« An e Forza Italia cercavano disordini »
« « An e Forza Italia cercavano » 77 senatore: dovevo parlare, era un dovere «Bossi? Non l'ho avvertito, Videa è mia» ROMA. Senatore Manfroi, può dire chi le ha rivelato il piano golpista di cui parla nella sua interrogazione parlamentare? «No, per il momento non posso rivelare la mia fonte, devo prima parlare con questa persona ed essere autorizato a farne il nome. Quello che è certo è che si tratta di una persona molto attendibile, un magistrato della procura di Roma, che ho incontrato lunedì. Abbiamo parlato di altre cose che mi interessavano e poi è venuto fuori questo discorso». Ma lei parla di occupazione di Roma «manu militari», di reparti blindati dell'esercito nelle strade, di «leggi eccezionali» per limitare la libertà. Le sembra verosimile? «Senta, io mi sono limitato a ri- portare le notizie che ho avuto da fonte attendibile. Adesso so che c'è stato in quei giorni anche l'allarme per un possibile attentato ad un magistrato romano, ed è un'ulteriore conferma di un clima non certo tranquillo. Del resto le notizie che io ho avuto si sommano ad altre che ai primi di dicembre segnalavano veri e propri allarmi, fomentati da Forza Italia e Alleanza Nazionale: pensi alla richiesta del ministro Fiori di far sgomberare le scuole occupate; sarebbe stata un'imprudenza, come se qualcuno volesse aumentare la tensione, cercare gli incidenti piuttosto che evitarli. E pensi all'atteggiamento rigido del governo sulle pensioni: loro non volevano l'accordo con il sindacato, ma lo scontro. Lo stesso ministro Maroni, in quei giorni, fece delle dichiarazioni in cui si diceva preoccupato per l'ordine pubblico». Proprio Maroni però dice di non sapere nulla, ironizza su un «golpe» che fa pensare al Risiko. Lei ha parlato col ministro dell'Interno? «Sì gli ho parlato, e in base alle informazioni in suo possesso ha escluso questa possibilità. Ma ha detto che avrebbe fatto altri accertamenti». Senatore, non sarebbe stato più prudente verificare prima le sue informazioni, anziché renderle subito pubbliche con un'interrogazione, rischiando di creare un polverone? «Io ho fatto il mio dovere di parlamentare, le valutazioni sulla prudenza non mi interessano. La mia fonte è attendibile, avevo il dovere di chiederne conto al ministro». Previti e Gasparri hanno commentato la sua uscita parlando di «delirio» e di «farneticazioni». Che cosa risponde? «Mi sono parse reazioni piuttosto scomposte, forse avrebbero dovuto replicare con argomentazioni più serie anziché lanciare insulti personali. Comunque non voglio commentare gli apprezzamenti sulla mia persona». Senatore, lei nella Lega appartiene allo schieramento di Bossi, e adesso accusa Forza Italia e Alleanza nazionale di un progetto golpista. Ammetterà che è inevitabile attribuire un significato politico alle sue rivelazioni... «Lo capisco, ma le assicuro che non c'è alcun retroscena politico. Si tratta soltanto di una mia iniziativa personale, in cui la Lega non c'entra niente». Anche Bossi ha ammonito a presentare «interrogazioni attendibili»... «Lui non era al corrente delle mie intenzioni, e non ne è coinvolto in alcun modo». [gio. bia.] Il senatore della Lega Nord Donato Manfroi
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