Coop tremano i vertici

Indagati Pasquini e il leader veneto Fabbri. L'accusa: falso in bilancio e finanziamento ai partiti Indagati Pasquini e il leader veneto Fabbri. L'accusa: falso in bilancio e finanziamento ai partiti Coop, tremano i vertici Avviso al presidente nazionale della Lega ROMA DAL NOSTRO INVIATO Il sostituto procuratore di Venezia, Carlo Nordio, sbarca a Roma con l'inchiesta che mette sotto accusa le Cooperative «rosse». Ci arriva con l'ordine di perquisire la palazzina di via Guattani, sede nazionale della Lega delle Coop e con una «comunicazione di garanzia» ciascuno al presidente nazionale Giancarlo Pasquini e a quello delle Coop venete Giuseppe Fabbri. L'avviso indica: «Favoreggiamento in falso in bilancio e finanziamento illecito di partito». La Guardia di Finanza è arrivata a Roma a colpo sicuro per cercare le tracce dì possibili irregolarità amministrative che sarebbero state commesse nell'autunno 1993. Allora un gruppo di 70 deputati aveva presentato un'interrogazione al governo per avere notizie circa una serie di «passaggi» di funzionari del pei che, licenziati dal partito a causa dei bilanci a pezzi, avevano trovato un impiego alle dipendenze delle Coop. I parlamentari erano sorpresi per il numero e per l'automaticità delle assunzioni. Si domandavano: le aziende «rosse» e il partito comunista operavano come vasi comunicanti? Ma allora perché si doveva concedere un regime fiscale più favorevole (in termini di tasse e di contributi statali) a un'industria apparentemente neutra che, però, agiva come braccio economico di un partito? La polemica era stata avviata da Carlo Giovanardi, allora deputato per la democrazia cristiana e, oggi, dopo la diaspora avvenuta nello scudo crociato, presidente dei cristiano democratici. Con lui, nomi di spicco, l'attuale ministro Guardasigilli Alfredo Biondi e il presidente della Commissione di vigilanza della Rai, Marco Taradash. Tuttavia la questione era rimasta soffocata fra le pieghe della burocrazia parlamentare. Il governo era ispirato da logiche diametralmente opposte che consi¬ stevano, per l'appunto, nel «premiare» il mondo delle Coop con stanziamenti straordinari. Giusto in questi giorni, dalle perquisizioni dei magistrati, è spuntata una lettera del senatore comunista di Reggio Emilia, Fausto Giovannelli, il quale «era lieto» di informare i dirigenti delle Coop amiche che sarebbero arrivati duecento miliardi spuntati da un provvedimento legislativo varato quasi alla chetichella dall'esecutivo di Ciampi. Tuttavia, il presidente nazionale della Lega, Giancarlo Pasquini, si è preoccupato ugualmente e ha richiamato ciascuna delle organizzazioni associate per chiedere un censimento ag- ! giornato della situazione del personale in modo da poter assumere «azioni tempestive e preventive» per arginare prevedibili contestazioni. Più precisamente: «per anticipare eventuali azioni della magistratura». Che cosa poteva significare un richiamo così esplicito? Che la questione fosse ritenuta seria era dimostrato dal fatto che Pasquini ordinava un'inchiesta interna rapida. Rapidissima. I risultati dovevano essere comunicati entro un termine perentorio non superiore ai cinque giorni. Però, ieri mattina, i finanzieri non hanno trovato nessuna lettera in risposta alle sollecitazioni del presidente. Possibile che un centinaio di organizzazioni sparse per l'Italia abbiano disatteso - tutte e sistematicamente le richieste che venivano da Roma? Nel volume dei protocolli dove si registra la posta in partenza e in arrivo ci sarebbe una sola indicazione di un plico giunto per la questione delle assunzioni di funzionari dell'ex pei, ma - circostanza ancor più strana - nell'archivio non si è trovata traccia della lettera. La nuova puntata giudiziaria di questa istruttoria sulle aziende «rosse» ha provocato prese di posizioni indignate e dichiarazioni a trecentosessanta gradi. Le Coop si lamentano perché, in un contesto economico già difficile, le iniziative della magi- stratura si traducono in un danno industriale. Il ministro dei Trasporti, Publio Fiori, replica senza andare troppo per il sottile. «E perché non si dovrebbe indagare? Francamente non comprendo perché le Cooperative si sentano così colpite da inchieste amministrative che tendono ad appurare la verità su una questione sollevata da interrogazioni parlamentari. Se devo ricorrere al latino, penso che excusatìo non petita, accusatìo manifesta». La Lega dichiara che «numerosissime sono le attestazioni di solidarietà dei cooperatori, insieme con manifestazioni di stupore» per le iniziative della magistra¬ tura. Sottolineano la loro «estraneità» da ogni atto nel quale possa configurarsi qualsivoglia ipotesi di reato e rivendicano «la totale autonomia della gestione delle imprese». Forse per rendere credibile la tesi secondo la quale Coop «rosse» e pci-pds non hanno nulla da spartire fra loro, interviene anche Mauro Zani, della segreteria della Quercia, il quale parla di un «mosaico giudiziario alquanto evanescente», nell'ambito di una vicenda «inconsistente», da acchiappa-fantasmi, con l'unico risultato* «di criminalizzare un intero settore dell'economia». Lorenzo Del Baca Giancarlo Pasquini presidente nazionale della Lega delle cooperative

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