Pastine: sarà l'anno della laurea di Bruno Bernardi

II n° 1 granata, spesso discusso dalla critica, promette di essere degno del Toro I VOLTI NUOVI II n° 1 granata, spesso discusso dalla critica, promette di essere degno del Toro Pastine: sarà Panno della laurea «Sono arrivato in alto, ma ora pretendo di più» TORINO. Il 1995 sarà per Luca Pastine, n° 1 del Torino, l'anno della verità. Ne aveva appena undici quando sentì, improvvisamente, la vocazione per il ruolo di portiere dopo aver provato come terzino nei pulcini del Castelnuovo Magra, cittadina nei pressi di La Spezia. Era la magica estate che vide Dino Zoff, il suo idolo, alzare la Coppa del Mondo nella notte di Madrid, al Bernabeu. Il giovanissimo Pastine seguì estasiato la trionfale cavalcata degli azzurri in terra di Spagna. Racconta che prima di piazzarsi davanti al televisore e tifare per l'Italia disputava accanite partite con i coetanei: «Si giocava per strada, con un cancello a fare da porta. Mi tuffavo sull'asfalto per bloccare il pallone, altrimenti erano vasi di fiori e vetri infranti». Anche il tempo è volato. Ed ora Pastine i tuffi li fa per professione, ma con la stessa passione di allora: «Ci si allena tutta la settimana e poi la domenica si gioca anche per divertimento. Guai se non fosse così!». Sonetti vorrebbe vederlo più disteso quando va in campo, «senza le rughe sul viso». E Pastine è d'accordo: «Massima concentrazione non significa paura. Bisogna scendere in campo con gioia e felicità dentro. Altrimenti si impoveriscono le proprie qualità». Lido Vieri, il suo maestro e preparatore, lo giudica più tranquillo, più sicuro: «Con le mani è bravissimo, dice Lido. Deve solo essere più naturale, più disinvolto quando entra in azione con i piedi, senza mai rischiare troppo». Già, i piedi. Nel dopoguerra faceva sensazione che Sentimenti IV, portiere della Juventus e della Nazionale, parasse con i piedi e tirasse, con successo, i rigori. Giocò qualche volta perfino come attaccante, in campionato. Adesso le nuove regole impongono ai guardiani di saper calciare. E Pastine si esercita per acquisire più padronanza e diventare addirittura ambidestro. Aveva cominciato la stagione accompagnato da un certo scetticismo, poi ha acquisito credibilità respingendo le critiche e il pericolo di essere affiancato da un portiere più esperto. E' soddisfatto di sé: «L'anno che ci siamo lasciati alle spalle mi aveva offerto l'opportunità di esordire in prima squadra, con tre presenze in serie A dopo un campionato vissuto in panchina. E sono diventato titolare in una società che ritengo importante, a livello di immagine. Per restare a certi livelli, per ripagare la fiducia dei dirigenti e dell'allenatore ci vogliono doti, fortuna e una squadra che si esprima bene. Da bambino non mi sarei mai aspettato di arri¬ vare così in alto, e anche se sono umile e razionale non mi pongo limiti, Nazionale compresa». Non ha nulla da rimproverarsi: «Ho la coscienza a posto. Ho sempre dato il massimo. Le critiche fanno parte del mestiere. Come gli errori sono incidenti di percorso che bisogna accettare per voltare subito pagina». Una pagina dopo l'altra, Pastine ha aggiunto 13 partite di campionato nel suo curriculum e si appresta ad affrontare la Fiorentina dopo la pausa. Sonetti ieri pomeriggio ha fatto riprendere la preparazione a Orbassano (mancava Rizzitelli in permesso per recuperare l'auto rubata e ritrovata e c'era Cyprien che ha disputato la partitella e sarà pronto fra un paio di mesi) e giovedì (ore 14,30) collauderà la formazione a Carmagnola. Il tecnico dice che se il Torino batterà i viola sarà l'autentica rivelazione del torneo. Pastine è d'accordo. E l'assenza di Batistuta, squalificato, aumenta l'ottimismo: «La Fiorentina ha qualche problema difensivo, ma con l'argentino dispone di un attacco micidiale. Batigol avrebbe reso più affascinante la sfida». Pastine ritiene fondamentale battere la Fiorentina per iniziare l'anno nuovo con il piede giusto: «Gennaio è un mese importantissimo. Dopo i viola avremo scontri diretti con Reggiana e Genoa, due concorrenti per la salvezza. E poi il derby da recuperare. Noi tutti dobbiamo essere consapevoli che, in ogni partita, dovremo lottare in undici. Solo così potremo salvarci in anticipo evitando di soffrire sino alla fine». Sì, questo è proprio l'anno verità per Pastine ma anche per il Toro. Bruno Bernardi Pastine, quest'anno 13 partite in A

Luoghi citati: Carmagnola, Castelnuovo Magra, Italia, La Spezia, Madrid, Orbassano, Spagna, Torino