Le racchette nel deserto

30 TENNIS Spesi 30 miliardi per uno stadio simile a quello di Wimbledon Le racchette nel deserto Edberg e Stich sono impegnati nel Qatar, attirati da petrodollari facili C'è anche un «mezzo italiano», il romeno Voinea, che si allena a Perugia DOHA. Dopo appena tre settimane di sosta, il grande circo del tennis internazionale ò già ripartito, andando a piantare la tenda sulla sabbia del deserto del Qatar. Il piccolo (ma ricchissimo) emirato sul Golfo Persico da tre anni organizza il primo torneo della stagione, che con la forza dei petrodollari è già diventato familiare ai tennisti professionisti, specie quelli europei, che in vista dell'Australian Open spendono volentieri una settimana nel Golfo per spezzare in due la lunga trasferta e allenarsi sullo stesso tipo di superficie, un cemento piuttosto veloce. C'è poi un altro incentivo, di importanza tult'altro che secondaria, che ha convinto molti tennisti a festeggiare il Capodanno tra le dune e i cammelli: il vii denaro, che agli organizzatori del «Qatar Open» davvero non manca. A suon di miliardi - si calcola una trentina - a Doha hanno costruito nel bel mezzo del deserto un centro tennistico magnifico, con uno stadio che, per volere di uno degli emiri innamorato della tradizione inglese, ò stato disegnato a immagine e somiglianza del «Centro Court» di Wimbledon. 1 giocatori e le loro famiglie ricevono un trattamento principesco ed i migliori pervenire qui si mettono in tasca, oltre ai soldi del montepremi (600 mila dollari, circa un miliardo di lire), ingaggi extra che per un top-ten possono arrivare a 200 mila dollari, per un super (è successo a Sampras l'anno scorso) a 500 mila. Nonostante questo fiume di denaro il tabellone di Doha quest'anno è però meno ricco del solito. Sampras ha deciso di non venire più dopo l'esperienza dell'anno scorso, quando incassò il mega-assegno e poi perse al primo turno col semisconosciuto Alami, e andrà direttamente in Australia. Lo stosso farà Agassi, mentre Ivanisevic ò squalificato per le troppe parolacce, Bruguera ha deciso di stare fermo per tutto gennaio, mentre Becker, vincitore qui due anni fa, è stato corteggiato fino all'ultimo dai signori del petrolio ma alla fine ha rinunciato alle offerte preferendo un torneo-esibizione a Perth. Dei primi dieci in Qatar ci sono solo Michael Stich e Stefan Edberg. Per lo svedese (che sta per compiere 29 anni) la stagione che inizia potrebbe anche essere l'u'tima, a meno che i risultati non lo convincano a tener duro (ieri intanto ha esordito battendo Agenor per 6-2, 7/6). Dietro Edberg e Stich nessuna superstar, ma parecchi buoni giocatori: Volkov e Leconte (match di primo turno di sicura qualità), Larsson, Forget, Eltingh, Haarhuis. In tabellone nessun azzurro, ma solo un «mezzo italiano», il romeno Adrian Voinea, che da anni gioca e si allena da noi (a Perugia, nel centro di Alberto Castellani) ed è anche classificato come categoria B dalla nostra Federtennis. Numero 202 del mondo, Voinea è venuto fin qui a spese sue ma ha vinto tre match di qualificazione guadagnando così, oltre a qualche punto Atp, 6000 dollari e una settimana di ospitalità gratuita. Ha poi superato ieri anche il primo turno, battendo Tarango per 7-6, 6-7, 6-3 mettendosi in tasca altri quattrini, per un totale di 10.090 dollari. Più di quanto avesse guadagnato finora in tutta la carriera Contemporaneamente a quello di Doha si gioca un altro torneo Atp in Australia, ad Adelaide, dove i migliori tra gli iscritti sono Kafelnikov, Ferreira, Courier e Krajicek. In tabellone anche due italiani, Furlan e Pozzi, i quali però hanno giocato al primo turno l'uno contro l'altro. Successe la stessa cosa anche lo scorso settembre agli Us Open, e finì con la vittoria di Pozzi che poi arrivò agli ottavi. Stavolta si è imposto Furlan per 6-3, 6-4. E' già in Australia anche il nostro numero 1 Andrea Gaudenzi, ma per il momento ha deciso solo di allenarsi e di godersi il sole. In vista dell'Open di Melbourne, che comincia il 16, giocherà solo la settimana prossima il torneo di Sidney. Alessandro De Giorgi Lo svedese Stefan Edberg