Spartizione» nelle Usl Due inchieste di R. M.

A Milano A Milano Spartizione» nelle Usi Due inchieste MILANO. Dopo la grande spartizione dei posti nella sanità lombarda, partono le inchieste. Amministrative, per ora, ma non è escluso che si muova anche la procura, destinataria d'un esposto. Cominciamo con le inchieste amministrative. E' partito per primo Giacomo Rossano, prefetto di Milano e commissario del governo in Lombardia: ha dato incarico a Sergio Malvezzi, funzionario dirigente, «di acquisire ogni elemento utile a chiarire l'avvenuta individuazione delle personalità scelte nella circostanza dai competenti organi regionali». Fuor di burocratese, Rossano vuol sapere se i criteri seguiti sono stati «professionali», o «lottizzatoli». E' la stessa cosa che vuola sapere anche il ministro della Sanità, Raffaele Costa. Che ha deciso di inviare a Milano due ispettori (Basso e Scarola) per effettuare un'indagine conoscitiva. «Dovranno verificare - spiega il ministro in una nota - le modalità con cui è stato definito l'avviso per la nomina dei direttori generali, i criteri con i quali la giunta ha provveduto alle nomine e acquisire gli atti e la documentazione relativa al lavoro svolto dalla società incaricata di selezionare gli aspiranti candidati». Fin qui si resta nell'ambito delle competenze ministeriah. E la procura? Proprio ieri il consigliere regionale di An Carlo Borsoni ha fatto avere al procuratore Borrelli l'esposto che aveva preannunciato. Vi si chiede di appurare se, nelle nomine, sia stato compiuto qualche reato. L'unico ipotizzabile appare l'abuso d'ufficio, ma il caso sembra più riconducibile ad un fenomeno di malcostume politico che non ad un illecito penale. In procura fanno infatti notare che l'abuso d'ufficio può configurarsi quando siano state disattese le graduatorie di un concorso pubblico, mentre qui le nomine spettavano alla giunta, che non aveva nessun obbligo di rispettare le valutazioni di una società di consulenza. Valutazioni, comunque, ben pagate e rivelatesi, alla fine, quasi inutili. Infatti erano 27 gli aspiranti di categoria A (gli «eccellenti») e di questi ne sono stati sacrificati ben 13, secondo quanto rivela un comunicato di Rifondazione comunista (che chiede, senza mezzi termini, le dimissioni della giunta). Ma anche stando, più modestamente, in categoria B (quelli «buoni») i 97 selezionati potevano tranquillamente coprire tutti i 59 posti a disposizione. E invece no: undici li hanno presi dalla categoria C (i «rimanenti»). Così, solo per non voler scontentare i «meno bravi» (una chance bisogna darla a tutti, no?), la giunta lombarda si trova nella bufera. E a soffiargli contro gli stessi partiti che la compongono. «Logiche da Prima repubblica», tuona un comunicato della Lega nord. Logiche seguite dai suoi stessi membri, come candidamente dichiara in un'intervista il capogruppo regionale, Stefano Galli (uno dei presenti alla riunione «spartitoria»): «Se non facciamo così ci fregano». E invita i critici (An in particolare) a tacere: «Ricordatevi la Rai». [r. m.]

Persone citate: Borrelli, Giacomo Rossano, Raffaele Costa, Scarola, Sergio Malvezzi, Stefano Galli

Luoghi citati: Lombardia, Milano