinese è palpabile. Intanto al Cairo segnano il passo i negoziati fra israeliani e palestinesi sul riassestamento dell'esercito israeliano in Cisgiordania e sullo svolgimento delle elezioni palestinesi nei territori. L'israeliano Shimon Peres e il palestinese Nabil Shaath si sono presentati all'appuntamento con una lunga lista di lamentele e di recriminazioni. Aldo Baquis Hamas ha diffuso ieri la voce del rapimento di un soldato di Gerusalemme. L'esercito ha smentito ma rimane l'allarme generale Arafat consola un parente di uno dei tre agenti di Gaza uccisi lunedi sera dall'esercito israeliano A destra poliziotti palestinesi gridano il loro odio per Israele durante i funerali